Tu sei il mio futuro

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Ciao a tutti, colgo l'occasione per ringraziarvi innanzitutto per le belle parole ricevute nel corso del tempo e il traguardo raggiunto qualche giorno fa.
Sono al corrente che duemila letture potrebbero sembrare ad occhi esterni una cifra ridicola, ma per me vogliono dire davvero tanto, sono felicissima che queste storie siano riuscite in qualche modo a coinvolgervi e ad appassionarvi, dopotutto non mi sarei mai aspettata per l'anticamera del cervello un tale apprezzamento. In secondo luogo volevo scusarmi per l'interminabile assenza su questa piattaforma, soprattutto per quanto concerne la stesura di nuove storie su Tom/Loki, ma sono stati mesi davvero intensi, nonché tristi per alcuni motivi personali, e non ho avuto né il tempo né la voglia di scrivere dunque, cercherò d'ora in avanti di aggiornare questa "rubrica" con più frequenza.
Per concludere, (smetto di ammorbarvi, lo giuro!) volevo informarvi che mi farebbe davvero tanto piacere, oltre ad essermi immensamente utile, avere delle richieste da parte vostra per la scrittura di qualche storia futura, naturalmente sempre di questo genere "immagina", ahimè la mia fantasia sta cominciando a sgretolarsi.
Grazie ancora di tutto, ve ne sono grata! ❤️

Noemi

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«È giunto il momento, figlia mia.» Afferma mio padre con tono autoritario, mentre mi accarezza dolcemente la guancia.
Annuisco, l'agitazione traspare dai miei occhi.
Il mio pianeta, Álfheimr, è dilaniato dalla guerra. La mia casa sta soffrendo e con lei gli elfi chiari che vi vivono... ed io?
Io mi nutro del dolore della mia gente, sono morta pur continuando a respirare, nonostante sia soltanto una bambina. Mio padre, il sovrano, dopo innumerevoli ragionamenti, ha deciso di chiedere aiuto ad Odino, sovrano di Asgard, per sconfiggere il nemico e donare nuovamente la pace al nostro popolo, non abbiamo forze sufficienti per poterlo fare da soli. Neppure speranze oramai.
È per questo che ci troviamo su Asgard.
Lentamente, ci incamminano all'interno del palazzo, ancora un po' scossi dal turbinoso viaggio attraverso il Bifrǫst. Dopo che le prorompenti porte del regno ci dispiegano il cammino, entriamo all'interno e, la sala reale che si proietta davanti al mio sguardo, mi lascia a bocca aperta. D'improvviso le mie angosce si affievoliscono e ritrovo per un attimo la fanciullesca spensieratezza da tempo ormai assopita, sono intenta a curiosare in ogni dove, ad osservare attentamente ogni intarsio marmoreo presente su quel prezioso soffitto raffigurante scene di battaglie e di vita quotidiana fino a quando il mio sguardo non si scontra con quello del sovrano che, con aria trionfante e alquanto altezzosa, si alza dal trono sul quale era seduto per accoglierci nella sua incantevole dimora.
«Sovrano di Álfheimr, è un onore per me avervi nel mio regno.» Afferma, spostando dietro di sè il mantello.
Mio padre fa un esile inchino in segno di rispetto e per non essere da meno, decido di emularlo.
«E chi è questa dolce bambina?» Chiede poco dopo, scrutandomi minuziosamente dall'alto verso il basso.
«Lei è mia figlia, Freya» Mio padre si volta verso di me, accennando un piccolo sorriso.
«Benvenuta ad Asgard, principessa Freya» Dichiara, con tono solenne.
«Odino, in nome del mio popolo, vi chiedo di unirvi a me in battaglia contro il nemico. La situazione è diventata insostenibile e solo con voi, e il vostro possente esercito, possiamo porre fine a questo inutile spargimento di sangue. Ho già perso mia moglie, non desidero per nessuna ragione che altre anime innocenti siano sacrificate per la brama di potere degli elfi oscuri. Con il vostro consenso, vorrei mostrarvi il futuro piano d'attacco.» Prosegue, con voce tremolante ma con aria fiera, degna del sovrano più valoroso.
«Certamente, amico mio.» Proclama il potente Odino. «Freya, quanti anni hai?» Mi domanda dopo poco con evidente curiosità.
«Otto...» Mormoro, lievemente a disagio.
«Mentre tuo padre ed io discutiamo di questa faccenda, cosa ne dici di recarti nella stanza della regina? Lei si prenderà cura di te.»
Annuisco, non potendo di certo fare altrimenti nonostante l'ardente desiderio di ascoltare la loro conversazione.
«Vai pure» Ordina, un piccolo sorriso aleggia sulle sua labbra mentre mi indica il cammino da intraprendere per giungere a meta.
Con leggero timore, dopo aver avuto l'approvazione di mio padre, mi giro di scatto e con assoluto disorientamento comincio ad avvicinarmi al luogo indicatomi. Mi perdo più volte in quegli immensi corridoi fino a quando, dopo l'aiuto di un'ancella, giungo di fronte alla porta della camera regina Frigga. Le mie nocche urtano delicatamente il legno della porta, busso gentilmente e attendo impassibile fin quando non sento un'armoniosa voce dall'altra parte della parete che mi invita ad entrare.
«Tu devi essere la figlia di Vanir, non è vero?» Mi domanda immediatamente con tono affabile. È bellissima, il vestito lungo color oceano si intona perfettamente con i suoi limpidi occhi. Annuisco.
«Accomodati pure, mia cara.» Prosegue, poggiando con grazia la sua mano affusolata sulla mia piccola spalla.
«Sono lieta di fare la vostra conoscenza, mia Regina» Affermo fissando il pavimento a causa della timidezza.
«L'onore è tutto mio, ho avuto l'onore in passato di conoscere vostra madre. È stata una grande regnante e sono certa che, un giorno, voi non sarete da meno.» Dichiara, mentre mi alza delicadamente il volto per guardarmi dritto negli occhi.

IMMAGINA TOM HIDDLESTON (Loki, Adam, T. Sharpe...)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora