Albus si ritrovò costretto a fare lezione senza Scorpius. L'amico aveva ottenuto il permesso dal professor Vitious di saltare qualche ora per esercitarsi ad utilizzare il potere ereditario.
"Se potrebbe rivelarsi una cosa dannosa per gli altri, tanto vale tenere sotto controllo questa sottospecie di magia antica" pensò il serpeverde. "Però cavoli, un po' lo invidio. Vorrei avere anche io un abilità innata come quella".
"Di che stai parlando?" chiese James, che a quanto pareva, aveva inseguito Al per tutto il tempo. "Posso farmi una passeggiata con te? Per ora ho una quindicina di minuti di pausa".
"Senza neanche chiederlo" lo accontentò Albus, facendo schioccare il collo che da qualche istante aveva cominciato a fargli male. "Cavoli, mi brucia in un modo incredibile" disse Al, massaggiandosi la spalla. "Neanche mi avesse colpito una palla di fuoco".
"Forse sei solo un po' stanco" tentò di spiegare James. "E' normale".
"Tu non hai ancora combinato guai?" chiese Al al fratellone, prendendolo alla sprovvista. In fatti, mise le mani sui fianchi in stile Ginny e gonfiò le guancia. "Ti pare che con delle responsabilità sulla mia schiena mi possa permettere simili lussi?".
"Responsabilità di che tipo?".
"Quando avrà inizio il quinto anno, io tenterò di diventare un prefetto. Vedrai, ce la farò" disse James, autoconvincendosi di quel successo di un sogno effettivamente realizzabile.
"Good for you" lo sostenne il fratello. "Ora però aumentiamo il passo, ho come la sensazione di essere in ritardo di una decina di minuti."
E guarda caso, Albus ci aveva azzeccato ancora una volta.
"Buon pomeriggio, ragazzi" li salutò il professore Neville, educatamente. La classe rispose all'unisono e l'insegnante si diresse alla scrivania in modo impacciato.
"Oggi noi rinvaseremo le mandragole. Chi di voi sa dirmi il funzionamento di una mandragola?".
Questa la so, si disse Al, alzando poi la mano. Neville annuì nella direzione di Albus e il figlio dei Potter cominciò a parlare...o meglio, a dire a pappardella ciò che Hermione gli aveva riferito su quelle creaturine al quato inquietanti.
"La mandracora o mandragola, si usa per portare chi è stato pietrificato al suo stato originale. E' anche molto pericolosa però, perché il grido della mandragola è fatale per chiunque lo ascolti".
"Eccellente, dieci punti per i serpeverde" disse Neville, ridacchiando compiaciuto per la risposta. "Ovviamente, le nostre mandragole sono ancora giovani e, di conseguenza, il loro grido non vi ucciderà, ma potrebbe lasciarvi storditi per parecchie ore. Quindi, indossate i paraorecchi e assicuratevi di indossarli correttamente...non come ho fatto io la prima volta che ho avuto a che fare con queste magiche creaturine. Allora, siete tutti pronti? Bene. Vedete la mandragola che avete davanti, piantate nel vaso? C'è ne una per ognuno di voi. Ora, afferratela con fermezza, tiratela fuori dal vaso e riponetela nell'altro vuoto, per poi riempire l'oggetto in questione con del nuovo terriccio per tenere al caldo l'esserino".
I ragazzi prestarono attenzione a ogni singola parola di Neville e, poco dopo, cominciarono a estrarre le mandragole. Ovviamente, con i vari paraorecchi sulle orecchie.
"Non sembrano troppo amichevoli!" sentì dire Tomas, un compagnio della sua casa. La frase era uscita dalle labbra dell'amico e dovette dargli ragione. Le mandragole sembravano dei bambini fatti di legno, si muovevano rapidamente e il corpo era sporco di terra.