CAPITOLO 18

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Mi ritrovo davanti alla casa di mia sorella. Busso.

Quando mi apre la porta, vedo i suoi occhi farsi lucidi in un attimo. Sono decisamente più magra di come mi aveva visto l'ultima volta, ed inoltre indosso una felpa con il cappuccio tirato su, in modo da nascondere l'assenza di capelli e del seno destro.

Allunga la mano e mi toglie il cappuccio. Visto questo, scoppia a piangere e si lancia tra le mie braccia.

<no no no e ancora no. Non può essere. Ancora, La?>

La abbraccio più forte ed inizia a scendere anche a me qualche lacrima. Mi faccio strada ed entro. Ci sediamo sul divano e le racconto tutto.

<sei una stupida, dovevi dircelo. Lo sappiamo che sei forte, ma questo è troppo per tutti>

<mi siete mancati tutti da morire Lu, ma non potevo rovinarvi ancora la vita.>

<dobbiamo andare da mamma e papà.>

<ok fammi prima cambiare, mi sono sporcata la felpa>

Detto questo, mi tolgo la felpa e Ludovica si blocca. Mi fissa, o meglio fissa i miei seni. Indosso una canotta molto attillata e si vede l'assenza del seno destro.

<non c'è più, ma fra qualche mese me ne impiantano uno nuovo e più bello>

Scoppiamo a ridere e mi rivesto, la prendo per mano e ci avviamo verso casa dei nostri genitori.

Abbiamo bussato e stiamo aspettando che ci aprano.

<ti prego, almeno te non piangere più. Sono ancora qui con voi>
Mi stringe la mano e non la molla, come a sostenermi.

Come sempre, ad aprire la porta è mia mamma. Da tale, nota subito i miei cambiamenti fisici. Mi attira a se e mi abbraccia forte. Sento la felpa che, all'altezza della spalla, si inumidisce e capisco che mamma sta piangendo.

<shhh, calmati. Sono qui. È tutto passato, ora sto bene>

Entriamo e, mentre mamma va a chiamare papà, io vado in cucina con Ludovica a prendere un bicchiere d'acqua.

Ci sediamo al bancone per chiacchierare. È agosto anche qui e non riesco a sopportare la felpa, fa troppo caldo. In casa nostra ha sempre fatto particolarmente caldo in estate. È esposta al sole tutto il giorno ed i muri trattengono il caldo.

Rimango in canotta.

Improvvisamente sento un singhiozzo. Poi un altro ed un altro ancora. Non ho mai visto piangere mio papà, è la prima volta in assoluto, ma la sua faccia è distrutta.

Mi alzo velocemente dallo sgabello e mi butto fra le sue braccia. Lo abbraccio forte e mi lascio cullare. Tra le sue braccia sono sempre scomparsa, e stavolta la cosa non cambia. Mi abbraccia e mi sento al sicuro, sono braccia forti le sue, sono braccia che hanno sopportato infiniti pesi della vita, senza mai arrendersi, sono braccia che mi hanno sempre fatta sentire potente e sicura di me stessa. Sono braccia che han sempre avuto la capacità di darmi amore, di accompagnarmi nella vita, di lasciarmi andare al momento giusto e di riprendermi. Riprendermi perché adesso ne ho estremamente bisogno, ho bisogno di mio papà, ho bisogno che l'uomo della mia vita mi supporti.

È sempre stato un uomo forte, un uomo deciso, ma oggi è lui che ha pianto più di tutti, anche più della mamma.

<papi, tranquillo. Ho vinto io un'altra volta. Siamo 2-0. Lui non può vincermi, sono troppo forte. È come pensare che la Juve perda contro il Toro. Certo squadre rispettabilissime quelle che la Juve ha incontrato negli anni, ma il Toro è destinato a perdere, ti ricordi? Torino è bianconera! Ecco anche con me funziona così, il cancro è destinato a perdere>

<sei una meraviglia, tesoro mio. Non sai quanto male mi ha fatto rivederti un'altra volta così. Così magra e senza capelli, e poi sta volta anche senza un seno. Penso che non avrei potuto desiderare una figlia migliore. Sei un carro armato, in senso positivo. Tu vai per la tua strada e niente riesce a distruggerti, certo ti colpiscono ma ogni volta ti rialzi, sempre un po' ammaccata, ma tu sei più forte di ogni cosa e prosegui verso ciò che insegui.>

Mi stringe a se e mi lascia un bacio sulla fronte. Non l'aveva mai fatto e questo mi fa rattristare. Mi ricorda Micah, mi ricorda come ci siamo lasciati, quello che ci siamo detti e i suoi occhi. Era delusione pura quella.

Ludovica se ne accorge e mi aiuta ad uscirne con i miei.

<allora ti piaceva il mio disegno>

<hai visto? Ti piace il mio tatuaggio?>

<non poteva che uscire bene, l'ho disegnato io>

Tutti felici mamma e papà si offrono di ospitarmi per qualche tempo. Gli ho spiegato che ne ho bisogno. che ho bisogno di un po' di aria pulita di campagna e di stare in famiglia, con le persone che mi amano.

Spazio Autrice: ciao a tutti, come promesso sono tornata a pubblicare nel breve, senza assentarmi! Buona lettura a tutti e buona serata :)

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