【Capitolo 13】

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/RAGA FINALMENTE SONO RIUSCITA A SCRIVERE QUESTO CAPITOLO!
Madonna, ho avuto tante interrogazioni e compiti insieme, stavo per morire.
Spero che il capitolo vi piaccia e VI RINGRAZIO TANTISSIMO PER LE LETTURE ^-^

L'aria stava diventando opprimente, dentro quell'aereo.
Con le cuffiette e la musica a tutto volume, Taehyung aveva sperato di riuscire a coprire i tanti pensieri che gli passavano per la testa.
Il suo sguardo era fisso sulla coltre di nuvole al di fuori del finestrino, un misto di grigio e bianco.
La sua mente, però, viaggiava altrove.
Dopo aver aggeggiato un po' con il filo degli auricolari, si ritrovò a sbloccare il cellulare che teneva tra le mani, andando a finire sulla chat che per una settimana aveva cercato di evitare: quella con Hoseok.
Sospirò, iniziando a far scorrere il dito sullo schermo.
Lesse per l'ennesima volta gli ultimi messaggi che aveva ricevuto, ai quali non aveva lasciato alcuna risposta.

My Hobie☀️

24/07
Taehyung, dove sei..??

Non ti ho visto nemmeno in agenzia, oggi...

25/07
Taehyung torna a casa, per favore...
Mi dispiace...

Sono preoccupato...

Perché salti le prove?

26/07
Mi manchi, ho bisogno di te.

Voglio vederti, prima che te ne vada.

Ti prego.

Ieri
Ti amo

Lesse lentamente,
Una parola dopo l'altra,
e presto i suoi occhi divennero lucidi.
Era oramai da una settimana che quella situazione stava andando avanti, il risentimento faceva logorare lo stomaco ad entrambi.
Taehyung, per conto suo, non era riuscito a chiudere occhio nemmeno una sera, rimanendo sveglio per tutta la notte a fissare il soffitto del posto in cui sarebbe dovuto stare a dormire fino alla partenza.
Avrebbe tanto voluto, ogni dannatissima volta, alzarsi, prendere un taxi e andare da lui, per poterlo abbracciare nel sonno e magari lasciargli tanti dolci baci sul morbido retro del collo.
Si era sempre ripetuto di non farlo, di rimanere coi piedi per terra e di concentrarsi sul suo lavoro.
Ma quella stessa mattina, poche ore prima che partisse per l'aeroporto, non c'era riuscito.

Taehyung ebbe modo di apprezzare il soffitto bianco e spoglio della sua squallida stanzetta d'hotel un'altra volta, prima di andarsene in Giappone.
Era illuminata fiocamente dalla lampada al suo fianco, sopra il piccolo comodino.
All'una di notte una notifica lo fece svegliare dal suo stato di trance.
Allungò il braccio tanto da riuscire ad arrivare al cellulare, lasciato da qualche parte tra le lenzuola arruffate.
Si passò una mano sugli occhi, infastidito dalla luminosità troppo alta dello schermo, ed iniziò a leggere un po' ciò che gli era arrivato.
Alcune notifiche erano relative a Twitter, altre erano messaggi di Namjoon, altri di Jimin: chiedevano perché non si fosse più presentato in sala prove, dove fosse e come si sentisse.
Tra di essi, notò una notifica di Hoseok, arrivata un paio di ore prima.
Si stupì quando notò che da parte sua ci fosse solo un messaggio.
Ti amo.
Un semplice ti amo.
Era da giorni che il maggiore continuava a mandare messaggi su messaggi, provando a far rispondere Taehyung.
Il biondo aveva cercato in ogni modo di ignorarlo, di visualizzare senza rispondere e fino a quel momento c'era riuscito.
Ma quel messaggio, però, formato solo due semplici parole, parole che il minore avrebbe voluto sentirsi sussurrare all'orecchio, gli fece mancare il respiro e lo mandò KO.
Si alzò dal materasso con uno scatto, prendendo dei vestiti comodi e mettendoseli in fretta e furia.
Non avrebbe fatto la parte dell'orgoglioso, quella sera.
Lo avrebbe ammesso.
Hoseok gli mancava.
Gli mancava da morire.
E così si ritrovò a trascinare la sua grande valigia verso l'ascensore, poi per il marciapiede, lungo la strada, attraverso il parco, fino ad arrivare di fronte all'appartamento, fregandosene del caldo e delle ore di sonno che avrebbe perso facendo quel gesto.
Deglutì, per poi avanzare deciso e bussare alla porta, ricordandosi di aver dimenticato le chiavi in casa, quella fatidica notte.
Per un attimo ebbe ansia, temendo che ad aprirgli la porta ci sarebbe stato proprio Hoseok, ma poi, vedendo la bassa statura e la chioma di un rosa scarico sulla soglia, si rese conto che si trattava di Jimin, vestito con il suo pigiama poco virile e con una tazza di latte caldo in mano.
Non appena il più basso lo vide, mezzo addormentato, rischiò di far cadere la tazza.
Con un'espressione indecifrabile lo prese per un braccio e lo tirò dentro, per poi chiudere la porta alle sue spalle.
Taehyung trascinò velocemente con se la valigia, ma subito venne scaraventato sul divano da Jimin, il suo cipiglio lasciava trasparire l'irritazione.
Appoggiò la tazza sul ripiano della cucina e tornò a fulminare con lo sguardo il biondo, a braccia conserte e occhi ridotti a fessure.
Taehyung aprì la bocca per spiegare, ma subito venne interrotto da un gesto della mano di Jimin.
"Non voglio sapere dove tu sia stato, cosa sia successo, perché tu sia qui, ma per favore, parla con Hoseok."
Il ragazzo dai capelli rosa fu diretto e coinciso. Aveva delle occhiaie enormi e un'aria stanca.
"Da quando non ci sei é intrattabile. È lunatico e scontroso. Non vuole più uscire dalla sua stanza e continua a supplicare Jin e Namjoon affinché vengano a cercarti."
A quelle parole, Taehyung rimase in silenzio, con sguardo basso.
Fece per dire qualcosa, ma subito Jimin gli mise una mano a tappargli la bocca.
"Non dire niente, vai solo da lui." sussurrò il rosa, supplicandolo con lo sguardo.
Gli indicò, muovendo la testa, la camera da letto che conosceva anche troppo bene e, dopo aver sospirato ed essersi alzato con pigrizia dal divano, Taehyung si trascinò verso la porta.
Bussò, prima di entrare, ma non ricevette risposta.
A quel punto fece pressione sulla maniglia e la porta si aprì lentamente, rivelando la buia stanza, illuminata solo da una piccola lucina sopra al comodino.
Sorrise, vedendo Hoseok profondamente addormentato.
Fece un passo, preso dal desiderio di avvicinarsi a lui, ma il suo piede calciò un pezzo di carta che subito si premurò di raccogliere: era un foglio in cui aveva scritto la canzone per Hoseok.
Oltre ad esso, per terra, un sacco di loro foto erano state sparse ovunque, messe perfettamente a formare un cuore, poco lontano dal letto.
Si mordicchiò il labbro con un mezzo sorriso, scuotendo la testa a quella tenera immagine che avrebbe tenuto impressa nella mente a vita.
Si avvicinò piano al letto, osservando Hoseok più da vicino.
Notò di come si fosse addormentato nel cuscino dove era solito dormire lui, con in dosso una sua maglia larga e, tra le mani, una delle sue camicie preferite, avvicinata al naso per poterne sentire l'odore.
E poi si chiese se fosse stata proprio essa a farlo addormentare, dopo aver visto le enormi occhiaie che contornavano i suoi bei occhi, segno che anche lui, come Taehyung, non aveva dormito bene nelle serate passate.
Probabilmente il maggiore percepì il materasso affondare e una presenza familiare accanto a sè, perché non appena il biondo, oramai stanco di stare lontano da lui, si sdraiò al suo fianco, lui si girò e si accoccolò al suo petto, con un mugolio indistinto.
La mano del più piccolo finì subito tra i capelli rossastri che tanto amava, per accarezzarli piano piano.
Quasi automaticamente lasciò un dolce bacio sulla fronte di Hoseok e le braccia andarono ad avvolgere il suo corpo magro delicatamente, come se quello fosse oramai il loro posto.
Sospirò, rendendosi conto di quanto stesse bene accanto a lui,
di quanto fosse diventato dipendente dal suo odore,
di quanto gli sarebbe mancato nelle settimane a venire.
Chiuse gli occhi, stringendoli forte, quasi come a scacciare via qualsiasi pensiero avesse per potersi godere quel momento stupendo.
Il mugolio proveniente dalle labbra di Hoseok, però, gli fece alzare le palpebre di colpo.
Il maggiore infatti si era svegliato e stava guardando il viso del biondo, illuminato da un soffuso fascio di luce.
Si avvicinò di più a lui, ancora mezzo addormentato, mormorando qualcosa tra i denti.
"Taehyung" sussurrò poi con voce tremante, una volta essersi reso conto di trovarsi tra le braccia del minore e che avesse il suo sguardo preoccupato addosso.
"Che ci fai qui...?" aggiunse, mettendogli goffamente una mano sulla guancia.
Gli occhi del più piccolo erano oramai lucidi e non appena la mano soffice del rosso gli sfiorò il viso, sorrise appena e lasciò che una lacrimuccia solitaria scendesse lungo il suo zigomo.
"Avevo bisogno di te." rispose Taehyung, con un sospiro, deglutendo.
"Non credo che sarei riuscito a partire senza averti rivisto, Hoseok" sussurrò, notando il suo sguardo assonnato perso nel guardarlo.
Il maggiore si avvicinò piano alle sue labbra e vi lasciò un dolce bacio,
un bacio a stampo durato alcuni secondi in più rispetto al solito,
un bacio subito seguito da un altro bacio, e poi un altro ancora,
un bacio dal quale non avrebbero mai voluto staccarsi.
"Sono un idiota, ti faccio soffrire, però Dio quanto ti amo, Taehyung" mormorò Hoseok una volta che si fu allontanato dalle sue labbra, muovendo il pollice sulla morbida guancia del biondo, per accarezzarla.
"Anche io ti amo".
Il minore sospirò, accarezzando piano la schiena del rosso.
"E non sarà la distanza a far sparire i sentimenti che provo per te."
A quel punto, cullato dalle dolci parole sussurrate da Taehyung, Hoseok sembrò rilassarsi e presto si addormentò di nuovo, dopo aver lasciato da parte la camicia per godersi l'odore del suo ragazzo in carne ed ossa.
Il biondo passò parte del tempo a guardarlo con un dolce sorriso, a passargli una mano tra i capelli e ad accarezzargli la schiena, leggermente sudata a causa della maglia che stava indossando con quel caldo terribile.
Poche ore dopo venne svegliato da Jimin, il quale la sera prima si era preoccupato di mettere la sveglia al posto suo e di avvertire i manager dell'improvviso trasferimento, per non fargli perdere il volo.
Taehyung, non avendo il coraggio di svegliare il maggiore per salutarlo ufficialmente, timoroso di come avrebbe potuto reagire, decise di scivolare via dal letto silenziosamente, per poi lasciargli un tenero bacio sulle labbra.

Le parole che lo risvegliarono dal suo stato di dormiveglia furono quelle della voce registrata dell'aereo, le quale annunciava l'imminente atterraggio.
Si stropicciò gli occhi, togliendo le cuffiette dalle orecchie.
Si era accorto di dover fare una cosa, abbastanza importante.
Doveva scrivergli,
Assolutamente.
Non appena fu sceso dall'aereo, mandò un messaggio ad Hoseok.

/spero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo entro domenica :3

𝘼 𝙋𝙚𝙧𝙛𝙚𝙘𝙩 𝙈𝙚𝙨𝙨 .{VHOPE} (interrotta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora