CAPITOLO 26 - STELLA

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Mi sveglio con le gambe formicolanti, capita ogni tanto. Gli ultimi esami erano a posto ma il dottore mi ha raccomandato di fare qualche esercizio se dovesse capitarmi di sentire le gambe intorpidite.

Stando attenta a non svegliare il mio splendido fidanzato, mi alzo in piedi. Ha gli occhi leggermente strizzati per via di un raggio di sole proveniente dal lucernario proprio al centro della stanza.

Mi stiracchio, poi allungo le mani verso i piedi, arrivo a toccarli sentendo i tendini tirare e bruciare. Tornando dritta afferro la caviglia e porto la gamba destra all'indietro, rimango così per dieci secondi e ripeto la stessa cosa con la gamba sinistra, il tutto per cinque volte. Scendo ancora a toccarmi i piedi con le mani, questa volta però piego le ginocchia come a fare uno squat e risalgo.

Facendo così caldo decido di darmi una rinfrescata nella piccola vasca in bagno. Prima di entrare cerco un asciugamano pulito, lo poso sul water ed entro. Sollevo il doccino facendomi scorrere l'acqua addosso, uso la mano libera per frizionare il bagnoschiuma dal profumo decisamente maschile. Mi alzo un poco, per lavarmi le parti intime, ma batto la testa contro una delle travi di legno a sostegno della struttura. Accidenti, questa stanza è progettata per i Puffi!

Massaggio la testa tornando ad accucciarmi nel poco spazio vitale lasciatomi dalla vasca. Porto il getto sule spalle rilassando corpo e mente.

È straordinario come il mio corpo ricordi ancora le mani calde, abili e decise di Evan. Le sento ancora scorrere sul mio corpo, assecondano ogni curva, talmente precise da sapere come e dove toccarmi mandandomi in estasi.

A questo pensiero il cervello fa scattare dubbi e incertezze. Gattonano fuori dal loro nascondiglio facendosi strada fra le numerose falle della mia sicurezza.

Su quante ragazze ha sperimentato le stesse manualità? Dopo quanti tentativi ha capito cosa fare? A quante ragazze ha tolto la verginità senza curarsene? E se Kira avesse avuto ragione e adesso che, finalmente, abbiamo fatto sesso, si rivelasse tutto un gioco?

In fondo di analogie simili ce ne sono in quantità tra romanzi e film; però perché sforzarsi tanto? Quando l'ho mollato, davanti a tutti, avrebbe potuto dimenticarsi di me e cercare un'altra preda, magari più facile da convincere, invece no, ha lottato per riavermi. Eppure sento la pesantezza delle mie incertezze scorrermi dentro fino a far bollire il cervello e avvelenare il cuore.

Esco dalla vasca, mi avvolgo l'asciugamano addosso e riflettendomi nella specchiera alliscio i capelli bagnati scrollandoli dall'acqua. Soddisfatta del risultato guardo il mio riflesso nella specchiera. Sono sempre la stessa, è tutto immutato. Prendo un grosso respiro stringendo le mani alla porcellana bianca e fredda del lavandino.

Vengo scossa dal bussare sulla porta. «Stella, sei lì?», la sua voce assonnata raggiunge le mie orecchie riempiendole. Sobbalzo. Ero immersa nei dubbi tanto da essermi persa. Apro piano la porta, per controllare che dall'altra parte ci sia solo lui.

«Stai bene?», domanda accigliato. Annuisco uscendo dal bagno. Avverto i suoi occhi pungermi la schiena. «Quando le tue insicurezze si fanno sentire ti chiudi ad armadillo. Ti prego, sono io, parlami!», implora. Dovrei iscrivermi ad un corso di recitazione, almeno imparerei a nascondere per bene i miei sentimenti!

«Come fai a sapere sempre quando qualcosa non va?», chiedo sedendomi sul letto avvilita e sbuffando dal naso. Lui sorride teneramente sedendosi accanto a me.

«Ogni tratto sul tuo viso esprime qualcosa, l'insieme di questi tratti forma un'espressione ben precisa che ho imparato a riconoscere», spiega, «Quindi, vuoi dirmi cosa ti passa per la testa o...?». Aspetta sia io a terminare la frase, allora lo accontento sfogandomi.

Una ragione per innamorarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora