I tre serpeverde si precipitarono fuori dalla sala comune, percorsero il corridoio di corsa fino a raggiungere il primo piano del castello di hogwarts. Albus sudava freddo per la fatica e Scorpius aveva attivato il potere ereditario per sicurezza, nel caso fossero stati attaccati. Ogni tanto, intorno a lui comparivano e scomparivano un paio di scintille, come se avesse appena tolto le dita da una presa di corrente elettrica.
"Scorp, non esagerare con quella roba" lo ammonì Serpe. Probabilmente, si stava riferendo al potere ereditario. "Non vorrei ti...prosciugasse".
"Non succederà" assicurò Scorpius. "Sono troppo giovane per morire" aggiunse qualche attimo dopo, sorridendo e cercando di dare supporto morale agli amici. "Sento l'odore di quei maledetti" continuò il figlio dei Malfoy. "Appena usufruito del potere ereditario, ho cominciato a sentire la puzza della malvagità...ed è parecchio, parecchio grande e vicina. Poi, ci sono altre forze maligne sparse un po' ovunque per il castello, ma sono di portata minore. Temo che i due ragazzi della banda non siano dei semplici studenti...secondo me nascondono qualcosa".
"Mi sa che hai ragione" disse Serpe. "Ho visto i loro occhi luccicare...però in modo diverso rispetto ai tuoi in questo momento".
"Provino ad alzare un dito contro i mezzosangue, e li farò pentire di essere nati!" si intromise Albus, chiedendo poi a Scorpius "dicci tu dove dobbiamo andare, se pensi di poterti orientare meglio di noi. Così almeno, faremo prima".
Scorpius annuì e si concentrò abbassando lo sguardo e rivolgendo al pavimento, strinse saldamente i pugni impegnandosi al massimo e, alla fine, fece scattare lo sguardo davanti a se e riprese a correre, diretto al terzo piano. O almeno, così aveva intuito Albus; essendo quella che stavano percorrendo una scorciatoia per quella zona dell'edificio di hogwarts. Glie l'aveva svelato suo padre giusto quell'estate, dicendogli "Semmai dovessi fare tardo a lezione, usa pure quel passaggio. In pochi ne sono a conoscenza e, chissà per quale oscuro motivo, non lo rivelano a nessuno".
"Al, sei tra di noi?" chiese Serpe al figlio dei Potter, spostandolo appena in tempo per impedire che venisse trascinato via dalla scala che aveva appena cominciato a muoversi. Albus sospirò per il sollievo e batté una mano sulla spalla della compagnia. "Grazie mille. Non sarebbe stato troppo piacevole cadere al suolo e sgretolarsi in mille pezzi".
"Decisamente no" concordò Serpe. Scorpius continuò a dilatare le narici, cercando di annusare alla meglio maniera per cercare di capire precisamente in che punto del piano fossero i bersagli.
"Sono in questo corridoio, non ci sono dubbi" cominciò a spiegare lui. "Però...non se ne vede nemmeno l'ombra..non posso credere di essermi sbagliato...".
"Avada kedavra!" gridò una voce alle spalle del trio. Scorpius fù il primo a girarsi e, dimenticando di avere la bacchetta in tasca, si lanciò davanti agli amici per proteggerli dal raggio verde dell'incantesimo; quest'ulimo lo colpì in pieno e il ragazzo biondo crollò a terra, privo di vita.
Albus sgranò gli occhi contro il ragazzo che aveva commesso l'omicidio, per poi scoprire essere stato...Lord Voldemort, il mago oscuro più grande di tutti i tempi.
"Come..." balbettò Serpe, impietrita per la paura e con le gambe che tremavano all'impazzata. "Le colpe dei padri ricadranno sui figli..." cantilenò Voldemort, schioccando le dita e scomparendo in una nube di vapore. Il suo posto venne preso da un adolescente sui dodici anni, capelli e occhi erano dello stesso colore: nero come il carbone. La divisa dei serpeverde era macchiata di sangue e, al suo fianco, stava un'altro suo coetaneo della stessa altezza e quindi, probabilmente, della stessa età. Solo che esso, aveva occhi verdi come smeraldi e capelli castani.