•Quella sera, nel cielo notturno e scuro di Seoul, vi era una bella e luminosa luna piena.
Era notte inoltrata e finalmente Taehyung era di ritorno dal lavoro.
Stava camminando a passo svelto per il marciapiede illuminato, poco distante dall'appartamento, con il solito sacchetto pieno di cibo per Hoseok, fischiettando allegramente un motivetto.
In quell'ultimo periodo non aveva avuto un attimo di pace. Era oramai abituato a fare le ore piccole, soprattutto dopo che gli era stato detto che sarebbe andato in tour.
Aveva deciso di impegnarsi il doppio, per non far rimanere le fan e i membri insoddisfatti, ma soprattutto, la persona di cui si preoccupava di più, Hoseok.
Non voleva deluderlo, in nessun modo, soprattutto dopo averlo trascurato per tutto quel tempo.
Di lì a pochi giorni sarebbe partito, era arrivato agli sgoccioli, ma nonostante questo cercava di migliorarsi sempre di più, ogni giorno, fino a tardi, per quanto potesse.
Non sarebbe mai riuscito a dimenticare quel pomeriggio di una settimana prima, in cui il manager si era fiondato all'interno della sala prove, trovandolo completamente distrutto dopo un pesante allenamento extra con Hoseok.
Oramai gli allenamenti in più facevano parte della loro routine, a causa delle loro frequenti assenze alle prove con gli altri per motivi di cui è meglio non parlare.
Lo aveva guardato negli occhi e con un tono di voce alto gli aveva detto che il capo dell'agenzia aveva deciso di mandarlo in tour sia in Asia che negli Stati Uniti.
La bottiglia d'acqua che Taehyung stava tenendo tra le mani era caduta, facendo riversare il contenuto nel parquet chiaro.
Hoseok gli aveva lanciato uno sguardo a metà tra il sorpreso e il terrorizzato.
Al minore ci volsero un paio di minuti per elaborare l'informazione e non appena ci riuscì, si sentì al settimo cielo.
Hoseok si era avvicinato a lui, con un mezzo sorriso sulle labbra e lo aveva abbracciato, congratulandosi.
Nonostante però il maggiore avesse fatto quel dolce gesto nei suoi confronti, il biondo sapeva che ci era rimasto male.
Non voleva separarsi da lui.
Per questo, ogni sera, aveva continuato a comprargli lo spuntino notturno e a riempirlo di coccole, nonostante il caldo afoso di Luglio.
Tolse la chiave dalla tasca per aprire la porta dell'appartamento, ma proprio quando stava per inserirla nella toppa, vide un sottile fascio di luce provenire dalla fessura formata con il pavimento.
Confuso dal fatto che qualcuno fosse ancora sveglio, mise una mano sulla maniglia e aprì, entrando, togliendosi le scarpe e gettando il borsone a caso davanti all'entrata.
Subito due voci distinte arrivarono al suo orecchio: quella assonnata di Namjoon e quella piagnucolosa di Hoseok.
"Namjoon, vuole abbandonarmi" mugolò il rosso, lamentandosi con una voce da bambino.
"Aish, hyung, sono tutti tuoi film mentali! Fatti mettere il pigiama e vai a dormire!" replicò disperato il leader, sbuffando sonoramente.
A quel punto Taehyung, preoccupato e decisamente frastornato, si precipitò in soggiorno, dopo essersi chiuso la porta alle spalle.
Ciò che vide dopo non gli fece per niente piacere.
Hoseok aveva spezzato la loro promessa.
Aveva bevuto fino a stare male.
Di nuovo.
Il rosso era visibilmente ubriaco fradicio, steso disordinatamente sul divano in boxer con soltanto il pezzo superiore del pigiama. I suoi occhi chiusi erano increspati di lacrime. In una mano teneva il cellulare, mentre con l'altra cercava di spingere via Namjoon intenzionato a mettergli i pantaloni.
Il biondo si bloccò a quella scena. Incrociò le braccia e lanciò uno sguardo infuocato ad entrambi, attirando la loro attenzione con una tosse finta.
Subito Namjoon saltò per lo spavento e si girò all'improvviso, calmandosi dopo aver riconosciuto la figura di Taehyung.
Lanciò prima uno sguardo a Hoseok, poi portò di nuovo gli occhi sul minore.
"Non guardarmi in quel modo, Tae, io non c'entro niente. È uscito senza dire una parola ed è tornato così un'ora fa" mormorò il leader, passandosi una mano tra i capelli, con un'espressione visibilmente irritata in viso.
"Non appena ha messo piede dentro casa ha iniziato a spogliarsi lamentatosi per il caldo e ora non vuole mettersi il pigiama." sbottò poi, lanciando i pantaloni che non era riuscito ad infilare al maggiore nel pavimento, per poi sbuffare e andarsene in camera sua, borbottando insulti che il biondo non capì.
A quel punto Hoseok, dopo essersi messo a fatica a sedere sul divano, guardò dritto negli occhi il biondo.
"Dov'è Taehyung-" iniziò a parlare il rosso, con voce pastosa, ma subito fu interrotto dalle parole fredde del minore.
"Se continui così avrai problemi di alcolismo." disse, mantenendo le braccia conserte ed un'aria di rimprovero.
Poi, completamente a caso, Hoseok si alzò, iniziando a barcollare verso la porta, facendo cadere il cellulare per terra con un tonfo sordo.
"Dove credi di andare, Hoseok?"
Prontamente il minore lo prese per i fianchi e lo trascinò di nuovo seduto.
"LASCIAMI, NAMJOON" si lamentò piagnucoloso l'altro, mettendosi una mano sulla fronte per il mal di testa.
"IL FOTTUTO PIGIAMA NON LO METTO!"
"Sono Taehyung."
Hoseok si bloccò un momento, guardandolo attentamente.
"Sei venuto qui per mentirmi di nuovo?" sussurrò a quel punto, con voce rotta, segno che presto probabilmente sarebbe scoppiato a piangere.
Il minore, dopo essere rientrato in casa ed averlo trovato in quelle condizioni, aveva sentito un impeto di rabbia prenderlo, un calore forte allo stomaco che avrebbe potuto farlo esplodere da un momento all'altro, come fosse una bomba ad orologeria.
Poi però, dopo aver sentito le parole di Hoseok, la sua rabbia si era affiancata alla sensazione di colpevolezza, come se le condizioni in cui era ridotto in quel momento, fossero state causate proprio perché l'aveva trascurato per tutto quel tempo.
Deglutì e si sedette di fianco a lui, cercando di non farlo scoppiare a piangere e comunque di capire cosa avesse fatto in sua assenza.
Gli passò una mano sulla guancia e portò via le lacrime rimaste sugli zigomi.
"Dove sei stato?"
Il maggiore a quella domanda sembrò riflettere, ma invano.
"Non lo so" mormorò in risposta, lasciando che la testa gli cadesse sulla spalla di Taehyung.
"In un locale, credo" aggiunse poi, mettendosi una mano sulla fronte.
"Ho bevuto troppo."
Il minore sospirò, guardandolo contrariato.
"Non l'avrei mai detto" roteò gli occhi al cielo, accarezzandogli i capelli.
"E ti ricordi cosa hai fatto, per caso?" sussurrò poi, cercando di strappargli dalle labbra qualche informazione.
Aveva un brutto presentimento.
"Nulla. Ho pianto, probabilmente" mormorò l'altro, nascondendo il viso nel suo collo.
Taehyung lo sentì calmarsi, percependo il suo respiro tornare ad un ritmo più regolare.
"Sicuro di non aver fatto nulla..?"
Hoseok sbuffò, mugolando per la frustrazione. Annuì, mantenendo gli occhi serrati e annusando il collo di Taehyung.
In quel momento, il cellulare del rosso, rimasto per terra ai piedi dei due, iniziò a squillare.
Il minore non riuscì a riconoscere il numero, perciò cercò di allungarsi per afferrarlo, ma l'altro non sembrava intenzionato ad allontanarsi da lui per nessun motivo.
Non appena riuscì a sollevarlo da terra, fu troppo tardi per poter rispondere alla chiamata.
Sullo schermo ancora bloccato comparirono varie notifiche di messaggi, tutti provenienti dallo stesso numero sconosciuto.
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𝘼 𝙋𝙚𝙧𝙛𝙚𝙘𝙩 𝙈𝙚𝙨𝙨 .{VHOPE} (interrotta)
Fiksi Penggemar❁ « 𝖢𝗈𝗆𝖾 𝖿𝖺𝗂 𝖺𝖽 𝖺𝗆𝖺𝗋𝗆𝗂? 𝖲𝗈𝗇𝗈 𝗎𝗇 𝗰𝗮𝘀𝗶𝗻𝗼.» 𝖽𝗂𝗌𝗌𝖾 𝗂𝗅 𝗋𝗈𝗌𝗌𝗈, 𝖺𝗌𝖼𝗂𝗎𝗀𝖺𝗇𝖽𝗈𝗌𝗂 𝗅𝖾 𝗀𝗎𝖺𝗇𝖼𝖾. 𝖳𝖺𝖾𝗁𝗒𝗎𝗇𝗀 𝗅𝗈 𝗀𝗎𝖺𝗋𝖽𝗈' 𝖾 𝗌𝗈𝗋𝗋𝗂𝗌𝖾 𝖽𝖾𝖻𝗈𝗅𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾. 𝖨𝗇𝗂𝗓𝗂𝗈' 𝖺 𝗀𝗂𝗈𝖼𝗁𝖾𝗋�...