L'atmosfera che c'era nell'ufficio di Lumacorno era decisamente troppo sopra le righe per i suoi gusti, ma tutto sommato Marlene McKinnon si stava divertendo. Sirius era andato a prenderle da bere e lei era rimasta ad aspettarlo seduta ad uno dei tavolini illuminati. Si godette per un po' lo spettacolo di Lily e James che ballavano insieme: erano una coppia così deliziosa che non si poteva fare a meno di ammirarli. Peccato che fossero entrambi due sciocchi e non si decidessero a capirlo. Poi il suo sguardo saettò rapido verso Sirius, che in quel momento stava chiacchierando con Frank Paciock all'angolo del bancone. Due sere prima avevano combinato l'impensabile sul pavimento del bagno dei Prefetti e quel ricordo la fece stranamente sorridere. Chissà che faccia avrebbero fatto i Prefetti, se solo avessero saputo... << Come mai così assorta, McKinnon? >>. Marlene sussultò di colpo << Black! Mi hai spaventata >>. << Scusami, non ho potuto resistere. E' tremendamente bello beccarti mentre sogni a occhi aperti >>. Felpato le allungò una Burrobirra ghiacciata e poi si sedette accanto a lei. << Stavi forse pensando a due sere fa? >>. Marlene si voltò a fissarlo. Aveva utilizzato lo stesso tono di quando facevano sesso, sensuale e al tempo stesso autoritario. Sebbene fossero andati a letto insieme un sacco di volte, le capitava di reagire a quella voce ancora come un'automa. Non appena la sentiva, si trasformava in una creatura il cui unico obiettivo era soddisfarlo. Inutile dirlo: Sirius Black aveva qualcosa che le faceva perdere la testa. Incrociò il suo sguardo e gli disse la verità << Sì, pensavo proprio a quello >>. << Bene. Nemmeno io riesco a levarmelo dalla testa. Quindi adesso potremmo andare nei bagni e...>>. << Insomma, Black! Siamo ad una festa, è maleducazione isolarsi >>. Marlene ridacchiò di fronte alla sua espressione sbigottita e gli posizionò una mano sulla coscia. Sirius deglutì piano << Attenta. Se continui a provocarmi così, sarò ben felice di essere maleducato >>. Un brivido di passione le corse lungo la schiena, così Marlene afferrò la sua Burrobirra e ne bevve metà in un sorso. Sirius, divertito, rise di gusto e la imitò subito. Poi fortunatamente ebbe la saggia idea di proporle di ballare, poiché Marlene era sul punto di saltargli addosso. Fu più che felice di seguirlo in mezzo alla pista da ballo. La musica le piaceva da impazzire, così cominciò ad ancheggiare a tempo. Poi Felpato le posizionò le mani sui fianchi e la attirò verso di sé. La fanciulla intrecciò le dita dietro la sua nuca << Non avrei mai detto che tu ballassi >>. << Infatti detesto ballare. Ma credo che il ballo sia un po' come il sesso: con la partner giusta, ci si lascia guidare dall'istinto >> Sirius si inclinò verso di lei e le sussurrò all'orecchio << Mi sembra di averti dimostrato che sono bravo in quel settore >>. Ballarono insieme parecchie canzoni, alcune lente e altre più movimentate, a seconda dei gusti della band. Ogni volta che Marlene gli dava le spalle per fare una giravolta, Sirius la prendeva per i fianchi e le bisbigliava tutto quello che aveva intenzione di farle non appena si fossero appartati. Tanto per cominciare, le avrebbe sfilato il suo meraviglioso vestito acquamarina. Poi... Il ballo e tutta quella tensione sessuale seccarono terribilmente le loro gole, così Sirius le disse di aspettarlo e andò a prendere altre due Burrobirre. Marlene si guardò attorno e vide che Lily era scomparsa. Sperò fosse con James, ma poco dopo lo vide ballare con Rose King, anche se non aveva un'aria molto felice. Ma allora dove diavolo era finita Lily? Non fece in tempo a preoccuparsi che avvertì una mano posizionarsi da dietro sulla sua pancia. Per un attimo pensò che fosse Sirius, già di ritorno, ma poi udì una voce fastiosamente familiare << Sapevo che ti saresti liberata in fretta di quello smidollato >>. Il cuore di Marlene perse un battito dalla paura. Si voltò di scatto e si ritrovò di fronte il ragazzo che non avrebbe mai più voluto rivedere per il resto della vita. << Che cosa vuoi, Rodolphus? La mamma non ti ha insegnato che prima di allungare le mani su una donna è d'uso chiederle se vuole ballare? >>. La pista era molto affollata, dunque non poteva allontanarsi da lui. L'alito di Rodolphus sapeva di vodka e il suo volto, di per sé molto attraente, era rovinato dalla smorfia arrogante e dallo sguardo pieno di lascivia. << Non fare la timida con me. Tanto lo so che te la fai con quel rinnegato di Black. Quel tizio è sempre piuttosto allegro, ma, vedendo come ti guarda, sono pronto a scommettere che lo stai facendo divertire parecchio. Esattamente come facevi con me >>. Lestrange si allungò per sfiorarle una guancia, ma Marlene lo allontanò con un gesto deciso prima che potesse toccarla. Il solo fatto che le stesse così vicino la riempiva di disgusto. Come aveva potuto starci insieme per tanto tempo? << E dove hai lasciato Bellatrix, per curiosità? >>. << La cosa non ti riguarda >>. << Beh, credo che lei non ti soddisfi affatto, se ora sei qui a fare il cascamorto con me >>. Il viso di Rodolphus si trasformò in una maschera d'odio << Non ti convinene fare la stronza con me, Marlene >>. << Oh, e invece ti sbagli, Lestrange >>. In men che non si dica, Sirius si insinuò fra loro e, nel vederlo, Marlene si tranquillizzò all'istante. Era molto sollevata dal fatto che fosse tornato, tuttavia sapeva che Rod l'avrebbe ridotto subito a pezzettini, quindi si parò davanti a lui come scudo, ma Felpato la scostò e la affiancò, stringendole forte una mano. Per poco Marlene non si sentì svenire dal calore: con quella mossa, Sirius intendeva dirle che l'avrebbero affrontato insieme. << Vattente, Lestrange. Se non la lasci stare, dovrai vedertela con me >> ringhiò. << No, Sirius >> intervenne rapida Marlene << Non voglio che scateni una rissa per me. Rodolphus se ne stava andando >>. Felpato, senza staccare gli occhi dal suo nemico, le accarezzò un braccio << Lo stavo solo informando che la sua presenza qui non è più gradita. Quindi, se ci tiene a riportare tutte le ossa a casa, gli conviene levarsi dai piedi, prima che sia troppo tardi >>. Rodolphus lo squadrò, come se fosse la personificazione dell'arroganza << Lo sai che prima di te ci sono stato io, no, Black? Non credo che un rinnegato come te sia in grado di soddisfare una ragazza più di un vero Purosangue >>. Marlene avvertì il corpo di Sirius irrigidirsi, il che non era un buon segno. Se Rodolphus avesse continuato a provocarlo, era certa che gli sarebbe saltato addosso, così decise di intervenire. << Pensa quello che ti pare, Rodolphus. Resta e divertiti, tanto noi abbiamo ballato abbastanza. Addio >>. Prima che potesse trascinarlo via, Rodolphus decise di dare a Sirius il colpo di grazia << Fammi sapere quando ti stanchi di lei, Black. Me la scoperò finché non mi supplicherà di smettere >>. A quelle parole, Marlene si fermò. Di colpo le tornarono in mente tutte le notti che aveva passato a piangere quando Rodolphus la trattava male e non la degnava di alcuna attenzione. Si ricordò di come lui fosse rimasto impassibile a guardare, la notte in cui suo fratello Rabastan...Lasciò la mano di Sirius, avanzò di un passo e lo colpì sul naso con tutta la forza e la rabbia di cui era capace. In quel gesto ci mise tutto l'odio e il disgusto che provava per lui e per tutti quegli esseri della sua specie. Subito un fiotto rosso colò giù sul viso di Lestrange, che sgranò gli occhi, incredulo. Si portò le mani al naso rotto, sporcandosi le dita con il suo prezioso sangue. Un attimo più tardi, lo sconvolgimento iniziale lasciò il posto ad una rabbia cieca. Sirius capì ciò che stava per succedere prima ancora che Rodolphus estraesse la bacchetta; era miracolosamente riuscito a resistere alle sue provocazioni, ma non avrebbe mai permesso che facesse del male a Marlene. Afferrò il suo braccio con una mano e lo torse all'indietro, facendogli volare via la bacchetta di mano. Alle volte, gli scontri alla babbana erano decisamente più soddisfacenti. Poi gli assestò una ginocchiata alle costole e Rodolphus cadde in ginocchio, ansimando. In quel momento, Sirius vide che la combriccola di Lestrange lo stava raggiungendo, con la sua terribile cugina in testa, così afferrò Marlene, che sembrava pietrificata, e la trascinò via dagli appartamenti di Lumacorno. Non aveva ancora pienamente realizzato che quella ragazza così esile e delicata aveva messo al tappetto un ragazzo grosso il doppio di lei, ma si sentiva estremamente orgoglioso. La fece sedere sui gradini della sua Sala Comune, si stracciò un pezzo di camicia e le pulì il sangue che le era schizzato sul viso e sul collo. Poi afferrò la bacchetta e fece apparire dal nulla un cubetto di ghiaccio. Marlene si riprese proprio in quel momento << Oh, che cosa ho fatto? >>. << Hai dato una bella lezione al tuo ex fidanzato >>. Sirius si sistemò accanto a lei e la aiutò a distendere le dita. Lei gemette di dolore e arrossì. Lui controllò cautamente i movimenti e la forza della sua mano, poi le appoggiò il ghiaccio sulle nocche. La fanciulla sospirò di sollievo << Grazie >>. << Sei stata fortunata. Non credo sia rotta, ma ti farà male per qualche giorno >>. << Mi dispiace. Non capisco come sia potuto accadere >>. << Capita a tutti di perdere il controllo >>. << A me mai >>. << Sei un essere umano, rassegnati >>. Lei scoppiò a ridere, ma una fitta di dolore smorzò subito la sua allegria, sebbene avesse cercato di fingere che non fosse successo nulla. << Non c'è nulla di male ad ammettere che sei in difficoltà, sai? Non devi sempre essere forte >>. << Sì, è solo che io non...non ho mai...>>. << Lo so, capisco come ti senti. Non avresti voluto che la violenza facesse parte ancora della tua vita. Ma il fatto che tu abbia dato un pugno sul naso a un idiota non significa che tu sia una persona violenta >>. Marlene lo osservò << Come facevi a saperlo? >>. << Riconosci subito chi è tormentato quanto te. Credo che tu abbia sentito parlare della mia famiglia, la Nobile e Antichissima Casata dei Black. I miei genitori non sono altro che due parassiti di Voldemort e il mio fratellino...beh, è diventato come loro. Ma almeno la tua famiglia si è ribellata in tempo alle idee dei Mangiamorte >>. La fanciulla rimase in silenzio per qualche istante, poi sospirò profondamente e disse << Sì, i miei genitori si sono ribellati. Dopo aver constatato le assurdità dei discorsi sulla purezza del sangue, mio padre e mia madre hanno chiesto di potersi ritirare dai Mangiamorte. Naturalmente a nessuno è concesso questo permesso senza un'adeguata punizione, così...>>. Si fermò e Sirius capì che, se non l'avesse forzata a parlare, non avrebbe mai potuto capire fino in fondo da che cosa era tormentata << Di me puoi fidarti, lo sai >>. Lei annuì e alcune lacrime iniziarono a rigarle le guance << Fa così male ricordare...due anni fa, appena prima che rompessi il mio fidanzamento, Rodolphus e suo fratello maggiore, Rabastan, vennero a casa nostra. Dovevano aver appena saputo della nostra ritorsione ed erano venuti per parlare con mio padre, ma lui non c'era. Avevo appena quindici anni ed ero sola con mia madre...non riuscimmo a difenderci. Rabastan...lui...ci bloccò entrambe a terra e...e abusò di noi. Ci chiamò "le puttane rinnegate" e disse che avrebbe riportato al Signore Oscuro ogni nostro grido, ogni nostro lamento e ogni nostra supplica. Da quel momento nessun altro Purosangue avrebbe potuto rivolgerci la parola perché, ai loro occhi, eravamo peggio della feccia. E durante tutto quel tempo...Rodolphus rimase a guardare. Non fece nulla, capisci? Diceva di amarmi, ma rimase a guardare ridendo suo fratello che mi stuprava, senza muovere neppure un dito. Quando mio padre tornò, ci trovò in un lago di sangue e questo...questo fu il prezzo che dovette pagare, per aver abbandonato Voldemort >>. Felpato rimase senza parole. Non si sarebbe mai aspettato che la vita di quella fanciulla avesse tante ombre quanto la sua, eppure erano più simili di quanto immaginasse. Un odio viscerale si impadronì di lui, lo stesso odio che l'aveva costretto a fuggire di casa, lontano da quegli esseri abominevoli che non si potevano neanche definire persone. Le vedeva, proprio sotto i suoi occhi: la giovane Marlene, con i capelli lunghi legati in due trecce, e sua madre, una bella strega che gli era capitato di intravedere alle cene Purosangue, costrette a giacere immobili mentre un uomo con la faccia identica a quella di Rodolphus Lestrange le violentava...era una scena così raccapricciante che si portò una mano sulla bocca, trattenendo un conato di vomito. << Adesso lo sai >> singhiozzò Marlene, gli occhi azzurri pieni di lacrime << Ora conosci il mio terribile segreto, il marchio che mi segnerà a vita >>. << McKinnon...>>. << Ora non mi vorrai più, ti farò certamente ribrezzo, dopo questa rivelazione...>>. Sconvolto, Sirius la prese fra le braccia e la strinse forte, baciandole i capelli. << Marlene McKinnon, hai almeno una vaga idea di quanto tu sia fantastica? Io ammiro il tuo coraggio, ammiro tuo padre per le sue idee, ammiro tua madre per sua forza di volontà...ma soprattutto ammiro te, sciocco esserino meraviglioso. Hai dimostrato di essere una ragazza degna delle tue origini e io...io...non posso nemmeno esprimerti a parole la mia stima >>. Marlene si abbandonò fra le sue braccia e lui le accarezzò la schiena con dolcezza, lasciando che le sue emozioni venissero finalmente a galla. << Sei la creatura più bella e coraggiosa che io abbia mai conosciuto, McKinnon. E anche la più stronza >>. Marlene ridacchiò piano, poi lasciò andare la testa sulla sua spalla << Sirius...perché non mi chiami mai per nome? >>. Felpato trasalì, così le passò la sua giacca << Tieni, mettiti questa. Ti terrà caldo >>. Le concesse di restare appoggiata a lui e giocherellò con i suoi capelli di ebano, restando in silenzio a riflettere su quanto aveva appreso. Poco dopo Marlene si addormentò, esausta dopo aver pianto a lungo, ma Sirius continuò lo stesso ad accarezzarla. Poi si ricordò tristemente che, fra non molto, il loro patto sarebbe scaduto.
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Odi et Amo
Fiksi PenggemarDue ragazzi. Semplici. Appartenenti a due mondi completamente diversi, ma con delle passioni in comune. Ecco di cosa parla questa storia. Si erano conosciuti per il volere del caso, sette anni prima, su un treno diretto a Hogwarts; uno tanto arrogan...