Il giorno seguente arrivò rapidamente. Scorpius e Albus si vestirono in fretta e furia. Erano le sette e quarantacinque di mattina e i due erano già in ritardo per la loro lezione di pozioni. Quel giorno, il professor Lumacorno avrebbe assegnato loro un ennesimo test.
"E' solo una mia impressione o ci stanno caricando di verifiche?" chiese Scorpius all'amico, una volta svoltato l'angolo del secondo piano, dirigendosi come dei fulmini verso i sotterranei.
"Hai ragione" ammise Al. "Forse i professori si stanno portando avanti col lavoro. Peccato che non possiamo sempre studiare dieci materie tutte insieme".
"Con tutte queste cose da studiare, ancora un po' e dovremo cercare nella stanza dei quadri della famiglia Silente al calar della notte!" propose Scorpius. Faceva strano sentir dire una cosa simile proprio da quel ragazzo, che aveva sempre cercato di stare lontano dai guai.
"Io, sinceramente, continuo ancora a sperare nell'aiuto del professor Vitious" ammise Albus. "Non potrà starsene con le mani in mano per sempre".
"Però non avrebbe tutti i torti, se così fosse" aggiunse il figlio dei Malfoy. "E' già tanto che ci abbia fatto sapere di questa stanza. Ma ad ogni modo, armatura!".
Albus guardò davanti a se appena in tempo per schivare spostandosi verso sinistra un'armatura arrugginita ferma al centro del corridoio.
"Ma chi è stato il genio..." borbottò il serpeverde, prima di ritornare sui suoi passi.
***
Una volta concluse le varie lezioni, Albus e Scorpius riuscirono a incontrarsi nuovamente con Serpe, si incamminarono al piano designato dalla Mcgranit la scorsa giornata e si fermarono davanti a una parete come tante altre. "Il posto segnato sulla pianta dataci dalla professoressa è questo" disse Serpe, controllando ancora una volta sulla mappa, temendo di aver potuto sbagliarsi. "Non ho alcun dubbio, ora. Eppure, è tutto così deserto".
"C'è una scritta infondo sul retro della mappa" fece notare Albus, girandola e leggendo ad alta voce la frase scritta sulla pergamena "se non lo sai, non cercare. Se lo sai, devi solo chiedere" e a quel punto, gli si illuminò la lampadina in quella sua memoria bacata. "Questa è senza ombra di incertezze la stanza delle necessità!".
"Stanza del..cosa?" chiese Scorpius, al quanto scombussolato dopo aver sentito quella strana parola. "La stanza delle necessità" ripeté Albus, senza fretta ne frustrazione, immaginando che l'amico non avesse mai udito quel vocabolo per vari motivi. "E' un luogo in cui vengono riposti gli oggetti più misteriosi, antichi, magici e, probabilmente, pericolosi. Mio padre si allenava in quel posto ai tempi dell'E.S, perché non ci ho pensato prima?!".
"Perché sei un geniaccio grezzo?" scherzò Serpe. "Chissà quando arriveranno i professori. Spero solo non facciano troppo ritardo. Vorrei cominciare il prima possibile".
"Lo vogliamo tutti" aggiunse Scorpius, infilandosi le mani in tasca e cominciando a osservare i più minimi particolari di quel corridoio o meglio, di quel piano, dove tutto era tremendamente uguale e intuì non dovesse essere troppo difficile perdersi. Li vennero i brividi solo al pensiero di rimanere intrappolato come un idiota in un piano della sua stessa scuola...insomma, avrebbe certamente fatto una figura da stupido. Poi cominciò a chiedersi: ma sarebbe stato veramente il primo? Questo, non lo sapeva. Ma suppose sarebbe stato meglio cominciare a prendere qualche punto di riferimento, come delle statue vicino alle pareti o dei quadri, o ancora dei vasi o tavolini di vario genere.