37.I tuoni sembrarono sollevare la cabina, tanto vi battevano forte. Il freddo aveva riempito l'abitacolo, trasformando letto e cuscino in due lastre di ghiaccio. Jonah si rivoltò tante volte da scompigliare le lenzuola. Sopraffatto, si abbandonò a un sonno leggero tormentato da scene grottesche e lampi di luce. Due dita gli toccarono la mano. Fece per balzare in aria quando, nella penombra, scorse una figura indicargli di fare silenzio.
«Usciamo?» sussurrò. All'iniziò gli sembrò scherzasse. Le dita si strinsero attorno al suo polso. «Stai dormendo?»
«No. Da un po'. Usciamo, dai...»
Già quando tirò fuori le gambe da sotto le coperte sentì il freddo invadergli il corpo. Tyler lo condusse fino alla porta. Quando l'aprirono non credettero ai loro occhi.
Il cielo in tempesta scatenava l'ira delle onde tumultuose. Un lampo riuscì a illuminare per intero la cabina.«Dici sul serio?! Non è che sei insonne?»
«Esci, dai... corri fino a lì. Io ti seguo.»
Gli sembrò di star sognando. Fece un passò avanti. Affossò per qualche centimetro nella sabbia bagnata e si voltò a guardarlo.
«Sei pronto? Corri, veloce! Chiudo io la porta!»
L'acquazzone li coprì in pieno, scuotendo i corpi tiepidi e raggelandoli con violenza. La luce del lampione ne illuminò i passi lesti in direzione del camper. Trovarono riparo sotto la pensilina e impiegarono un po' prima di riprendere il fiato perso. Due risate folli colorarono le loro bocche.
«Entriamo, dai...» lo esortò.
Stavolta fu lui a precederlo.
«Ne lasciano sempre una qui...» mormorò facendosi strada. Trovando la torcia, l'accese e la punto verso le cosce nude di Jonah.«Aspetta. Ho qualcosa...»
La poggiò sul bancone e si chinò a cercare negli sportelli. Ne tirò fuori un asciugamano e glielo porse verso la testa fradicia, poi prese una grossa coperta pesante.
«Hai fame?»
Quando era diventato così loquace?
«Dovrebbero avere un termos. Ti piace la cioccolata?»
«Tantissimo» ammise Jonah crogiolandosi nel calore della stufetta elettrica che Tyler accese e puntò verso lui. Si mosse lesto e sistemò tutto a pennello prima di tirar fuori una confezione di biscotti e portarla alla luce.
«Possiamo mangiarli. Puoi, anche tu.»
Si sedette per terra, di fronte a lui, spalle contro il mobiletto e gambe lunghe. Jonah gli allungò un lembo di coperta che accettò volentieri. Nascosti dal frastuono dei tuoni, non badarono a far silenzio o a parlare sottovoce. In quella situazione surreale, Jonah trovò un bel calduccio ad accoglierlo e volle sprofondarvi per intero.
STAI LEGGENDO
Hidewood (Parte 2/2) ↠ [🌈 LGBT+ STORY]
Aktuelle Literatur↻ ↠ [SECONDA PARTE - PUBBLICAZIONI IN CORSO] Una tenda nel bosco, delle labbra che vorrebbero toccarsi. Le mani che si cercano nella notte. Quando nemmeno la luna riesce a far capolino dalle imponenti fronde degli alberi, a ogni passo corrono il ri...