Le principesse non piangono

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-Quanto manca?- mi lamento per l'ennesima volta.
Jerome fa un inversione a U.
-Che stai facendo?!- chiedo stupita.
-Andiamo al rifugio.-
-E perché stiamo tornando indietro?!-
-Perché è dall'altra parte.- inizio ad arrabbiarmi.
-E perché non siamo andati direttamente là?!-
-Non dirmi che non ti è piaciuto chiacchierare con me?- faccio per ribattere, ma sto zitta e con il broncio torno a guardare fuori.
In effetti ha ragione: mi sono divertita.
-E dov'è questo rifugio?-
-Se la smetti ti ci porto altrimenti ti sparo e ti lascio a bordo strada.- lo guardo allibita.
-Scherzo!- e scoppia a ridere.
Io mi limito ad alzare per l'ennesima volta gli occhi e a guardare fuori dal finestrino.
Iniziando a contare gli alberi, le palpebre si fanno sempre più pesanti, finché non mi addormento.

Sono nel deserto, ma non c'è una luce normale, è debole e rossa come il sangue.
Davanti a me, noto che inginocchiati ci sono Marshall e Jerome.
-Perché siamo qui?- chiedo ma loro non rispondono.
Qualcuno appoggia la mano sulla mia spalla e mi volto: sono io.
-Ma...- non so come reagire.
-Scegli.- dice.
Mi giro verso Marshall e Jerome.
-Come scegli?!-
-Scegli.- ripete lei, con un sorrisetto che non promette niente di buono.
-E perché?-
-Scegli.- ma questa qua conosce qualche altra parola?
-Non posso.-
-Non puoi amarli entrambi.-
-Ma io non amo Jerome.- dicendo queste parole, sento la sensazione di aver mentito a me stessa.
-Sicura?-
-Sicurissima.-
-Quindi puoi ucciderlo.- spalanco gli occhi.
-Cosa?!-
-Uccidilo.-
-No!-
-Ma non lo ami.-
-Questo non vuol dire che lo odio!-
-Puoi amarne solo uno.-
-Io amo Marsh e mi sta simpatico Jerome! Ne amo solo uno!-
-Elimina chi non ami.- ma sono sempre così irragionevole?
-Io non sono te!-
-Tu sei me e questo vuol dire che devi scegliere.- non rispondo.
Inizio a guardarmi introno, con la vista che diventa ofuscata e il cuore inizia ad accellerare: sto avendo un attacco di panico.
In tutto questo, Jerome e Marshall non si muovono e non fiatano.
Ora guardo me stessa: in piedi, con sguardo beffardo e sicuro di sé.
Cosa che non avrei mai pensato di fare, inizio a correre.
Arrivata a l'altra me, uso la forza della rincorsa e la spingo.
Subito dietro di lei si forma un burrone e  precipita.
Inizia a scendere la pioggia.
Terrorizzata, mi avvicino al bordo del varco e vedo me stessa fracellata a terra.
Quindi urlo.

Mi sveglio urlando.
I vetri si frantumano e Jerome cerca di accostare e si tappa le orecchie.
Quando smetto, inizio a piangere, metto le mani sulla testa e inizio a singhiozzare.
Il rosso si toglie la cintura e la toglie anche a me, per poi abbracciarmi.
-Tranquilla.- mi rassicura. -È finito.- ripete.
Ma intanto, nel mio attacco di panico, mi pongo la domanda: perché ho urlato fuori controllo?
Dopo una manciata di minuti che stiamo messi così, cerco di riprendere il controllo di me stessa.
-Possiamo ripartire.- dico, con la voce ancora abbastanza flebile.
Jerome mi guarda ancora una volta, poi chiama uno dei suoi uomini per portare un altro furgone.
Nel frattempo, abbasso il parasole e apro lo specchio: ho gli occhi ancora rossi, il trucco sbavato e un'espressione triste.
Prendo un fazzoletto e inizio col pulire il mascara che è colato, per poi rimetterlo.
Pettino i capelli che sono annodati per il mio agitarsi nel sonno.
Finito di ricompormi, scendo dal furgone e raggiungo Jerome.
-Stai bene?- mi domanda.
-Sai, è strano non vederti completamente pazzo. Comuque sto meglio, solo che non capisco perché ho urlato in quel modo.-
-Nemmeno io, Jade aveva detto che non avresti più fatto questi scatch.-
-Jane.- lo correggo per la millesima volta.
-È uguale.-
Aspettiamo molto e dopo arriva il furgone, saliamo e ripartiamo.
Sospiro e lo guardo, poi, cosa da non credere, appoggio la mia mano sulla sua, che si trova sulle marce.
-Sono contenta di non averti ucciso.- dico sorridendo.
Jerome si gira a guardarmi incuriosito.
-Che?- ridacchio.
-Niente, roba da banshee.-
Picchietto le dita sul finestrino.
-Scusa se prima sono scoppiata a piangere come una debole.-
-Non accetto le tue scuse.- lo guardo allibita.
-Cosa?-
-Hai ragione, sei scoppiata a piangere come una debole.- non pensavo che mi avrebbe risposto così -E sai perché non le accetto?- io non riesco a capire dove vuole andare a parare, quindi mi limito a non fare e dire niente.
-Perché le principesse non piangono.- non so se commuovermi perché mi ha dato della principessa o se offendermi perché mi ha dato della debole.
Sorrido lievemente, accettando il pensiero che lui mi consideri una principessa...
-Hai fame?- mi chiede.
-Un po'.-
-Se vuoi ci fermiamo.- ma non ha capito che è ricercato?
-Sei un criminale e la polizia ti cerca.-
-Ma non ti è ancora chiaro che con una pistola si può fare tutto?- non rispondo.
-Quindi? Vuoi che ci fermiamo?-
-Se per te va bene.- velocemente svolta a sinistra, senza guardare che passasse nessuno.
-Sei impazzito?!-
-Già da tanto.- e ride.
Senza questa risata non sarebbe più lui.

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