La sera arrivò molto presto. D'altronde, dai primi giorni di lezioni non ci si poteva aspettare altro. Albus era il più stanco del gruppo e decise di andare a letto prima degli altri. Così, raggiunse le camere da letto del dormitorio dei serpeverde e si mise il pigiama, subito dopo essermi infilato i vestiti. Si sdraiò sotto le coperte e chiuse gli occhi ormai pesanti. Sembrava quasi che anche il cervello si stesse riposando.
"Bello dormire" disse sorridendo. Qualche attimo dopo, però, cominciò a sentire degli odori e non riuscì a capire se avesse già cominciato a sognare o se fosse tutto vero.
"Ehi, tu sei il figlio di Harry Potter, giusto?" chiese una voce melodiosa, probabilmente un po' troppo per essere reale.
"S...si" rispose Albus, affascinato dal tono di essa. Era una voce femminile, senza ombra di dubbio. "Domani vorrei incontrarti" continuò la voce misteriosa. "Ma solo se ne hai la possibilità".
"Durante l'ora di pausa potremmo incontrarci in biblioteca" disse subito Albus. Infondo, che importanza aveva rispondere a qualcuno o qualcosa di cui non si conosceva neppure l'identità, se era solo un sogno?
"Molto bene, allora ci sentiamo...anzi, vediamo domani. Vieni ti prego, ci conto".
La mattina arrivò rapidamente e i primi raggi del sole che passarono dalla finestra aperta baciarono gli occhi di Al. Il giovane serpeverde si alzò e stiracchiò, indossò la tunica da alunno e cercò di svegliare un po' tutti per fare in modo che non arrivassero tardi; impresa ardua.
La prima ora dei serpeverde era lezione di volo con i corvonero.
"Batteremo senza difficoltà quelle schiappe, oggi" disse Scorpius, deciso. "Nell'ultima lezione sulla velocità gli hai battuti tutti, Albus. Devi avere talento per davvero!".
"Te l'avevo già detto mi pare. Tutto quello che so sul quidditch me l'ha insegato papà. E, se sono davvero così bravo, deve essere solo grazie a lui, che aveva già talento prima di me".
"Ahah, quindi è una cosa che va di generazione in generazione" disse Scorpius, sospirando e incrociando le braccia dietro la testa.
I due camminarono un po' per i giardini di hogwarts prima di raggiungere il campo d'erba sconfinato di allenamento, che stava sia vicino al lago che vicino al campo da quidditch, dove ogni tanto si poteva avvistare l'allenamento di qualche squadra della scuola.
"Entrerò nella squadra dei serpeverde" disse Albus, carico di convinzione. "Otterrò i voti più alti di tutti e allora dovranno per forza riconoscere la mia bravura".
Gli alunni, quel giorno, erano appena una ventina: dieci corvonero e dieci serpeverde. I membri delle due case si erano divise in due file per poi mettersi l'una di fianco all'altra. Madama bumb arrivò proprio in quel momento con tanto di scopa in mano, si fermò davanti a loro e salutò. "Buon pomeriggio ragazzi".
"Buon pomeriggio Madama bumb" salutarono in coro.
"Benvenuti a una nuova lezione di volo. Dunque, ormai le procedure di base le conoscete già. Mettete la mano destra sulla scopa, dite su e, una volta impugnata, cominciate a fare qualche giro di riscaldamento. Successivamente, passeremo alla solita prova degli anelli. Questa volta, non sarà affatto facile essendo dei cerchi 'rossi in movimento'. Buona fortuna a tutti. A fine lezione, invece, faremo qualche gara per testare la vostra abilità. Nell'arte del volo, anche la competizione ci vuole ogni tanto".
***
Una volta giunto il turno di Scorpius, Albus si mise ad incitare l'amico. Il figlio dei Malfoy salì a cavalcioni sulla sua nimbus duemilauno, spiccò un breve volo e poi su, in salita, attraverso i vari anelli. Il ragazzo se la cava egregiamente e anche l'insegnante dovette complimentarsi con lui, una volta sceso a terra.
"Cinque punti a i serpeverde per questo giovane prodigio" si congratulò Madama bumb. "Ora è il turno di Crist, vieni pure avanti".
Il giovane corvonero di nome Crist annuì, salì sulla scopa e spiccò il volo, veloce come un falco. Passò in mezzo a tutti gli anelli senza mancarne uno e tornò a terra alla velocità della luce. La sua prova era durata cinquantuno secondi; Albus gli aveva contati tutti, uno per uno. Non riusciva a crederci. Come poteva un corvonero essere così in gamba?
Crist si avvicinò ad Al, per poi piegarsi leggermente in avanti vicino al suo orecchio e sussurrò qualcosa che lo fece rabbrividire "Hai sognato anche tu, vero?" disse a bassa voce. "A che ti riferisci?" chiese il ragazzo, più spaventato che confuso.
Crist sospirò e socchiuse gli occhi, tornò tra i suoi amici corvonero ma fece segno di alzare lo sguardo. Albus decise di fidarsi e poté leggere una strana scritta che stava prendendo forma tra le nuvole "Mi manchi" subito dopo averla letta però, scomparve improvvisamente, così come era comparsa.
Cosa sta accadendo?, si chiese fra se e se. Che io stia diventando pazzo?
Una volta terminata l'ora, Crist si avviò verso il castello, scortato da Albus e Scorpius. "Mi spieghi cosa succede?" domandò Al, questa volta con fare più deciso.
"Non ne ho la più pallida idea. Però, per qualche ragione, una ragazza vuole vedere cinque ragazzi nella biblioteca della scuola".
"Non sarà niente di pericoloso, vero?" chiese di seguito Scorpius. Anche se, effettivamente, non centrava nulla con tutta quella storia. Crist lo notò solo in quel momento e gli dette una pacca sulla spalla. "Per lo meno, non sarà pericoloso per te, dato che non dovrai entrare in questa faccenda. Noi, momentaneamente, potremmo anche essere in pericolo, si".
"Questa faccenda è un mistero bizzarro dietro l'altro" continuò Albus, senza aver prestato attenzione al discorso del corvonero. "Prima io che sogno cose...la voce di una ragazza che dice di volermi vedere...poi le nuvole dicono che manco a qualcuno e ora...questo. Cinque ragazzi richiamati da una voce, dei nuovi mangiamorte a piede libero e chissà quali altri casini staranno accadendo al ministero della magia".
"Tuo padre sarà sommerso dal lavoro" immaginò Scorpius. "Poverino, un po' mi dispiace per lui. E' una così brava persona".
"Non lo pagano mica per stare suduto a far nulla" scherzò Crist. "Però, anche se non lo conosco, dispiace un pelo anche a me".
"Non conosci mio padre?!" chiese Al, sorpreso. Crist ridacchiò chiudendo gli occhi per un secondo e poi osservò i suoi due nuovi amici. "So qual'è il tuo cognome, Potter. E conosco tuo padre di fama, ma non di persona. Intendevo in quel senso".