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11.

Andò avanti così per giorni. La sveglia suonava alle cinque del mattino per tutti, e i pochi pelandroni rimasti a dormire venivano catapultati giù dal letto. Più temuta dell'acqua gym durante le settimane di villeggiatura, quella palestra ambulante li faceva correre e sudare, sollevare sacchi di patate e portarli da una parte all'altra.

I Lupi davano il buon esempio allenandosi insieme agli altri, e Tyler si sentì meno a disagio a muoversi in mezzo al gruppo di Ranocchiette.
Seduto sul palchetto, coi piedi a ciondoloni, Jonah se ne stava quieto a mangiucchiare la sua colazione e costruire piccoli portachiavi con i lacci doppi che Lucas gli aveva procurato.

Più volte Tyler si era ritrovato a cercarne lo sguardo, ma aveva sempre desistito dal farlo ogni qual volta lui sollevava la testa e si sgranchiva il collo.

Tornava sempre, con la mente, a quel piccolo gesto di ringraziamento e al sorriso di gratitudine che gli aveva rivolto, e nonostante si sforzasse di cacciarlo via, era l'ultimo pensiero con cui si addormentava e il primo con cui si alzava al mattino.

Perfino quando la sera, dopo che tutti avevano fatto la doccia e lui camminava nel buio a tentoni, si ritrovava sotto il getto tiepido con la testolina rimurginante su che fine avessero fatto le sue cose e il suo nascondiglio. Per giorni si ripromise di andare a controllare, ma non mancò che degli imprevisti ne modificassero i piani.

Il giovedì della gara per la quale si erano preparati per giorni, la sveglia suonò con un'ora di anticipo. Si diedero i turni per i bagni e si vestirono in fretta, lasciando la camerata in perfetto ordine. Fecero colazione, intanto che Lucas spiegava loro le regole.

Avrebbero formato i soliti quattro gruppi e ognuno di loro avrebbe scelto chi avere nella propria squadra; avevano pochi minuti per decidere, e il brusio iniziò a crescere.
I Lupi si affrettarono a stabilire un piano e Abraham elencò come si sarebbero suddivisi.

«Io sto con Edward, Jackie e Dennis. Rick, Tyler e Simon in un gruppo. Nial con Tom, Victor e Nathan. Brett sarà con Julio, Kevin e Zack.»

«Siamo in tre» fece notare Simon. «Dobbiamo portarci dietro Toby?»
Il segretario, sentendosi chiamato, sollevò il capo dal suo piatto.
«Tobias è inutile» sputò Ricky, scolandosi la colazione. «Capisco che è l'amichetto di Tyler, ma non vedo il motivo per cui portarcelo dietro. Senza offesa, Froggy-Toby!»
Zack sghignazzò, puntò il dito verso la porta d'ingresso da cui, col viso coperto dal cappuccio di una felpa nera e uno sbadiglio per passo, avanzò Jonah.
Abraham li riportò all'ordine.
«Chi vorresti, sentiamo!»
«Qualcuno alla mia altezza, qualcuno che non sia un rammollito, né una palla al piede. Potresti venire tu con noi, o Zack, o Julio... qualsiasi di voi, ma due rammolliti in squadra son troppi!»

Il gelo calò sulle loro teste e Tyler finse di non aver sentito, sperando invano che fosse lo stesso per il fratello.
Invece di dar di matto, Abraham gli rise in faccia.
«Ti darò qualcuno alla tua altezza, Richard.»

Hidewood (Parte 2/2) ↠ [🌈 LGBT+ STORY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora