36.
Maggie continuò a fissarlo negli occhi vispi. Le bastò fare un cenno con la testa perché lui si precipitasse fuori. Dalla foga con cui uscì, la donna poté capire che non avrebbe ascoltato il suo consiglio sullo stare "a riposo". Pregò che le suture sul viso e sulla lingua non si staccassero un'altra volta.
Jonah scattò verso la camerata e mise le sue poche cose nel borsone; lo caricò in spalla e arrancò fino al pullman carico di ragazzi euforici. Un paio di gradini e il suo sguardo fu il primo che incrociò; Toby, al suo fianco, gli fece cenno di sedersi vicino a Oscar, nella fila accanto alla sua. Si strinse lo zaino al petto. Il suo compagno di viaggi aveva già preso una grossa chewingum e messo le cuffie alle orecchie; con lo sguardo perso fuori dal finestrino gli fece intendere che non avrebbero chiacchierato molto.
Matisse e Lucas salirono per ultimi. Fecero l'appello dei presenti e quand'ebbero finito si sedettero in prima fila, dando segno all'autista di poter partire.
Tyler sembrò sfuggire da ogni tentativo di incrociare ancora il suo sguardo. Pur se i Lupi fossero lontanissimi, occupando le ultime file, continuava a mantenere un profilo anonimo e indifferente nei riguardi di Jonah. Il branco cantò canzoni che solo loro conoscevano. Tyler sembrò impegnato a risolvere un cruciverba. Toby parlottava con questo o quell'altro, stando in ginocchio sui sedili nonostante le raccomandazioni e solo quando Tyler gli disse che in quella posizione, in caso di incidente, sarebbe stato il primo a morire, lui si posizionò per bene e domandò dove fossero le cinture di sicurezza e concentrò le sue attenzioni a leggere gli indizi del cruciverba. Perfino Jonah, a mezzo metro di distanza, pareva tendere il collo per partecipare. Quando il viso paffuto di Toby si voltò verso lui si sentì smascherato, ma il ragazzotto ridacchiò.«Tyler non la sa. Vedi se la sai tu: chi è il gruppo che canta» si voltò a chiedere il nome corretto del titolo, «If you leave me now?»
«I Chicago» rispose senza indugio, quasi fosse ovvio. Vide il dito di Tyler contare sulle caselle, poi la sua matitina scrivervi sopra.
Toby si voltò, lesse un'altra stringa.
«Uno stato asiatico. Cinque lettere.»
Ci pensò su, poi disse: «Cinque? Nepal?»
Tyler scrisse anche quello.
«Il nome del pittore Gauguin» lo sentì mormorare.
«Gauguin?» chiese senza lasciare che Toby facesse da intermediario. «Quello del Cristo ocra?»
«Giallo» precisò Tyler.
«Dovrebbe essere... Paolo... o Paul, visto che era francese...»Non ebbe il tempo di iniziare a divertirsi che il giornaletto delle parole crociate fu infilato nello zainetto e sigillato per l'intero viaggio. Deluso, cercò consolazione in Toby che, scrollando le spalle, si voltò a chiacchierare con un Tyler annoiato e non in vena di socializzare. Invidiò Oscar, la sua bocca spalancata e il suo russare lieve. Quando Edward avanzò fino a Matisse e Lucas per chiedergli un po' di musica, Jonah odiò quella spazzatura commerciale che gli propinarono. Pur se non risolse molto, ficcò le cuffiette alle orecchie e socchiuse le palpebre.
Da giorni, ormai, quelle immagini gli inondavano le fantasie: prima il suo corpo a cavalcioni su lui, poi la sua testa poggiata al petto, la paura con la quale si era alzato di scatto quando aveva sentito il rumore delle ruote del pullman, la fretta con cui era fuggito via, lasciandolo solo e in balia del rossore perenne sulle gote. Avevano scambiato nient'altro che sguardi curiosi nei giorni a seguire, ma lo stesso Jonah sentiva che qualcosa era cambiato.
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Hidewood (Parte 2/2) ↠ [🌈 LGBT+ STORY]
Narrativa generale↻ ↠ [SECONDA PARTE - PUBBLICAZIONI IN CORSO] Una tenda nel bosco, delle labbra che vorrebbero toccarsi. Le mani che si cercano nella notte. Quando nemmeno la luna riesce a far capolino dalle imponenti fronde degli alberi, a ogni passo corrono il ri...