CAPITOLO 13 - EVAN

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Sei giorni dopo

È l'ultimo dell'anno, stasera ci sarà la festa a casa di Luna Lood per aspettare tutti insieme la mezzanotte. Se sarà come gli anni passati nemmeno ci accorgeremo di quando arriva, saremo tutti già troppo ubriachi, fatti o a scopare con qualcuna.
Quanta voglia ho di presentarmi? Nessuna. Specialmente perché, indovina indovinello, di chi è amicissima Luna? Kate, ovviamente. Luna è praticamente l'intelligenza del trio meraviglia. È stronza e la dà a tutti come le altre due ma almeno usa il cervello selezionando la sua selvaggina. Perciò, dato che ha cervello, di solito le sue feste hanno un minimo di senso logico. In linea di massima però, parliamo della classica festa fra adolescenti: sesso ovunque ci sia posto e in modo esplicito, alcolici ovunque, schifezze da mangiare, droga e piscina, in questo caso mare visto che i genitori di Luna hanno comprato la spiaggia sottostante a casa loro, giusto per farci una nuotatina di primo mattino da brave persone ricche. Ma cosa parlo a fare che mio padre ha una barca e una casa a sei metri dal mare...! Almeno loro ci vivono in questa reggia lussuosa.
Ah, e naturalmente, essendo il capitano della squadra di calcio, devo per forza presenziare portandomi dietro tutti. È così che funziona, l'organizzatrice pensa ad invitare le femmine, poi invita i vari capitani a cui dice di portarsi dietro la squadra e così via. Odio che la gente mi usa come PR. Nessuno mi chiede mai se ho voglia di esserci, partono dal presupposto che devo, ormai non m'invitano neanche più, vengono da me a impormi di portare qualcuno. Come un capobranco che scorta i suoi cuccioli. Assurdo!
Fra l'altro la voglia cala ancora di più sapendo di avere male ad ogni cazzo di muscolo. Ieri abbiamo giocato una partita tosta, abbiamo vinto, ma ci hanno massacrati, spremuti fino all'ultimo.

«Hey colosso, occhio o finirai per pesare più di me. Detengo ancora il record!», dice Consuelo consegnandomi la colazione. È una donna robusta e ben piazzata. Da quando ho iniziato a interessarmi seriamente allo sport abbiamo stretto il patto che lei sarebbe sempre stata più grossa di me...non le dico che l'ho superata da un pezzo!

«Tranquilla», le faccio l'occhiolino. Scappo fuori con la brioche in bocca. devo prepararmi per andare in centro. Lucas mi ha chiesto di accompagnarlo a comprare un regalo per Kira. Pare che lei abbia fatto un regalo di Natale a lui però non sia ancora riuscita a darglielo.
Il campanello dell'ingresso rimbomba in tutta la casa. Sento la voce roca del mio migliore amico tuonare nell'ingresso e salutare educatamente mia madre. Puah. Lecchino!
I miei sopportano Lucas solo perché ha tanti, ma davvero tanti, soldi. I genitori hanno lavori molto importanti nella società, suo padre è un politico di chissà cosa e sua madre è la proprietaria di una piccola, ma proficua, società bancaria per ricchi. In quanto al conto di Lucas...beh, ha ereditato la fortuna dei nonni.

«Era ora!», saluto mia madre con un grugnito scocciato ed esco.

«Nonono, andiamo con la mia, tu non sai guidare!», esclamo guardandolo mentre si avvia verso la sua auto. Una bellissima Ferrari gialla come Tweety.

«Certo che so guidare, muoviti culone!», sbuffo arrendendomi, tanto so che cederò ai nervi e gli dirò di lasciarmi guidare.
Al primo semaforo inchioda, ma solo perché gli dico di farlo, era intento a guardarsi in giro. Giuro, vorrei ammazzare il tipo che gli ha dato la patente. Qualcuno gliela ritiri!
All'ennesima infrazione salto sul sedile dicendogli di accostare. Sbuffa infastidito. Scendo e prendo finalmente il posto di guida.

In venti minuti arriviamo in centro e troviamo un parcheggio decente. Incredibile, parcheggiano tutti col culo...letteralmente, spesso si vedono file e file di macchine che hanno il culo o il muso di fuori perché l'auto non ci stava. Camminiamo per un po', nulla lo attira. In effetti Kira ha gusti strani. È pazza, intraprendente, giocherellona, allegra...

Una ragione per innamorarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora