CAPITOLO 21 - STELLA

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Mancano circa tre mesi e mezzo alla fine dell'anno scolastico – per inciso termina a fine giugno – e sono passate altre due settimane. La vita ha trovato il suo ritmo, scuola, lavoro e hobby. Ho letteralmente obbligato Olana ad affrontare la vita, l'ho costretta a fare alcuni dei miei lavoretti, le ho affidato clienti poco esigenti e lavori semplici, per cominciare. Tutto questo perché Egidio Stuart ha confermato che, la ArtIsTopic, ha deciso che gli piaccio. Per ora, avendo firmato per uno stage, tutti i miei lavori passano in secondo piano, in primis devo lavorare per loro. Spediscono il file con le richieste per un volantino promozionale o la copertina di un libro ed io devo colorare, modificare o creare ciò che vogliono. Terminato lo stage andremo incontro a due opzioni: 1) frequentare la loro accademia; 2) firmare un contratto. Sono molto indecisa sul da farsi, ma è presto per pensarci.

Esco dall'aula dirigendomi verso la prossima. Ecco un'altra costante che ha trovato il suo ritmo nella mia vita: Evan. È ostinato come pochi, non gl'importa più d'esser visto da altri mentre mette i regali nel mio armadietto, praticamente ogni giorno, se ne frega del pensiero altrui, finalmente!

Purtroppo devo starmene al mio posto, posso solo guardarlo mentre cambia, mentre cresce, perché c'è un'altra costante: Kate Lockwood che si diverte ancora a giocare coi miei voti. Quando ha saputo del progetto della Rotter – al quale peraltro abbiamo preso un voto eccellente – ha dato di matto. È venuta a casa mia e ha scritto sulla porta ASSASSINA con la pittura rossa, poi ha scattato una foto e l'ha pubblicata sui social minacciandomi ancora di pubblicare l'intero fascicolo. La gelosia spinge le persone a fare cose terribili.
Sarà pur vero che Evan ed io abbiamo consegnato insieme il progetto, però era circa un mese che non gli stavo vicino, e non serve certo Kate a ricordarci quanto siamo differenti. L'ultima volta, infatti, ricordo di averlo mandato alla ricerca di un libro e si è perso tornando a mani vuote. Ho riso talmente tanto da essere cacciati dalla biblioteca, soprattutto perché il libro in questione era sullo scaffale dietro di noi! È un pesce fuor d'acqua in biblioteca, così come lo sono io in palestra. Facevamo un test su quanti palleggi riuscivamo a fare con la palla medica prima che ci scappasse di mano; ne ho fatti dieci perdendo pure l'equilibrio cadendo davanti alla classe, lui ne ha fatti venticinque, era impressionante, se la palla cambiava direzione si spostava con essa, uno spettacolo, davvero.

Perciò non ci servono le continue voci di corridoio a ricordarci quanto siamo diversi, lo sappiamo, eppure proviamo sentimenti forti l'uno per l'altra, nonostante dovremmo odiarci per le troppe diversità. Ha capito di non doversi vergognare ad essere sé stesso, tuttavia asseconda ancora i loro capricci. Vogliono che torni quello di prima e lui obbedisce, indossando più maschere di quante ne possa sopportare. Già, esatto, perché lui le odia le sue maschere, ci sta scomodo ed ha ragione a sentirsi intrappolato. Dovremmo essere liberi di esprimerci come vogliamo, con educazione e rispetto reciproco, invece, non solo lottiamo contro gli adulti perché vogliono farci imparare a stare zitti, soccombere allo sfruttamento e comandarci a bacchetta, ma lottiamo anche e soprattutto fra coetanei. Tutto questo odio reciproco a cosa porterà? Ad avere una società individualista, perché non è la tecnologia a farci diventare asociali, ma la mancanza d'ascolto e comprensione. Scegliamo qualcosa anche in base a cosa direbbero gli altri, questa non è libertà, è un'oppressione autoimposta.
Ed è per questo che la relazione fra me e lui è finita, ci siamo fatti condizionare. Kira e Colin infieriscono ricordandomi che se non ci provo vivrò col rimpianto. Lea dice che siamo due cretini perché ci rincorriamo senza accorgercene. Probabilmente ha ragione. Le barriere iniziano a vacillare sinceramente, mi rendo conto di quanto sia cambiato negli ultimi mesi, soprattutto dopo Natale, adesso il bastone fra le rute è Kate. Sento di essere il suo burattino, avendo la mia cartella e il controllo sui miei voti ha in pugno me. È una sensazione terribile!

Ogni giorno, specie dopo il progetto, mi domando cosa ci sia ancora da scoprire di lui e vorrei sedermi per farmi raccontare tutto. Mi manca passare il tempo insieme. Ripenso al bene che ci facevamo a vicenda, le nostre anime intrecciate, la fiamma della passione pronta ad accendersi e spingerci l'una verso l'altro, un fuoco che usa come scintilla l'elettricità prodotta dalla nostra vicinanza, il calore stupendo propagandato in tutto il corpo.
Tutti i giorni penso "E se funzionasse davvero?", ma poi arriva il momento in cui mi guardo allo specchio rendendomi conto che per vivere butto l'immondizia, porto i cani a spasso e faccio le pulizie, mentre lui fa bagni in piscina, giri in macchina e va alle feste, e ci ripenso. Siamo troppo diversi!

Una ragione per innamorarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora