Capitolo 5 - il segreto di Scorpius

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"Cosa?! Hai strappato la pagina di un libro?!" chiese Albus a Scorpius, una volta sul treno per Hogwarts. LIlly guardava il figlio di Draco con sguardo omicida,  lo stesso in cui si sarebbe esibita la moglie di Ron se avesse ricevuto una notizia del genere.

"Sono disgustata" disse infatti, con lo stesso tono di Hermione. "Lo so che solitamente non si dovrebbe fare" cercò di scusarsi il ragazzo. "Non si deve fare MAI!" gridò la ragazza ai quattro venti, proprio mentre il treno partiva e James entrava nella cabina, facendo un salto per lo spavento.

"Hem...cosa non si deve fare mai?" chiese James impaurito.

"Ha strappato la pagina di un libro!" continuò Lilly, indicando Scorpius, che si fece piccolo piccolo. James lo guardò con tanto di ammirazione negli occhi e si sedette vicino a lui. "Spero fosse un libro di matematica, amico".

"No, è uno strano testo con dei vocabolari antichi, non riesco a comprendere la lingua" disse Scorpius, scuotendo la testa e mostrando agli amici la pagina ingiallita, con delle scritte talmente strane che neanche la Mcgranit avrebbe potuto decifrarle.

"Be', intanto la porteremo a scuola. Così, giusto per capire cos'è e se è un antico manufatto pericoloso" insistette Albus. "E magari, chissà, potremmo anche incappare in una nuova avventura come quella dell'anno scorso!".

"Non ci tengo a volteggiare di nuovo a mezz'aria preso per il ginocchio sinistro, grazie" si intromise Scorpius, infilandosi la pagina curamente piegata in tasca, in modo da non poter essere stropicciata o resa difficile da leggere ulteriormente.

La signora del carrello dei dolciumi si fermò davanti ai loro posti e chiese con fare quasi materno "qualcosa dal carrello, cari?".

"Magari un pacchetto di gelatine tutti i gusti  +1" fece Lilly, prendendo un pacchetto di quelle strane caramelle e porgendo i falci e gli zellini vari alla signora. Scorpius si accontentò di un paio di bacchette di liquerizia e Al le sue solite cioccorane. Aveva cominciato la collezione delle figurine streghe e maghi famosi da quella stessa estate e ne aveva trovate una quindicina e, anche se ne mancavano ancora parecchie, si sentiva ben più che realizzato.

"Ho trovato Goldric grifondoro" disse soddisfatto lui, riponendo la carta da collezione nella tasca dei pantaloni, addentando poi la cioccorana.

"Sai già che alcune possono fare un salto come si deve, vero?" domandò Scorpius, incuriosito dalla noncuranza dell'amico.

"Stai dicendo che forse, prima dovrei farla saltare e poi mangiarla?" rispose con un'altra domanda Al, continuando però a mangiare il cioccolato, passandone un pezzo all'amico e ai due fratelli. "Be' uno fa come vuole, però io mi diverto sempre a vederle saltare. Sembrano quasi magiche".

"Touché" ridacchiò Lilly. 

Una volta giunti a Hogwarts, i tre indossarono la divisa da scolari e scesero dal treno, gettando le carte nel cestino del loro scompartimento, dirigendosi poi, con la guida dei prefetti, verso l'immenso castello.

 "Hogwarts" disse Albus, osservando poi la sua divisa da serpeverde. "Ed ecco che sta per cominciare il secondo anno migliore della mia vita".

"Come passa il tempo, vero?" fece notare James, strofinandosi il naso con il pollice. "Fino a qualche tempo fa avevo solo tredici anni e ora ne ho quattordici, l'anno prossimo quindici e poi sedici, poi diciassette e poi diciotto".

"E non hai intenzione di trovarti una ragazza per allora?" chi scherzò su Lilly. La ragazza aveva il nome della madre di Harry Potter, mentre James il nome del padre del suddetto ragazzo, quindi, parlare di fidanzamento per loro due era al quanto strano. 

"E chi lo sa?"

Il gruppo entrò nel castello e li dovettero separarsi. Albus e Scorpius si diressero al tavolo dei serpeverde, dove furono accolti con vari saluti e sorrisetti di scherno, mentre Lilly e James a quello dei grifondoro. 

"Un'altro anno è cominciato" proclamò la preside Mcgranit, alzatasi dalla sedia e giunta poi davanti agli scalini che separavano il tavolo degli insegnanti da quello degli studenti, quattro file immense, uno per casa.

"Ora, se la memoria non mi inganna, è giunto il momento per quelli del primo anno di farsi avanti, io metterò loro il cappello sulla testa e saranno poi smistati nelle loro case".

I ragazzi del primo anno varcarono la soglia della sala, facendosi avanti con passi decisi ma goffi, come se avessero paura che qualcuno potesse mangiarli da un momento all'altro.

Quella zolfa si ripeteva ormai da sempre e nulla avrebbe mai potuto cambiarne il corso. Anche perché, infondo, era piacevole vedere dei nuovi studenti che sempre arrivavano a Hogwarts, con lo sguardo carico di magia e di emozioni varie.

Lo smistamento durò un ora e un quarto, subito dopo la canzoncina cantata dal cappello parlante.

"Papà dice che ogni anno, quel povero cappello passi tutto l'anno a inventare una nuova canzone" spiegò Scorpius "Poverino, chissà che vitaccia".

"Non penso che un cappello vivente possa fare altro se non inventare canzoni o cose del genere" disse Albus sorridendo, andando poi a contagiare un po' tutti gli altri.

Albus Severus Potter (vol. 2) e il libro dei segretiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora