L'incantesimo del fuoco

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Storia richiesta da the_Halfblood_Black , spero vivamente potrà piacerti... ❤️
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I giardini allo sbocciare della primavera sono forse lo spettacolo migliore che Asgard possa offrire. Mirea, ancella di palazzo, è intenta a curare ogni singola pianta alla quale dona cure e attenzioni come alla più preziosa delle creature. Nell'ascolto del cinguettio degli uccelli, la giovane fanciulla osserva come piante che ha lasciato di poco sollevate da terra, siano ora degli arbusti che appagano occhi e olfatto, e di tanti di loro ne ha avuto il seme fra le piccole dita. Sorride, avvicinandosi a un fiore ceruleo con sfumature rosa che sembra sporgersi verso di lei con la richiesta di lasciarsi annusare. Ha un odore dolcissimo che invade le sue narice e che riempie i polmoni.

"Runa dopo runa,
i tuoi occhi sono la mia catena
e al contempo la mia fortuna;
scorre l'oscurità lungo la mia schiena
come un fiume che si scatena
senza paura alcuna,
come la luna che,
spicchio dopo spicchio,
alla fine diventa piena."

Mentre dona acqua a quelle assetate piante dai colori vivaci, canticchia sottovoce una vecchia melodia, le cui parole, recitatale un tempo da sua madre, si fanno armoniosamente cullare dal vento, che da buon amico le trasporta nell'aria.
Le ritornano in mente lontani ricordi d'infanzia, quando era ancora una bambina e sua madre, abile incantatrice, le mostrava ogni giorno, quando Mirea riusciva a malapena a stare in piedi senza ruzzolare a terra dopo qualche passo, alcuni piccoli incantesimi che riusciva a ricreare alla perfezione senza alcuno sforzo, procurando un moto di stupore nell'animo materno.
Con il passare del tempo, la sua predilezione per lo studio e le arti illusorie non cessò, ma si alimentò, prese il sopravvento nella sua mente e nel suo cuore, grazie alla figura dell'amabile Frigga, altrettanto amante della magia, che non si rifiutò mai di insegnarle ciò che sapeva a riguardo.
Ma ecco che la quiete di quel momento ben presto però si infrange, la ragazza sente riecheggiare dei passi vicino a lei. Si volta immediatamente nella direzione da cui proviene tale rumore e sospira, essendo consapevole di dover necessariamente tornare alla realtà e lasciarsi alle spalle, almeno per quell'istante, il suo passato.
«Mirea, la regina desidera incontrarti.» Dichiara con tono affabile Diamante, una delle altre innumerevoli ancelle di Asgard. E con le mani ancora sporche di terra e l'odore umido e verde a circondarla, ringrazia la sua amica e si affretta a raggiungere gli interni del palazzo.
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Dopo che le prorompenti porte del regno le dispiegano il cammino, Mirea entra all'interno del palazzo e, la sala reale si proietta davanti ai suoi occhi neri come la pece, lasciandola, nonostante il lungo tempo trascorso in quel luogo, a bocca aperta. D'improvviso il suo sguardo, pochi attimi prima intento ad ammirare ogni singolo intarsio marmoreo presente su quel prezioso soffitto raffigurante scene di battaglie e di vita quotidiana, si nutre di sfuggita di un'immagine ancor più preziosa: Loki.
Mirea adora notare quei piccoli particolari che nessuno ha mai notato di lui. Il colore esatto dei suoi occhi, per esempio. A volte sono verdi, altre, a giudicare dalla luce o dal tempo, sono azzurri. Le incanta guardare il modo in cui indossa l'armatura e quel mantello, quello in cui cammina ogni giorno fieramente. Ma più di tutto, ama guardare come le sue labbra si curvano in un piccolo sorriso quando la sorprende a fissarlo, proprio come sta facendo in questo istante. Nutrirsi della sua presenza è come ballare costantemente sulla linea di una felicità illusoria, lui non potrà mai essere suo, in fin dei conti quale principe guarderebbe mai un'ancella di corte? Quale dio potrebbe mai innamorarsene?
Lei non sarebbe mai stata alla sua altezza.
Avvolta tra una nuvola ingombrante di pensieri, camminando tra gli immensi corridoi del palazzo, giunge finalmente, dopo aver superato le guardie, davanti la camera della regina. Le sue nocche urtano con dei piccoli colpi il legno della possente porta e attende impassibile fin quando non sente un'armoniosa voce femminile dall'altra parte della parete che la invita ad entrare.
L'interno è strabiliante, un enorme lampadario getta bagliori colorati sul lungo vestito color oceano, indossato dalla regnante, il quale si intona perfettamente con i suoi limpidi occhi.
«Buongiorno mia regina, come posso aiutarvi?» Esordisce timidamente la fanciulla con un esile sorriso sul volto.
«Accomodati pure, mia cara» Risponde dolcemente Frigga mentre, indicandole una delle tante sedute, le fa posto vicino a lei.
«Vogliamo riprendere da dove eravamo rimaste poco tempo fa?» Prosegue, poggiando con grazia la sua mano affusolata sulla spalla dell'ancella, per poi mostrarle un piccolo graffio sulla pelle.
Mirea annuisce, chiude gli occhi e fa dei profondo respiri. L'oscurità la circonda, il silenzio aleggia nella sua mente liberandola dai troppi pensieri. Tiene gli occhi chiusi abbastanza a lungo, concentrandosi, ascoltando i battiti del suo cuore.
In un istante sente scorrere dentro lei, dentro le sue vene, un'energia. Dopo aver disteso il braccio davanti a sé, con un incantesimo, riesce a far comparire sulla sua mano, avvolta da una luce abbagliante, una farfalla verde che volteggiando con leggerezza si posa sulla lieve ferita, mentre muove le sue ali su e giù. In quel momento Mirea sfiora delicatamente la piccola ma incantevole farfalla che comincia a generare un vortice con le ali anteriori che lentamente guarisce il superficiale taglio. Dopo di che Mirea, soffiando su di essa, la fa sparire, come se tutto ciò che era appena avvenuto, sia stato solo una pura illusione.
«Complimenti, mia dolce Mirea» Esclama la regina osservando allibita la sua mano priva della fastidiosa lesione «i tuoi poteri non fanno che migliorare giorno dopo giorno»
«Vi ringrazio, mia regina» Dichiara entusiasta la giovane «il merito è tutto vostro...»
«Non è affatto vero Mirea, la magia è insita dentro di te. Sei più forte di ciò che credi, ragazza mia.»
Gli occhi della fanciulla non possono fare a meno di perdersi nell'osservare le sue mani e la sua mente non riesce a non riflettere sul dono inestimabile che possiede.
«Vedo molto di mio figlio Loki in te, sai?» Afferma in un battibaleno la regina mentre è intenta a pettinarsi le lunghe onde d'oro dei suoi capelli davanti lo specchio.
Mirea viene scossa dai suoi pensieri al sentir pronunciare quel nome a lei così caro, quasi fosse un richiamo, come se quel nome le appartenesse. Osserva la regina con occhi diversi, con sguardo curioso intento a cogliere nei meandri più nascosti della sua anima ciò che vuole confidarle.
«Voi siete così...» Fa una pausa, pensando al termine più adatto per descrivere le loro così complicate personalità «...peculiari» Prosegue, con un raggiante sorriso fioritole sul volto.
Il respiro le si ferma, è impossibile non notare il luccichio fanatico degli occhi della giovane.
«Io non merito di essere paragonata a vostro figlio...» Mirea si sente intrappolata tra una mente forte e un cuore in subbuglio.
«E il motivo quale sarebbe?» Domanda divertita Frigga, mentre cerca di frugare negli occhi dell'ancella qualche soddisfacente risposta.
«Loki è diverso da tutti. Ha quella ostinazione di chi non si arrende mai, di chi non può arrendersi perchè non conosce resa. È talmente testardo che quando si mette in testa un'idea, sarebbe più facile tagliargliela piuttosto che fargli vedere la situazione in un'altra prospettiva. È così arrogante a volte ma... tutto questo è solo uno schermo protettivo di un animo sensibile, geniale e meraviglioso. I suoi occhi non mentono, lui ha dentro di sé la forza di un uragano che non distrugge ma che crea. Ha il potere di rendere prezioso tutto ciò che gli appartiene, anche il più tremendo dei difetti. Per non parlare poi della sua padronanza con l'arte illusoria, è a dir poco strabiliante, è così abil-»
«Tu lo ami, non è vero?» La interrompe improvvisamente la regina.
Mirea si sente sprofondare, la osserva con occhi vitrei, ha esagerato. Ma adesso è inutile che continui a negarlo, che faccia finta di niente. Lei lo ama. Lui rappresenta il suo tutto.
Annuisce, il suono della voce fa fatica a fuoriuscire dalla sua bocca e a vibrare nell'aria. Guarda ora fisso il pavimento, per l'imbarazzo sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e cerca di reprimere il rossore sbocciare sulle sue candide e vellutate guance.
«Lui lo sa, Mirea?» Chiede la regina mentre le solleva il volto per osservare meglio i lineamenti del suo viso.
«No, e non deve saperlo per nessuna ragione al mondo...» Dichiara la fanciulla, ansimante.
«Credo sia troppo tardi» Spiega la regina mentre indica l'uscio della porta. Lo sguardo della fanciulla segue quell'indicazione e all'improvviso il suo cuore viene assalito da violenti pugni nel momento in cui vede la sagoma di Loki che l'osserva in silenzio.
Era talmente coinvolta nel raccontare quei così fervidi sentimenti che non si era minimamente accorta della sua improvvisa irruzione nella camera. Vorrebbe sparire dalla faccia dell'universo, ma l'unica cosa che è in grado di compiere in quell'istante è correre via, il più lontano possibile, riuscendo a superare persino la stazza del dio. Tuttavia Loki, dopo un attimo di esitazione, comincia a correrle dietro e in pochi istanti, l'afferra impetuosamente per un braccio. A quel tocco, una scintilla si dimena nell'aria, riflettendo come in uno specchio negli occhi dei due.
«Mirea, dobbiamo parlare...» Spiega con tono pacato ma allo stesso tempo smarrito per ciò che era accaduto il principe dai capelli color corvino.
La ragazza non smette un secondo di dimenarsi, ha paura di affrontare quella verità,
ma la presa di Loki non dà prova di cedimento.
«Smettila Mirea...» Esclama il dio tentando di placare l'animo irrequieto dell'ancella.
La ragazza continua a divincolarsi da quella gelida mano, mandandolo su tutte le furie.
«Basta adesso!» Urla con tono autoritario e iracondo il dio, spingendo la ragazza contro di lui, intrappolandola tra le sue possenti braccia.
Mirea non sobbalza neppure. È come se si fosse trasformata in una statua. Il suo sguardo diviene spento, come se non riuscisse più a vederlo. D'istinto, quasi involontariamente, la sua mano si posa sul suo petto virile.
«Perché non ti sei mai dichiarata?» Chiede dubbioso, mentre continua a stringerla forte a sé. «Perché hai timore ad amarmi?»
In quell'istante Mirea si sente debole, stracarica di emozioni contrastanti, sente le forze venir meno, la vista annebbiarsi e la sua fronte imperlarsi di sudore freddo, l'agitazione sembra prendersi tutto il suo autocontrollo.
In un secondo non ci vede più, nero e luce a intermittenza. Si sente cadere. Sviene.
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Il tempo è alquanto difficile da descrivere, da capire... tutto è relativo. A Mirea quell'attimo di assenza sembrò eterno, sembrò durare per sempre, ma in fondo il "per sempre" a volte dura solo alcuni secondi, e in questo caso fu proprio così.
È ancora giorno, la luce invade la stanza della regina, strappandola dall'apparente sonno. Si stiracchia e apre gli occhi lentamente, cercando di abituarli ai fievoli raggi che trapassano la finestra. Sta tutt'altro che bene, si sente come se il sole fosse tramontato e non sorgesse più da tempo, si sente come se stesse vivendo in una notte perpetua.
«Si è svegliata...» Esclama lievemente Frigga, rivolgendosi al figlio, seduto pochi metri più in là.
In quell'istante, Loki si avvicina lentamente verso la bellissima ancella e mostrandole un sorriso così luminoso da far invidia alla più brillante delle stelle, le chiede con premura «Come ti senti?»
«Ho un forte mal di testa...» Afferma la fanciulla, poggiando una mano sulle tempie «...cosa è successo?»
«Non ricordi nulla? Sei svenuta pochi istanti fa... Loki ti ha preso in braccio, conducendoti fino alla mia camera per far riposare le tue membra!» Dichiara la regina, guardando con occhi colmi d'amore suo figlio.
«G-grazie» È l'unica parola che riesce a malapena a pronunciare, è ancora troppo scombussolata per poter elaborare frasi più complesse e con un senso logico.
La regina, nell'osservare la scena, i loro sguardi che si incatenano a vicenda, decide di lasciare la stanza senza pronunciare neppure una parola ma con una dolce sensazione nell'animo.
«Da quanto tempo conosci la magia?» Chiede il principe Loki, profondamente interessato, alcuni minuti dopo.
«La magia mi appartiene fin dal primo respiro,
mia madre era un'incantatrice.»
Mentre la guarda, il viso di Loki è incantato, ma non professa parola.
«A cosa stai pensando ora?» Domanda impaziente Mirea.
«Non mi era mai successo...» Bisbiglia, assorto nelle sue riflessioni.
La giovane tossisce per richiamare l'attenzione del dio dagli occhi verdi. «Puoi spiegarmi a cosa ti riferisci?»
«Vedi, quando poco tempo fa ti ho afferrato il braccio, i miei poteri si sono fusi con i tuoi dando vita a quella scintilla, non so cosa significhi e questa cosa mi tormenta...» Dichiara esaustivamente mentre ripone sul mobile in avorio vicino a lui il suo elmo.
«Dammi le mani.» Ordina affabilmente l'ancella mentre si siede sul bordo del letto.
«Che vuoi fare?» Le chiede, con un'espressione perplessa.
«Fidati di me... è un esperimento.»  Il cuore comincia ad impazzire, batte più che mai e Mirea sorride, sorride senza motivo e comincia a sentirsi stranamente leggera.
Loki le protende le sue grandi e incantevoli mani e nell'istante in cui quelle di Mirea ne vengono a contatto, lo sfioramento tra le loro dita, dà origine a nuova scintilla...
«Sta funzionando!» Esclama divertita, non riuscendo a trattenere un'acuta risata «Solleviamo le mani in alto» Spiega la fanciulla con una strana emozione di sorpresa nella voce nel vedere come sia riuscita a stregare completamente il dio.
In quell'istante, quella piccola e flebile scintilla, si trasforma in una virulenta fiamma, in un fuoco ardente che danza e avvolge passionalmente le loro dita e i loro palmi.
Quell'incontrollabile fuoco risplende nei loro occhi, trova legna nelle loro anime, e paglia da bruciare nei loro cuori ammaliati da tanta bellezza. Quando decidono all'unisono di allontanarsi, quella fiamma si affievolisce, scomparendo nell'ignoto.
«È strabiliante!» Dichiara il dio, mentre osserva le sue mani. «I nostri poteri per qualche strana combinazione chimica combaciano perfettamente... temo ad immaginare cosa potranno fare i nostri cuori, Mirea»
Non osa guardarlo negli occhi così si perde a fissare fuori dalla finestra, in modo tale da celare il color rosso scarlatto sbocciato sul suo volto al sentir pronunciare il suo nome dalle sue labbra. I verdeggianti occhi del principe scrutano quelli della fanciulla per alcuni momenti, esaminando ogni dettaglio del suo viso, poi le sue labbra, improvvisamente, si dispiegano per pronunciare delle tanto attese parole «Sai, forse ti sembrerà assurdo ma io ricordo esattamente la prima volta che ti incontrai a palazzo, durante quella cena, quando eri intenta a servire della frutta a mia madre. Non potei fare a meno di osservare il modo in cui i tuoi capelli, stretti nel nastro, fluivano al centro della tua pallida schiena come un ruscello di chiome castane. Ho pensato immediatamente, dal primo istante,  che tu saresti potuta diventare una degna compagna di conversazione ma, non ho mai avuto il coraggio di farmi avanti, non so nemmeno io il perché. Temevo forse un rifiuto... non sono mai stato un individuo di cui ci si innamora facilmente, ho una miriade di difetti»
«Non dovrebbe andare così...» Sospira avidamente Mirea «...i tuoi difetti, il tuo lato più oscuro dovrebbero spingermi ad allontanarmi, non farmi desiderare di starti più vicina.»
Il silenzio pervade la stanza, Mirea, pochi attimi prima intenta a evitare lo sguardo magnetico dell'uomo seduto di fronte a lei, gli lancia un'occhiata di sottecchi e rimane estasiata nel vedere che lui la sta ancora ammirando con aria sognante.
«Che ne dici di fare una passeggiata nei giardini? Potresti farmi vedere i nuovi germogli appena nati...» Propone il dio, mentre si alza per indossare nuovamente il suo amato elmo d'oro pochi secondi dopo.
«A patto che tu in seguito mi permetta di ammirare la tua sfarzosa biblioteca.»
A quella richiesta Loki non riesce a trattenere un'amabile sorriso. «Certamente, molto volentieri.»
E così, lasciata la stanza, si dirigono verso i giardini, parlando dei loro interessi, mano nella mano, con la certezza di un magico futuro che sta per essere scritto nel libro della loro vita.

IMMAGINA TOM HIDDLESTON (Loki, Adam, T. Sharpe...)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora