I know me

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Finiti i controlli in ospedale, i miei genitori, Marshall ed io torniamo a casa.
-Lydia.- mi chiama subito mio padre appena entriamo -Io e tua madre abbiamo preso una decisione.- già così non promette niente di buono.
-Vogliamo andare a Beacon Hills.- spalanco gli occhi.
-Cosa?! Perché?!-
-Perché?! Beacon Hills non sarà di certo la città più tranquilla sulla Terra, ma almeno non ci sono tanti pericoli come qui a Gotham!- risponde mia madre -E poi là ci saranno di sicuro persone che possono aiutarti con il tuo problema o condizione, come lo vuoi chiamare.- stringo i pugni.
-Il mio non è un problema e non è una condizione, questo è quello che sono io, una banshee, una creatura sovrannaturale che prevede la morte. In più ho imparato a controllare gli urli.-
-Dici sul serio?!- chiede entusiasta Marshall -È una notizia meravigliosa!-
-Mamma, io voglio rimanere qui a Gotham.-
-E invece andremo a Beacon Hills. Non dirmi che non ti piacerebbe abitare in California con la spiaggia e il mare?-
-Veramente è verso la parte interna della California, quindi niente mare.- corregge Marshall.
Mia madre lo fulmina con lo sguardo.
-Ti farai dei nuovi amici!-
-Non li voglio.- sbuffa.
-Non mi importa, andremo a Beacon Hills che ti piaccia o no.-
La guardo con sguardo truce e poi vado a passo svelto in camera mia.
Marsh arriva poco dopo.
-Quanto la vorrei strangolare a volte!-
-Devi capire che lo sta facendo per te, sei stata rapita e si preoccupa per la tua sicurezza.-
-La stai per caso difendendo?- mentre continuo a scrutarlo con le braccia incrociate, lui sembra irrigidirsi sempre di più.
-Prima non mi hai risposto.-
-Non mi hai chiesto niente.-
-E invece sì. Ora rispondi sinceramente: hai paura di me?- non risponde e sospira in modo divertito.
-Qualsiasi risposta ti do tu mi lascierai.- sembra quasi che mi abbia tolto la maschera.
-Rispondi alla domanda.-
-Capisco che Jerome possa averti fatto il lavaggio del cervello, quindi ti perdono se mi vorrai lasciare.-
-Rispondi alla domanda.- ripeto sempre più irritata.
-Non c'è una risposta, perché qualsiasi è sbagliata.-
-Lo prendo come un sì.-
-No.- ma che gli prende? Beh, mi sto comportando in modo strano pure io.
-Io voglio che tu rimanga qui a Gotham.- guardo fuori dalla finestra e poi ritorno su di lui.
-E quindi?- sorride in modo beffardo.
-Ti piaceva la presenza di Jerome, ammettilo, ti sei buttata solo per non fare del male.- apro la bocca per ribbattere, ma la tengo aperta senza pronunciare una parola: non so cosa dire.
-Da quando mi parli così?-
-Da quando mi hai tradito con Jerome.- spalanco gli occhi.
-Cosa?! No! Mi stava solo simpatico, tutto qui.- sbuffa in modo divertito.
-Lydia, ti conosco fin troppo bene, anche se pensi che l'unico che possa capirti sia Jerome.-
-E come darmi torto: lui sa cosa si prova a essere giudicati in modo negativo e a essere guardati male, come se fossi un mostro.-
-Ti ho mai rivolto quello sguardo?-
-Sì, quella notte che ho urlato.-
-Ero preoccupato per te.-
-E io ero la regina Elisabetta.-
-Non prendermi in giro, Lydia. Lo so che Jerome ti ha baciato.-
-E come faresti a saperlo?-
-Ora non ha importanza.- ridacchia in modo inquietante e ghigna.
-Forse è meglio che vai a Beacon Hills- e poi dice una parola, un insulto che mi fa mancare un battito al cuore e che mi fa andare gli occhi in fiamme.
-Come mi hai chiamata?!-
-Sei tante cose tranne stupida, hai sentito quello che ho detto.- gli do uno schiaffo, con tutta la forza che ho.
-Non permetterti mai più di chiamarmi così.- si tocca la guancia arrossata.
Ghigna in modo beffardo, poi inizia ad avvicinarsi pericolosamente.
Indietreggio ma, per mia sfortuna, vado contro il muro.
Marshall mette le mani appoggiate alla parete ai lati della mia testa e mi tiene ferma con il bacino.
-Lasciami andare.- cerco di dire.
Si inumidisce le labbra, poi le appoggia sulle mie in modo violento, facendomi male alla bocca.
Provo ad allontanarlo con le mani ma è troppo forte.
Quanto vorrei che Jerome fosse qui.
L'ho pensato veramente? In effetti sì ed è vero: Jerome sarà pur pazzo, ma non è un porco come Marshall.
-Lydia, che cosa sei?-
Con la coda dell'occhio la vedo di fianco a me.
-Che vuoi ora?-
-Che cosa sei?-
-Ci mancavi solo tu.-
-Sei anche diventata pazza?!- tuona Marshall, cercando di tenere un tono basso per non allarmare i miei genitori.
-Rispondi: che cosa sei?- sto per perdere i sensi dal dolore, ma provo a stare al suo gioco.
-Una banshee.-
-E che cosa fanno le banshee?- finalmente realizzo e ghigno.
-Urlano.- Marshall alza la faccia.
-Cosa?!- metto le mani sul suo petto.
Sento un'energia partire dal ventre e pervadermi il corpo, per poi concetrarsi nelle corde vocali: quindi urlo.
Scaravento Marshall dall'altra parte della stanza.
I miei genitori ci raggiungono.
Smetto.
-Lydia, ma sei impazzita?!- mi sgrida mia madre.
-Mi ha insultato e ha cercato di molestarmi, è semplice difesa.-
I miei rivolgono uno sguardo infuriato verso Marshall.
-E va bene.- mio padre lo fa alzare prendendolo per il colletto e per il retro della maglia, poi esce dalla stanza.
Io e mia madre lo seguiamo fino all'entrata, dove Walter Martin sta letteralmente buttando il mio ex fuori di casa a calci.
-Vattene prima che chiami la polizia!- lo minaccia e poi sbatte il portone.
-Stai bene?- mi chiede.
-Sì, per fortuna non ha fatto in tempo ad andare oltre.-
-E questo è un altro motivo per andarcene al più presto!- dichiara mia madre.
-Lydia, va a fare i bagagli.-

Criminal and Banshee Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora