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16.

Era rilassante trotterellare con lo zaino in spalla accanto al suo fischiettio leggero e al rumore della carriola in avanzata fra i sentieri del bosco. Vi stava entrando per la seconda volta in una giornata, ma non ricordava molto di cos'era successo quando si era imbattuto in quelle stesse strade solo un'ora o due prima.

Di nuovo si perse a osservare di sottecchi le sue orecchie, la mascella e il profilo regolare, gli occhi scuri e curiosi, guizzanti da una parte all'altra. Quando Jonah gli domandò se gli piacesse Lovecraft in un primo momento non capì nemmeno che avesse parlato; quando gli ripeté la domanda, riuscì a sibilare che "Il cane" era tra i suoi racconti preferiti. Jonah ne sorrise allegro e annuì.

«Ti piacciono i racconti dell'orrore?» chiese Tyler.
«I film dell'orrore. Sì, di gran lunga...»
Il detective nel suo zainetto tossì rauco.
«Quelli con le... con le creature spaventose?»
«Killer e psicopatici!» esclamò divertito. «Conosci Hannibal Lecter?! No?! Be', è tra i miei preferiti! Anche le Regan McNeil e i piccoli Omen del cacchio! Adoro i bambinetti indemoniati! A te piacciono?»
«No» disse secco con un tono che lasciava intendere tutto il suo ribrezzo, eppure Jonah ne ridacchiò, quasi lo divertisse.

«Ti fanno cagare sotto!» disse. «Te li immagini sotto il letto o dietro la porta, o accanto al tuo collo non appena spegni la luce... ti mettono i brividi...»
«Appunto.»
«Appunto!» rise. «Per essere uno che sta andando a seppellire un cadavere mi sembri un po' fifone...»

Stretto nelle spalle, cercò di farsi forza e si guardò tutt'intorno. Nessun cadavere sbucava tra le fronde, né i piedi inciampavano su qualche carcassa di ragazzo, eppure l'inquietudine iniziava a crescere, insieme alla consapevolezza d'aver fatto qualcosa di sbagliato senza riuscire a ricordare.

«Di solito mi muovo la notte...» provò a ironizzare.
«Voi Lupacchiotti siete strani...» borbottò. «Oh, hai dell'acqua?»

All'idea di scoperchiare davanti al suo sguardo curioso quel Vaso di Pandora che era il suo zaino, sentì i brividi pervadergli la schiena. Si immobilizzò, il viso chinato, la mente assorta nel vuoto. Non notò l'occhiata che Jonah lanciò allo zainetto, né il suo improvviso bisogno di fare pipì, motivo per cui si allontanò di un paio di metri, nascosto alla sua vista; quando tornò da Tyler, lui aveva una bottiglietta fra le mani e la zip perfettamente chiusa, ermetica. Corse al lago e si sciacquò le mani, poi bevve un lungo sorso dalla bottiglietta, restituendogliela mezza vuota.

In silenzio, Tyler imbracò la carriola e prese a spingerla al suo posto. Si destreggiò alla meno peggio fra i massi, finché non giunsero a un punto che Jonah dichiarò essere "la sepoltura perfetta".

Avrebbero dovuto scavare un po' e non avevano nulla con cui farlo. Quasi non l'avesse sentito, Tyler continuò a camminare assorto; si fermò davanti un cumulo di foglie e quando Jonah lo raggiunse, vide coi suoi stessi occhi una rete sottile sopra la quale giacevano; spostandola vide ch'era profonda circa mezzo metro.

Hidewood (Parte 2/2) ↠ [🌈 LGBT+ STORY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora