Sweet Nigthmare

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Mi sveglio e vado a farmi la doccia.
È da una settimana che stiamo in questa casa bellissima: fuori sembra disabitata, ma una volta entrati sprizza bellezza da tutte le stanze.
È abbastanza moderna e tutta sul bianco, nero e rosso.
In più, posso considerare Jerome come un amico: è davvero simpatico e mi fa stare bene.
Finito di asciugarmi, mi cambio e scendo al piano di sotto.
-Buongiorno.- saluto Jerome che sta già mangiando.
-'giorno.- ricambia il saluto.
Mi siedo anche io e prendo un cappuccino.
-Ma fai tu tutto questo?-
-No, ho una specie di domestica che era molto amica di mia madre e ci fa da mangiare.-
-Sul serio?-
-Certo, non mi credi?-
-A volte è difficile credere alle persone se conoscono il sarcasmo.-
-Vero, ma in questo caso sono sincero.-
Annuisco e finisco di bere.
-Allora, oggi quale stranezza mi toccherà affrontare?- si strofina il mento come per pensare.
-Niente in particolare.-
-Guarda guarda, Jerome non ha nulla in programma, strano.-
-Posso sempre organizzare qualcosa sul momento...- si interrompe -Aspetta, io ho un colpo oggi, ma tu devi restare a casa.-
-E che dovrei fare qui?-
-Non lo so, usa la fantasia da banshee.- lo guardo male.
-Basta che non ti eserciti, altrimenti riveli a tutta Roma dove ti trovi.- sposto la lingua nell'interno guancia sinistr, creando una bogna e alzo il sopracciglio.
Velocemente prendo dello yoghurt e glielo lancio, beccandolo dritto in faccia.
Metto le mani alla bocca mentre rido.
Jerome risponde al fuoco con dell'avena, che mi finisce tutta sui capelli.
-Sei un uomo morto!- grido, per poi prendere altro cibo da lanciargli, per iniziare della mouse al cioccolato.
Lui mi bagna con del succo e così via.
Dopo un bel po' di battaglia, il rosso mi prende da dietro, tenendomi ferma.
-No!- vedo che allunga la mano per prendere una torta alla panna: il colmo.
Si avvicina piano, poi me la spiaccica in faccia.
Lui mi lascia e, con le dita, toglio la torta dagli occhi.
Jerome si sta sbellicando dalle risate.
Noto che è avanzata la panna.
La prendo e inizio a spalmargliela grossolamente su tutto il viso.
Ora ridiamo entrambi.
-Mi hai dato qualcosa da fare: pulire il cibo dai miei capelli.- dico ironizzando.
-Visto, io riesco a organizzare sempre qualcosa al momento.-
Le risate iniziano a calmarsi, riducendosi a semplici sospiri.
-Lydia.- mi chiama.
Alzo lo sguardo e lo ritrovo molto vicino.
Con due dita mi solleva il mento (siccome abbiamo quasi più di venti centimentri di differenza).
Si abbassa un po' anche lui, per dopo leccare un punto assaggiando la panna sulle mie labbra.
Poi, inizia a baciarmi, in modo lento ma profondo.
Metto le mani dietro le sue spalle per non cadere.
Mi sento leggera a biaciare Jerome, finché non mi ricordo di Marshall.
-No.- mormo e mi stacco.
Lui mi guarda curioso, mentre mi tiene ancora tra le sue braccia.
-Cosa?- lo allontano spingendolo delicatamente dal petto.
-Marshall non se lo merita.- salgo le scale.
-Vado a farmi una doccia.- annuncio poi.
Tolgo i vestiti sporchi e vado sotto il getto caldo, togliendo superficialmente il cibo.
Chiudo gli occhi e metto le mani dietro la nuca, riflettendo.
Ma non ci resco da tanti pensieri che ho in testa e apro gli occhi: l'acqua è rossa sangue.
Siccome sono in una vasca, l'acqua mi arriva fino ad appena sopra le caviglie, e questo mi disgusta.
Mi abbasso e mi sembra di vedere qualcosa sul fondo.
Allungo la mano e tiro fuori dei capelli rossi, più che altro biondo fragola.
Sul mio volto si dipinge un'espressione terrorizzata e disgustata.
Iniziando ad andare nel panico ogni volta che tiro fuori delle ciocce di capelli, mi vien sempre di più da vomitare.
Mentre continuo a estrarre capelli, una mano afferra la mia e la mia faccia spunta.
-Sono tornata.- dice.
Scatto in piedi e urlo, ma non l'urlo sovrannaturale, è un grido d'orrore.

PROV'S JEROME

È bella, nonostante la faccia sia ricoperta di panna.
Mentre si controlla i vestiti io mi avvicino.
-Lydia.- la chiamo.
Lei alza lo sguardo, scrutandomi con quegl'occhi verdi che ti ipnotizzano.
Alzo ancora di più il suo viso perché è bassa rispetto a me e la trovo una cosa adorabile.
A un certo punto la parte pazza di Jerome prevale e le lecco una parte del labbro.
Ma prima di disgustarla oltre, la bacio, un bacio che non vorrei dare a nessun'altra.
Sento che lei concorda e si stringe ancora di più a me.
-No.- mormora e poi si stacca, ma continuo a tenerla tra le mie braccia.
-Cosa?- chiedo sorpreso, mentre lei si spinge delicatamente via da me.
-Marshall non se lo merita.- inizia a salire le scale.
-Vado a farmi una doccia.- e scompare dalla mia visuale.
Mi siedo sulla sedia.
Sembrava tutto apposto, poi le viene in mente il ragazzo.
-Uccidilo.- e Jerome appare di fianco a me.
-Non posso, mi odierebbe.-
-Fallo sembrare un incidente.- continua a tentarmi.
-Amare una persona vuol dire fare di tutto per renderla felice, e se lei è felice con quel Marshall, io non posso impedirle di stare insieme a lui.-
-Non sta bene con Marshall, lei è adatta a te, tu sei l'unico che la capisce.-
-Basta, va via.- lui scompare, ma non per iniziativa, ma perché si sente un urlo di paura.
-Lydia!-
Corro su per le scale e entro in bagno: è nascosta dietro la tendina e guarda terrorizzata l'acqua nella vasca, che è normale.
Prendo un asciugamano e glielo passo.
Lei mi nota, si avvolge velocemente e mi stringe, con il respiro affannato e il battito accelerato.
-Va tutto bene.-
-È lì.- cerca di dire tra i respiri.
-Chi?-
-È lì.- e continua a ripeterlo.
Ma cosa le sta succedendo?

FINE PROV'S JEROME

Criminal and Banshee Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora