CAPITOLO 19 - EVAN

0 0 0
                                    

Due settimane dopo

I professori sono dei fottuti geni, cazzo! Ovviamente c'è dell'ironia in questa frase. Un inutile progetto sulla psicopatologia dell'alcolismo.
Hanno ideato il progetto pensando di aiutarci racchiudendo più materie, un unico compito al posto di molti, favoreggiando lo studio per gli esami, non hanno pensato però, che in questo modo, se il compito va male, noi studenti avremo non una, non due, ma ben cinque materie da recuperare: psicologia, scienze, grammatica, lettere e filosofia.

Inoltre, per la mia somma felicità, è la Rotter ha decidere i dettagli. La detesto, si crede superiore al punto da divertirsi prendendo per il culo me e i miei errori davanti a tutti. È fissata, se la prende sempre con me per qualsiasi cosa, lo giuro, non è una mia fissa mentale, lo fa apposta!

Ho la sensazione che mi usi come capro espiatorio, uno su cui sfogare le frustrazioni adolescenziali, probabilmente, rivede in me il ragazzo per cui aveva una cotta al liceo ma che la prendeva per il culo facendola sentire una perdente.
Secondo me pensa che abbia una vita perfetta immeritata: pieno di ragazze, di bell'aspetto, discreto a scuola - sebbene sia una cosa recente - capitano di una squadra, con un posto di lavoro assicurato nel caso vada male con lo sport ed ho parecchi soldi, sia miei, guadagnati rincorrendo la palla, sia di mio padre. L'altra faccia della medaglia però la vedo solo io: macchinazioni di mio padre, inganni e silenzi di mia madre e mancanza d'affetto. Mi hanno cresciuto tate, cameriere e cuoche. Avere soldi porterà anche tanti vantaggi ma molte cose banali, come gli abbracci, diventano lussi.

Fra l'altro essendo una prof di psicologia la Rotter dovrebbe voler eliminare rabbia e comportamenti ostili, o almeno inibirli, invece si comporta come una ragazzina sfogando il suo risentimento verso di me...fortunatamente mancano ancora pochi mesi, poi me ne andrò da questa scuola e ricomincerò daccapo.

Le slide proiettate alla lavagna mostrano in cosa consiste il progetto. Andare alla clinica di Overtown, scegliere un ricoverato a caso e intervistarlo. Tsè, come se avessero voglia di raccontare quanto alcol e droga possano far sembrare la vita migliore ma renderla una merda appena apri gli occhi.
Ma poi è saggio mandare dei ragazzi in mezzo a gente che ha problemi seri?! Alcuni di noi potrebbero rimanerne traumatizzati. Non io, certo, quella è stata casa mia per qualche tempo, e metterci piede di nuovo sarà di per sé un'agonia. Rivedere persone che conoscevo ancora lì dentro, inguaiate con la dipendenza farà male, tornerò indietro coi pensieri e tutto il periodo verrà riesumato...
Che merda di compito!

Se, quando ero in clinica, un ragazzino mi avesse chiesto come si esce da una dipendenza gli avrei riso in faccia. Nulla può farti smettere di essere dipendente da qualcosa, né psicologi, né macchinari strani che ne inibiscono il desiderio, né farmaci...è tutta una grandissima stronzata, ti aiutano solo se tu vuoi essere aiutato, altrimenti li puoi tenere fuori e sprofondare nel tetro e buio baratro creato da te stesso. Anche perché, per quanto amici e parenti possano sostenerti, se non vuoi salvarti la vita, appena esci, ricominci. Tutta lo show delle cliniche è una cazzata, sono solo un posto dove i parenti nascondono la persona "malata" per fare finta di essere una famiglia felice e senza problemi.
Dalle dipendenze ne esci con le tue forze, lo so, ho provato sulla mia pelle!
Cazzo, potrei intervistarmi da solo e consegnare il compito per la fine dell'ora, ma sono previsti intervistatore e intervistato, quindi non posso farlo.
A questo punto rimangono due alternative: 1) rinuncio facendomi bocciare; 2) soccombo facendolo.

Il cuore inizia a saltarmi nel petto come un coniglio, i polmoni fanno entrare e uscire aria troppo in fretta. Sto avendo un attacco di panico, tornare là significa riesumare il mio ricordo nel periodo in cui l'unico sforzo era quello di aprire la bottiglia successiva. Come ci si sente? Fa schifo. È tremendo come il contenuto di una bottiglia possa controllarti la vita e tu ne sia dipendente, totalmente ossessionato, tanto da ingurgitarne ancora, a litri. Quella roba controlla il corpo in una maniera spaventosa, s'impossessa dei pensieri e del corpo e non hai più controllo sulle tue azioni.

Una ragione per innamorarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora