"Eccola" sento dire mia mamma appena chiudo la porta di casa.
"Brooklyn?" mia madre mi viene incontro sorridendomi falsamente. Cazzo, e ora cosa ho fatto?
"Come è andata oggi a scuola? Che avete fatto?" domanda sempre col sorriso stampato in faccia.
"uhm, bene. Si bene. Molto bene. Abbiamo fatto..le stesse cose che facciamo sempre sai?" mento, visto che oggi ho bruciato con Michael, così come tutti i giorni precedenti.
"No, non lo so. Me lo puoi dire?" chiede ancora. Mi gratto la nuca cercando velocemente qualcosa da dire.
"Ma mamma mica ti faccio la lista, sono troppe cose!" esclamo. Mia madre ride scuotendo la testa.
"Peccato che la scuola mi abbia chiamato, e oggi non c'eri, così come ieri, e prima di ieri, e andando avanti" dice e mi sento mancare un battito.
"Cazzo" sussurro rendendomi conto che sono fottuta.
"Eri con quel tipo vero?" domanda alzando la voce. Sto in silenzio non sapendo cosa dire.
"Lo stai frequentando ancora? Eh?" continua.
"E anche se fosse?"
"Non va bene per te quello lí. Tu non lo conosci, non sai cosa ha fatto. Non sai cosa hanno fatto i suoi genitori." dice.
"Ah perchè tu sì, vero? Non sai neppure il suo nome" rido nervosa. Non puó iniziare ad offendere Michael cosí, senza nessuna ragione.
"So molte piú cose io su di lui che tu. Brooklyn, è per il tuo bene, lascialo perdere" cerca di essere comprensiva.
"Cosa ti ha detto la scuola?" chiedo cercando di cambiare discorso.
Mia mamma si zittisce rispondendomi dopo un po'.
"La scuola ha detto che stai per superare il numero di assenze massime e che la metá dei tuoi voti sono insufficenti" afferma.
"Quando inizierai a prendere seriamente la tua vita? Cristo Brooklyn tra un po' compi diciotto anni e ancora non hai capito che vai a scuola per te, che serve a te!" continua alzando man mano la voce.
"Mamma come hai detto tu è la mia vita" dico superandola. "E se voglio sprecarla ad uscire con psicopatici dai capelli colorati e marinando scuola, lo faccio, perchè ripeto, è la mia vita!"
"Ma finchè vivi sotto questo tetto ti comando io signorina ribellina" fa lei.
Mi giro sorridendole falsamente.
"Allora vorrá dire che me ne andró" scrollo le spalle, facendola arrabbiare ancora di piú.
"Brooklyn, non osare-"
"Vaffanculo mamma" dico andandomene in camera mia.
So che il compito dei genitori è proteggere i propri figli, e volere il meglio per loro, ma sono troppo assillanti con me.
Si aspettano troppo, e io non riesco a dare così tanto. Non capisco come faccia a non sopportare Michael. Avanti, neanche lo conosce.
Non puó dire che è un cattivo ragazzo solo perchè ha i capelli tinti e un piercing. Perché oltre all'aspetto, e alle cose che fa, secondo me c'é molto di piú.
E lei non sa niente. Non sa proprio niente.
Cosa pretende di conoscere? Dice che sa sui genitori di Michael, quando lui non si é aperto nemmeno con me.
Vorrei solo che provasse a parlare con lui, senza trattarlo male. Così capirebbe che ragazzo meraviglioso é.
Oltre al fatto che si droga, o meglio drogava, ma lui infondo é una brava persona. E credo che debba essere rispettato perchè non merita del male.
Sospiro tirando fuori il cellulare e le sigarette dal giubbino che butto poi per terra.
Sblocco il cellulare, e compongo il numero di Michael, chiamandolo.
Intanto che gli squilli vanno avanti mi siedo sul davanzale della finestra, accendendo la sigaretta.
"Brooke?" risponde al cellulare dopo un po'.
"Hey" sospiro buttando fuori il fumo.
"Cosa c'è?" chiede e sorrido, facendo un tiro.
"C'è che mia madre me le ha dette dietro perchè esco con te e per il fatto che marino scuola" spiego.
"Porca puttana l'ha scoperto?" chiede e lo sento respirare profondamente.
A dire la veritá, è dall'inzio della chiamata che il suo respiro sembra alterato.
"Si cazzo" faccio a metá della sigaretta.
Stiamo insilenzio, mentre finisco di fumare, e dall'altro capo si sente sempre quel rumore.
"Domani ti porto in un posto" afferma lui.
"Okay" dico buttando il filtro della sigaretta dalla mia finestra, e sdraiandomi di schiena sul mio letto.
"Michael, cosa stai facendo?" domando ormai curiosa del perchè lui non respiri relogarmente.
Stará correndo per casa, probabilemente.
"Lo vuoi davvero sapere?" anche se non lo vedo lo sento sorridere compiaciuto.
"Sì" annuisco.
"Sai, prima non hai finito il lavoro, quindi ho pensato di farlo io al posto tuo"
"Michael!" esclamo ridendo.
"Cosa?"
"Davvero ti stai masturbando?" chiedo.
"Davvero, proprio in questo momento pensando a te" dice e sorrido.
"Le cose possono diventare interessanti, sai?" faccio e lo sento ridere.
"Vuoi unirti a me?" chiede.
"Esattamente"
STAI LEGGENDO
Weird. || Michael Clifford
Teen FictionPunk rock isn't about not giving a fuck, it's about giving the right fucks. "Sai Brooklyn, credo che la droga e tutto ció collegato ad essa sia una cosa di famiglia" . [i primi capitoli fanno pena ma giuro che poi stra migliorano, bye] ~scrittrice...