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25.

Quando Tobias balzò giù dal letto fece un tonfo così assordante da far saltare Jonah per aria. Sgranò gli occhi e prese a stropicciarli, mentre il viso pacioccone si schiantava contro il vetro della finestra, formando aloni col fiato caldo. Eccitato, lo invitò ad avanzare e dare un'occhiata.

Pur se fossero le cinque del mattino e fuori piovesse, tutti i Lupi, Simon incluso, erano alle prese con una corsetta sul posto. Battevano forti i loro scarponi sulla terra umida, sollevando zolle rossicce. Bastò un fischio di Abraham perché tutti iniziassero a battere i talloni fino ai glutei, aumentando la velocità.

«Perché si allenano se piove?!» mormorò sistemandosi i capelli arruffati.
«Per mantenersi in forma...» rispose Tobias serio.
«Ah. E... perché li stai guardando da dietro una tendina, se possono vederti?!»

Toby mollò la presa e si voltò verso lui. In quel frangente di secondo scorse appena il viso di Tyler.

«Ti sembrano domande da fare?!»
Scosse la testa e con la punta delle dita spostò un lembo della tendina. Tyler si muoveva da bravo automa, fischio dopo fischio, arrancando dietro le gambe svelte dei compagni di squadra; seppur i suoi occhi fossero fissi nel vuoto davanti a lui, con la mente sentiva dove si stava protendendo la sua aura: verso quello sguardo a mandorla che continuava a spiarlo, ne era sicuro.
Presi da quei bisbigli, altri ragazzi si svegliarono e non persero tempo a precipitarsi alla finestra. Testa a testa, dopo un po' non ci fu nemmeno il bisogno di nascondersi dietro la tendina. Quando Zack li vide sembrò felicitarsi della loro presenza. Mandò un bacio in loro direzione e con fare teatrale sfilò via la maglia e la lanciò su uno steccato, mantenendo il corpo tonico in bella vista. Ricky, preso da un senso di sfida tutto suo, non tardò a seguirlo. Quando fu il turno di Julio, Toby sgomitò per mantenere il suo posto in prima fila.

«Sbruffoni...» mormorò Jonah a denti stretti. Miguel, una Ranocchietta dalla lingua lunga, disse: «Perché non lo fai tu, allora?!» e lui non perse un attimo: indossò la felpa nera, senza nemmeno badare alla maglietta, si precipitò nell'angolo di stanza addobbato a mo' di cucinino e si arrampicò sul lavello; in pochi secondi fu fuori.
Le teste dei Lupi si mossero all'unisono, catturate dal susseguirsi di crunch! che emetteva a ogni cucchiaiata di cereali. Sedutosi su un muretto con le gambe a penzoloni, riparato dalla pensilina, si godette il loro spettacolino atletico con aria da superiore.

«Flessioni! Venti!» urlò Ricky al suo turno nel dare il tempo.
«Ehi, Jonah! Ben svegliato!» fece Zack.
«Non distrarti, Zachary!»
«Oi, Richard! Guarda che scendi parecchio di sbieco!» gridò a sua volta col tono di uno scaricatore di porto. Zack ne ridacchiò.
«Baciami il culo, stronzetto! Vieni tu ad allenarti se hai tanto fiato da sprecare! Cinquanta!»
«Sessanta!» trillò prendendolo in giro. «Non è colpa mia se scendi di sbieco! E poi non ho alcuna voglia di sporcarmi le mani solo per pompare i muscoli quando il cervello è in atrofia! Settanta, ptssscccch!» e mimò il rumore di un colpo di frusta.
Gettò uno sguardo verso Tyler, trovandolo più concentrato che mai, ma visibilmente più lento degli altri.
«Suvvia, Jonah... oggi ci stiamo solo riscaldando...» fece Zack, bonario.
«Io penso solo che qualcuno di voi abbia battuto la fiacca, negli ultimi tempi...»
«Di chi parli?!»
«Del primo di voi che cadrà sulle braccia!»
«Jonah!» La voce di Abraham tuonò imponente. «Non distrarre i miei ragazzi!»
«Perché non ti aggiungi a noi, domani? Così ci fai vedere cos'è che sai fare: dobbiamo conoscerti meglio, o no?»

Hidewood (Parte 2/2) ↠ [🌈 LGBT+ STORY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora