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4.

La mattina seguente avrebbero dovuto prendere i vari novizi e, in coppia, i Lupi li avrebbero accompagnati a conoscere le varie parti del Campus. Di norma, ad Abraham toccava il poter stupire i propri adepti presentando loro il Grande Lago e permettergli di rinfrescarsi viso e mani. Lui sorrideva fiero della loro gioia e camminava fra quei sentieri atteggiandosi da padrone di quel regno meraviglioso.
Tyler avrebbe camminato al fianco di Simon. Sentendo le Ranocchiette piagnucolare per la notte passata fuori casa, gli sarebbe affiorato alla mente il ricordo delle sue prime settimane di Campus, delle notti insonni e dei pianti che nascondeva al fratello. I genitori non ne avevano voluto sapere ragioni. Nulla l'avrebbe più trattenuto a passare un'intera estate in casa, che fossero i libri o gli scarabocchi che si dilettava a fare.

La cosa positiva dell'essere una ranocchia travestita da lupo riguardava il poter fare delle gite in barca o piccole scalate, di avere più flessibilità nel coprifuoco e allontanarsi quando e quanto voleva, senza chiedere alcun permesso, non rischiare d'esser presi di mira o messi sotto torchio per esser dei rammolliti, poter dormire su un letto piuttosto che su una brandina e non avere un bagno da dividere con altre dieci persone.

Eppure, nonostante le agevolazioni, c'erano dei doveri scomodi a cui doveva sottostare, racchiudibili nel comportarsi, parlare, pensare e agire come un vero Lupo. Non era tanto semplice conquistarsi la loro stima quando il solo stare in mezzo agli altri Lupi lo rendeva bersaglio di scherni che mai nessuno avrebbe osato fare a voce alta.

Per quella sera, però, non gli rimase che festeggiare e cenare in un clima allegro e frizzante dove ancora pochi sapevano quali danni era capace di combinare.

Seduto in un angolino della mensa, passò in rassegna le varie facce nuove, cercando qualcuno che avrebbe potuto riconoscere in lui, se non proprio un Beta, almeno un lupacchiotto spelacchiato. Si ritrovò a pensare a come potersi creare una cerchia di seguaci, simile a quella che seguiva il fratello e non lo perdeva di vista nemmeno un secondo, ma si arrese al primo sentore di sonno. Riuscendo a sgattaiolare indisturbato, si chiuse a chiave nel bagno e fece una lunga doccia da cui ne uscì rigenerato.

«Fra novanta giorni sarà tutto finito» mormorò spuntando il giorno numero uno da un piccolo calendarietto che si era portato dietro.

«Ottantanove.»

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Hidewood (Parte 2/2) ↠ [🌈 LGBT+ STORY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora