Il cielo rifletteva i fiocchi di neve che volteggiavano nelle tenebre della notte;
in un gelido pianeta dei nove regni, Jotunheim, una dea morente, proveniente da Álfheimr, era in procinto di dare alla luce il suo primogenito: Loki.
Una piccola anima nata dalle imprudenze di una giovane invaghitasi del re dei Giganti di Ghiaccio Laufey, il quale, non curante di persona alcuna, non poteva sopportare di ricevere un figlio troppo minuto per i canoni della sua specie.
Una scelta meschina aleggiò nel suo animo arido non appena lo vide.
Il re folle, vigliaccamente, decise di abbandonarlo nelle mani della morte prima che il pianto del neonato potesse essere udibile per il regno.
Il suo intento era porre fine alla vita di quella piccola creatura che, se viva, avrebbe creato fin troppo scompiglio nella sua: lui non sarebbe mai stato degno di essere re.
Per quel piccolo essere dalla pelle cerulea e dagli occhi rossi come il sangue, il destino e le forze della natura sembravano già essersi accanite contro di lui con una forza assassina senza pari.
Tuttavia, agli albori dell'universo, Odino, re di Asgard, e Laufey, re di Jotunheim, si affrontarono in una lunga guerra culminata con l'invasione delle terre dei Giganti di Ghiaccio da parte delle truppe asgardiane. Durante il conseguente conflitto tra le due fazioni, i due regnanti si affrontarono faccia a faccia e Odino, allora branditore di Mjolnir, riuscì a sconfiggere Laufey fracassandogli il cranio.
Terminata la battaglia, l'unico suono che in quell'istante si udiva chiaramente era il silenzioso lamento del vento e, tra le macerie del castello nemico ormai tinto di sangue, il re Asgardiano, grazie ai suoi sensi cosmici, si imbatté in quel minuscolo neonato dal pianto implorante, dall'esile respiro e dalla pelle fredda come il paesaggio circostante, ammantato nell'ombra.
Piuttosto che lasciarlo morire come gli altri asgardiani consigliavano, Odino decise di adottare Loki, donandogli sembianze umane, e di crescerlo come proprio figlio al fianco del suo vero figlio Thor.
Ma il re proclamò un divieto: nessuno avrebbe mai dovuto rivelare al bambino la sua vera natura.
Nonostante Odino e sua moglie Frigga amassero Loki senza distinzione di carne o sangue, nella città dorata che s'innalzava nel cielo in fondo al Ponte dell'Arcobaleno dove vivevano le donne e gli uomini che si erano proclamati dèi, tutti diffidavano di lui, che aveva nelle vene il sangue dei demoni, vedendolo come un mostro nemico, trattandolo con pregiudizio e disprezzo, anche perché la loro società esaltava e rispettava solo la forza di spada e il valore in battaglia, doti che egli non riuscì mai a conquistare a causa della sua debolezza fisica.
Al contrario il fratello adottivo Thor, avendo ereditato la forza e i portamenti nobili della sua stirpe, eccelleva in ogni cosa, motivo per il quale Loki, crescendo, non poté fare a meno di invidiarlo nonostante, a conti fatti, questi fosse il suo unico amico.
Quando erano bambini, Thor e Loki difatti erano molto uniti e il dio del tuono non faceva altro che proteggerlo da ogni avversità.
Ma una volta adulto, venne messo dagli altri asgardiani in condizioni di disprezzare e prendersi gioco del fratello, diventando il suo più grande nemico, facendo sfiorire l'affetto fraterno tra i due.
Con gli anni, allo scopo di eguagliare il fratello, Loki sopperì allo svantaggio fisico dedicandosi allo studio della magia, verso la quale era incredibilmente portato.
Tuttavia, ogni cosa peggiorò quando Thor, allora crudele e avido guerriero, riuscì un giorno a sollevare Mjolnir diventando di conseguenza il legittimo erede al trono.
Loki continuava a non essere amato: quello era il regno della perfezione, dell'ordine, della legge imposta. Entrare definitivamente nella schiera delle divinità più importanti, per lui, era impossibile: non solo gli veniva impedito, era la sua stessa natura ribelle a impedirglielo. Era come se un urlo selvaggio e pieno d'odio e propositi di vendetta lo tormentassero, senza mai tacere. Avevano fatto breccia nella sua anima più profonda e nascosta, e lo avevano trascinato in una spirale di rimorsi, sensi di colpa e disperazione. L'unica certezza che ancora lo dominava era l'odio, quell'odio grande e violento che provava verso sé stesso. Sopito per anni, lo stava divorando dall'interno, come un potente veleno. L'unica certezza che la sua coscienza invocava incessantemente era il fatto che, agli occhi di suo padre, lui non sarebbe mai stato degno, non sarebbe mai stato abbastanza.
"Ma perché?" si domandava ogni giorno, senza trovare alcuna risposta.
Ma dopotutto si sa, al destino non manca certo il senso dell'ironia e la verità stava arrivando a fargli visita.
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IMMAGINA TOM HIDDLESTON (Loki, Adam, T. Sharpe...)
FanfictionEcco a voi delle storie (one shot) sull'amabile Tom Hiddleston, sull'intrigante dio dell'inganno Loki e su altri personaggi interpretati da questo attore formidabile... i quali adoro profondamente. Spero di potervi permettere di sognare un po' e di...