Conto alla rovescia

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Era sempre stata definita come strana o diversa. Nessuno si era mai preoccupato di conoscerla fin nel profondo, ma questo le era sempre piaciuto da morire; non avrebbe mai sopportato di essere vista come il resto del mondo. Oltretutto, lei odiava il resto del mondo.

                                                                                                                                                                                                         La giovane dai capelli rossi abbandonò sconsolata il libro che stava leggendo e si diresse verso la finestra, scostando le tende che aveva chiuso poco prima per impedire alla luce di entrare. Il sole picchiava forte, quel giorno di agosto. Numerosi bambini, approfittando dell'alta temperatura, avevano preso la saggia decisione di scendere in strada, dove avevano popolato il marciapiede di fronte alla sua casa di giochi, risate e allegria. Sembrava che si divertissero un mondo, almeno loro. Un tempo, alcuni anni prima, anche lei era stata felice allo stesso modo. A Petunia non era mai piaciuto molto correre e giocare all'aperto, ma sotto le sue suppliche aveva sempre ceduto. Da bambine avevano spesso camminato fino al parco, dove c'era una grossa altalena con cui giocare. Petunia la spingeva e lei le urlava di portarla sempre più in alto. Finché, un giorno, non era successo che Lily si era davvero librata in aria come una farfalla. Il suo corpo si era staccato dall'altalena ed era planato dolcemente verso terra, senza che lei si fosse minimamente resa conto di che cosa fosse successo. Solo dopo aver visto l'orrore negli occhi di Petunia aveva capito di aver combinato qualcosa di male. Aveva cercato di convincere la sorella a parlare, a spiegarle che cosa ci fosse di sbagliato, se lei era in grado di fare certe magie. In fondo, non era mica un mostro. Era sempre Lily Evans, solo con qualche dote in più. Ma Petunia non aveva mai voluto sentir ragioni. Era corsa a casa a raccontare tutto alla mamma, singhiozzando disperata. Da quel giorno non era più venuta a giocare con lei. Anzi, per la precisione, da quel giorno aveva iniziato persino a fingere di non avere una sorella. Sulle prime Lily ci era rimasta molto male, ma le cose erano sembrate finalmente essersi messe per il verso giusto quando aveva incontrato Severus Piton. Da piccola, Lily aveva sempre avuto molti amici: gli altri bambini con cui andava a scuola, il vicinato, le figlie delle amiche della mamma. Ma da quando Petunia aveva iniziato a mettere in giro la voce che lei fosse pazza, un mostro, tutti avevano preso ad evitarla. Nessuno voleva più giocare con lei, nessuno le rivolgeva la parola, nessuno voleva più starle accanto. Finché non aveva conosciuto Severus.

Lily si allontanò con un sospiro dalla finestra, si inginocchiò a terra e aprì un cassetto nascosto sotto il letto, dove teneva conservate tutte le foto magiche. Eccolo lì, il suo ex migliore amico: non amava molto farsi fotografare, eppure Lily era riuscita a immortalarlo in un momento in cui era così concentrato a mettere in pratica la sua specialità, ossia preparare pozioni, da non essersi nemmeno accorto che lei lo stesse fotografando. Sev non era mai stato bello, tuttavia Lily, col tempo, aveva imparato ad apprezzare sempre di più il suo aspetto trasandato e i lunghi capelli neri che gli cadevano sul volto. Più volte aveva cercato di convincerlo a tagliarli, ma non c'era stato nulla da fare. Severus c'era stato per lei in momenti in cui non sapeva nemmeno dove andare a sbattere la testa. Petunia non l'aveva mai apprezzato, ma d'altro canto era raro che qualcuno le piacesse. Quando, un giorno, l'aveva spiata mentre tornava a casa con lui, non aveva fatto altro che prenderla in giro per tutta la sera, senza sapere quanto Severus fosse in realtà una persona meravigliosa. Senza il suo aiuto, Lily non avrebbe mai capito fino in fondo che cosa significasse essere una strega, destinata a studiare la magia ad Hogwarts. Non avrebbe mai compreso che cosa fosse Azkaban, o un Dissennatore, se non ci fosse stato Severus a spiegarglielo. Tutto il mondo magico le era sembrato subito più chiaro e luminoso, dopo i suoi fantastici racconti.

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