Si ritrovarono davanti a quella stazione, sapevano che cosa sarebbe accaduto. Si abbracciarono e restarono così per parecchi minuti. Volevano restare lì tutto il giorno, a baciarsi a rincorrersi e a ridere insieme.
La ragazza si spostò di poco, i suoi capelli nero inchiostro vennero spostati dal gelido vento invernale, sorrise al ragazzo che aveva di fronte a lei. Lo conosceva da così tanti anni ma non si era mai stancata di guardarlo.
Il sorriso simile a una dolce smorfia, gli occhi che luccicavano di felicità, le labbra sottili e rosee.
Quel giorno i suoi occhi erano colmi di lacrime, amore e qualcosa di dolce che superava tutto l'affetto che una persona potesse dare a un altra. Quel giorno la smorfia che lo rendeva adorabile era una riga dura, a mala pena di potevano vedere le sue labbra screpolate.
La ragazza cercò di essere forte, voleva farlo per tutti e due.
Si fissarono.
La gente passava, nessuno poteva sapere che cosa si provava in quello, nessuno sapeva che gli sguardi erano più di un semplice 'ti amo'.
Si contemplarono per un po', poi il ragazzo parlò, con la sua voce che faceva venire le farfalle allo stomaco alla ragazza.
"Non voglio che tu vada." Disse guardandola, le guance vennero rigate da lacrime invisibili e salate.
La ragazza si avvicinò di nuovo a lui, baciò le guance rosse e bagnate.
"Non piangere ti prego altrimenti piango anche io e finiamo per inondare la stazione." Cercò di sdrammatizzare la ragazza.
Lui ridacchiò con amarezza e poi scosse la testa.
"Stupida ragazzina." Sussurrò spostando lo sguardo in tutto il suo viso per ricordarsi ogni singolo tratto, ogni singola curva.
"Ritornerò, lo sai." Sussurrò lei.
Sfiorò il naso del ragazzo con il suo e sorrise. "Lo sai che non ti lascerei mai. Lo sai che senza di te io non ci sono."
"Mi mancherai." Disse il ragazzo appoggiando le mani sui fianchi imbottiti dal giubbotto invernale della ragazza.
"Mi mancherai anche tu."
Sorrisero e si abbracciarono stringendosi il più possibile.
"Mi mancherai così tanto. Ho voglia di svegliarmi e ritrovarmi con te. Ho voglia di addormentarmi con te che mi baci. Ho voglia di abbracciarti dall'una del mattino a mezzanotte. Ho voglia di te. Ho voglia di poter immergere i miei occhi color cacca nel tuoi blu scuro, come il mare in tempesta." Sussurrò all'orecchio della ragazza che nel frattempo era completamente piena di brividi di amore.
"Non osare parlare male dei tuoi bellissimo occhi color cioccolata, babbeo."
Scoppiarono a ridere e qualche lacrima scese dagli occhi della ragazza che si asciugò subito.
"Sta arrivando..." La voce del ragazzo tremò. Non voleva lasciarla, non volava farlo di nuovo, non ne sarebbe stato capace.
Le baciò la pelle dietro l'orecchio, la mascella, il mento, la guancia, la fronte, le palpebre chiuse della ragazza, il naso ed infine le labbra.
Quel bacio non fu uno di quelli da film, fu solo un un tocco di labbra che, però a differenza degli altri baci, diceva molto di più.
Il treno si accostò di fronte a loro e le porte si aprirono.
Si guardarono per la milionesima volta e sorrisero.
"La notte pensami." Sussurrò lui.
"Ti penserò la notte, il giorno, il mattino, il pomeriggio e di nuovo la notte. Ti penserò quando respirerò, quando camminerò e quando parlerò." Promise lei.
"Vai, altrimenti non ti lascio più."
"Vado." Disse lei. Si mise in punta di pieno gli diede un altro bacio e si girò.
"Ritornerò." Disse lei.
"Se non ritornerai ti cercherò da tutte le parti del mondo."
Lei si mise a ridere e lo guardò.
"Sapevo che lo avresti detto." Sospirò, si girò e corse verso la porta del treno.
Quando fu dentro guardò dal finestrino appannato.
Poggiò il dito sul finestrino e cominciò a scrivere.
"Sino alla fine, sino alla morte."
Poi pulì il vetro e vide il ragazzo fare quella dolce smorfia che adorava.
"Sino alla fine, sino alla morte." Mimò lui.
Il treno partì, lei sorrise imbambolata guardando la sua figura preferita diventare un punto piccolo e indistinto.
E tutti e due sapevano che se si sarebbero persi si sarebbero anche cercati, trovati, riabbracciati e avrebbero sorriso, di nuovo, per davvero.
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La notte illuminata dalle stelle
Thơ caSiamo così piccoli, così impauriti dal nostro futuro. Lo siamo così tanto che abbiamo paura anche di noi stessi. Ci guardiamo allo specchio e facciamo sempre quella smorfia che dice tutto: dice quanto siamo inadeguati, quanto siamo inutili. E noi cr...