Fish and Kill

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-Ok.- concludo, mi metto di fianco sul divano e appoggio la testa alla mano per guardare dritto negli occhi Jerome.
-C'è qualcos'altro da fare?- lui mi imita e si mette nella stessa posizione, facendomi alzare gli occhi al cielo.
-Vedo che ti stai abituando alla tua permanenza qui.-
-Mh, no. Solo che non voglio morire di noia.- il rosso ridacchia alla mia risposta.
Poi, la risata si spegne e il suo volto diventa incredibilmente serio.
-Jerome? Tutto ok?- non mi risponde.
Allunga una mano e mi accarezza la guancia, facendomi venire i brividi, sposta la mano in alto e mi posiziona una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Ma che sta facendo?
-Temevo di aver combinato un casino che non ti saresti più svegliata.-
Con l'altro braccio, lentamente si alza per avvicinarsi di più.
Mette un ginocchio sul divano, così da guardarmi negli occhi dall'alto.
Non sembra nemmeno lui da come si comporta.
-Ma ora sono qui, non hai combinato un casino.-
Poi, cosa che non avrei mai immaginato, posa le labbra sulle mie, in modo delicato.
Metto le mani sul suo petto e lo spingo via.
-Fai sul serio?!-
-Lydia...-
-Pensi che dopo avermi rapita io possa provare qualcosa per te?- dico in modo molto acido.
Mi alzo e ritorno in camera, mi sdraio sul letto e guardo il soffitto.
Perché mi ha baciata? Non è una cosa da Jerome Valeska. Ma poi sto mentendo a me stessa. Quanto avrei voluto continuare quel bacio, le sue labbra sono tremendamente morbide.
Ma non posso permettergli di incantarmi, sono quasi nel palmo della sua mano, devo cercare di scendere.
Non posso farmi mettere fuori gioco così facilmente.
Anche se lo desidero, lo vorrei tutto per me, stare con lui mi fa sentire stranamente al sicuro.
Marshall però non se lo merita, è un bravo ragazzo e mi ama da molto.
La porta si spalanca interrompendo i miei pensieri.
Io scatto in piedi.
-Esci subito!- gli ordino.
-Ti ho detto che tu qui non sei nella posizione per poter decidere.- ha un tono autoritario.
-Che vuoi fare ora?! Stuprarmi?! Visto che non ci può essere e non ci sarà mai niente tra di noi, ti rimane solo questa opzione.- lui ghigna maliziosamente.
-Sul divano avevi comincianciato a tenere testa al gioco. Se ora ti baciassi, tu non ti rifiuteresti.- lo guardo con aria di sfida.
-Scommettiamo?- incrocio le braccia al petto.
Il suo sguardo diventa ancora più malizioso.
Si avvicina, mi prende il mento e mi bacia la fronte, torreggiandomi con il suo metro e ottanta che, devo dire, risaltano molto sul mio metro e sessanta.
Gli tolgo la mano.
-Vedrai, prima o poi ti arrenderai.- e se ne va via ridendo.
-Aspetta e spera.- bisbiglio tra me e me.
...
Sono passati due giorni da quando il mio rapitore ha... cioé, da quando mi ha baciata.
È quasi sera e Jerome entra nella mia stanza.
-Preparati! Ceniamo fuori!- sobbalzo e lo guardo.
-Stai scherzando? Sei ricercato!-
-Oh, ti preoccupi per me?- inclina la testa e fa il labbruccio.
Sbuffo e mi sistemo i capelli.
-No, sto cercando semplicememte di farti notare cose evidenti.- provo a fare l'indifferente.
-Tu non ti preoccupare. Vestiti elegante.- mi consiglia, poi se ne va.
Decido, quindi, di andare nella "stanza armadio" per cambiarmi
Dopo mille prove, decido di mettermi un vestito bianco abbastanza morbido, con un taglio sulla pancia, abbinata una borsetta argento e delle scarpe dello stesso colore, i capelli pettinati da un lato e un po' di trucco.
Infine, scesi al piano di sotto.
Jerome si sta sistema i polsini; indossa un completo blu scuro, con degli anfibi e una camicia azzurrognola.
Rimango ad ammirarlo, finché non alza lo sguardo e mi riprendo.
In questo momento, è lui che mi osserva incantato.
-Sei bellissima.- dice.
-Me lo hanno detto in molti.- cerco di fare l'indifferente, se pensa che portandomi fuori a cena e facendomi complimenti cadrò ai suoi piedi, si sbaglia di grosso.
Non mi toglie gli occhi di dosso.
-Andiamo?- chiedo.
-Ehm, sì.- sembra che si sia ripreso da un sogno ad occhi aperti, e, ammetto che mi piace quando mi guarda così.
Saliamo su una specie di furgone e, dopo un quarto d'ora, arriviamo davanti a un ristorante molto lussuoso, mi sembra di esserci già stata...
-Come hai intenzione di pagare?- chiedo, mentre guardo il finestrino.
Quando mi volto, vedo Jerome che ha appena finito di ricaricare una semiautomatica calibro 22 mm.
-Chi ha mai parlato di pagare?- chiede per poi ridere.
Scende e sento i portelloni dietro del furgone aprirsi, poi il veicolo alleggerirsi.
Jerome appare davanti al mio finestrino e apre la portiera.
-Madame.- dice mettendosi a lato e allungando una mano.
Io la prendo e scendo dal furgone.
Ci avviamo dentro il ristorante.
-Asseconda il gioco.- mi dice Jerome -Se arriva la GCPD, tu cerca di scappare.-
-Mi pare ovvio.- rispondo.
Perché mai sarei dovuta rimanere con lui?
-Il ristorante è chiuso!- sento dichiarare a Jerome, per poi cominciare insieme ai suoi uomini a sparare mentre mi tiene stretta a sé.
...
La situazione ora è questa: i clienti sono tutti seduti appoggiati al muro con tre uomini che puntano il fucile, il resto degli scagnozzi di Jerome sono stati messi a controllare le entrate e sono seduta a un tavolo col rosso mentre il cameriere ci sta portando il cibo.
Riesco a percepire il terrore nei suoi occhi.
-Signori, ecco la prima portata.- balbetta e appoggia sul tavolo due piatto di riso ai frutti di mare.
Se ne va e noi iniziamo a mangiare.
-Come facevi a sapere che mi piace il pesce?-
-A tutte le ragazze piace il pesce, è un cibo romantico.- ridacchio.
-Un cibo romantico?- chiedo, con ancora un sorriso divertito sul volto.
-Sì, perché non lo è?-
-Il cioccolato è il cibo dell'amore.- rispondo divertita.
-Non penso che vorresti mangiare un pasto intero di solo cioccolato, quindi ho optato per il pesce.-
-Ottima scelta.- ammetto.
Questo momento, questa conversazione e questa cena sembra quasi di farla con una persona normale.
È vero, Jerome può essere simpatico, ma non mi innamoro di qualcuno così facilmente.
Mi è successo solo con Marshall che, dopo un'uscita, ci siamo messi insieme.
Ma con lui è un'altra storia, con noi è stato amore a prima vista e niente potrà cambiare.
Finito il riso, il cameriere ci porta l'aragosta.
Intanto Jerome insiste per parlare e scopro che è più intelligente di quello che sembra, quasi al mio livello.
Sento delle auto frenare e delle portiere sbattere.
-GCPD, non muovetevi!- è la voce di Gordon al megafono.
Mi volto a guardare fuori: sono in molti, tutti armati, non credo che gli uomini di Jerome ce la faranno.
Tra la folla vedo uscire i miei genitori, poi Marshall.
Scatto in piedi.
-Marsh!- grido.
Lui mi vede e la polizia cerca di trattenerlo dallo suicidarsi nel tentativo di salvarmi.
Sento degli spari sul retro e la polizia entrare.
In una frazione di secondo, mi ritrovo la pistola di Jerome puntata alla testa.
Intanto hanno ucciso gli uomini all'entrata principale e ora la GCPD invade l'intero ristorante.
Il panico inizia a farsi largo nella mia mente, non facendomi pensare lucidamente.
-Abbassa la pistola, Jerome!- ordina il detective Bullock.
Il rosso ride.
-Andatevene o le sparo!- risponde.
Noto un luccichio dalla finestra dell'edificio di fronte: un cecchino.
Come se avessi sentito il grilletto e il proiettile avvicinarsi più lentamente del solito, inizio a urlare, respingendo il proiettile impedendo al cecchino di uccidere Jerome.
Ma purtroppo, non avendo ragionato lucidamente, non miro solo al proiettile, ma urlo come le prime volte, colpendo tutti quelli vicini a me.
Jerome si abbassa, ma tutti gli altri cadono a terra, per fortuna non svenuti.
Quando smetto, tutti hanno ancora gli occhi chiusi, così il rosso ha l'occasione di prendermi e di scappare.

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