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"Sei un coglione" mi buttai sul divano grigio di casa sua.

"E tu una stronza" fece lui praticamente mettendosi comodo sopra di me.

Avevamo corso dal super mercato a casa sua perchè il tipo della sicurezza ci stava rincorrendo a causa del furto di Michael sonouncretino Clifford.

Ci aveva seguito fino a metà della via degli stupratori e poi ci aveva mandati a fanculo in trenta lingue diverse.

"Se magari pagavi" feci una pausa "MICHAEL SPOSTATI NON RESPIRO" continuai dimenandomi sotto di lui.

Quel fottuto coglione.

"Mhh ma sono cosí comodo" mugoló sfregando la testa tra le mie tette.

"Michael!" ridacchiai.

Il silenzio ricopriva la stanza, e il rumore dei nostri respiri si divvampava.

E unimmo le nostre labbra, così, ne avevamo bisogno, era indispensabile.

Si dice che la persona giusta é quella che respira allo stesso ritmo tuo.

I nostri respiri non ci bastavano, e volevamo quello dell'altro.

Lo spinsi giú, visto che praticamente era sopra di me a peso morto, e stavo letteralmente soffocando sotto di lui.

"Ma che cazzo" impreca lui ritrovandosi con la schiena per terra.

"Cosí impari, obeso di merda" gli dico mettendomi più comoda sul divano mentre lui é ancora per terra.

"Mi sono fatto male.." fa il labbruccio.

"Aww" dico sedendomi a cavalcioni sopra di lui.

"Mi piace questa posizione" sussurra poi, mettendo le sue mani sui miei fianchi.

Poggio le mani sul suo petto, mentre lui mi muove in modo da farmi strusciare sopra di lui.

"Ti scoperei a sangue" bisbiglia mordendosi il labbro.

Ma che cazzo.

"Stai calmo ragazzo" ridacchio passando le dita tra le ciocche dei suoi capelli. Gli accarezzai la guancia, andando poi sulle labbra, sfiorandole leggermente. Erano di quel colore così scuro, che certo faceva contrasto con la sua pelle bianca cadaverica.

Lui, che ha alzato leggermente la mia maglia, disegna con le dita i miei fianchi, facendomi venire la pelle d'oca a causa della freddazza delle sue mani.

Forse é morto, si è l'unica spiegazione. La sua pelle é così chiara e il suo corpo cosí freddo.

Non é il suo corpo ad essere freddo, é il suo cuore.

Fa la mia coscenza, rimproverandomi.

"Vieni" dice Michael alzandosi, prendendomi la mano e andando verso camera sua.

Se l'altra volta era uno schifo, sta volta è una vera e proprio merda. Ma che cazzo.

Si sfila la maglietta buttandola per terra, insieme all'ammasso di vestiti, calzini sporchi, e robe non indentificate.

Sospira buttandosi di schiena sul letto. Mi metto accando a lui, a gambe incrociate.

Passo le dita sul suo stomaco, guardandolo rilassarsi a quel semplice contatto.

Chiude gli occhi sospirando una seconda volta.

"Ma se un bianco caga nero, un nero caga bianco?" dice ancora con gli occhi chiusi.

Ecco ha rovinato tutto.

"Michael!" esclamo dandogli una manata sulla pancia.

Oltre che cretino, razzista, ceh, che stato.

Weird. || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora