"Ma salve, chi abbiamo qui?" chiese Orazzius, una volta avvistato in lontananza l'auror dai capelli rossi. "Questa volta non ci sfuggirai. Andrai all'altro mondo come i tuoi amici e i tuoi insegnanti!". Il mangiamorte puntò la bacchetta a distanza e la mosse per un paio di secondi "Crucio!".
La maledizione senza perdono si diresse verso Ron che, fortunatamente, si accorse in tempo del suono emanato dall'incantesimo e si girò di scatto gridando "Protego!".
La maledizione rimbalzò contro la barriera magina appena generata e andò a schiantarsi contro un albero, abbattendolo.
"Sei in gamba ragazzo, complimenti" disse Orazzius, battendo le mani più in segno di provocazione che di effettiva sorpresa.
"Vediamo se bloccherai anche questo" finita la frase, agitò nuovamente la bacchetta e disse "Stupeficium!".
"Expelliarmus!" gridò di ribattuta Ron.
I due incantesimi si schiantarono l'uno contro l'altro ed esplosero, rilasciando un polverone enorme che appannò la vista dei due duellanti.
Ron approfittò di quel momento per lanciarsi contro l'avversario e gridare "Wingardium leviosa!".
L'incantesimo colpì in pieno il bersaglio. Orazzius si mise a levitare a mezz'aria, come fosse stato preso dal ginocchio da una gru invisibile.
Ron afferrò la bacchetta del mangiamorte senza difficoltà e, con una sempilice ginocchiata, riuscì a spezzarla in due parti, rendendola così inutilizzabile.
"Dannato, la mia bacchetta!" disse lui, cercando di divincolarsi e liberarsi.
"Mi spiace, amico. Ma hai sbagliato avversario" disse Ron, schiacciandogli l'occhiolino e incamminandosi nuovamente sulla sua strada.
"A proposito, chissà come se la staranno cavando i figli di Harry alla scuola di magia e stregoneria di hogwarts".
***
"Brutta giornata, brutta giornata!" continuò ad esclamare Albus, evitando i pugni del gigante con delle capriole a destra e manca e, ogni tanto, se ne aveva la possibilità, gli lanciava contro qualche incantesimo per cercare di ferirlo o, per lo meno, di danneggiarlo,.
"Flipendo!" gridarono poi i tre ragazzi all'unisono. Il mostro incassò il colpo e cadde a terra di schiena, facendo così fare una capitombolata anche a Dayan, che si rimise in piedi e si sistemò il vestito alla meglio, per poi osservare il trio in cagnesco e gridare "dannati! Voi non sapete con chi avete a che fare! Vi eliminerò tutti con un solo incantesimo! i-io...io!".
A Scorpius si riattivò il potere ereditario. I suoi occhi divennero gialli e la polvere intorno a lui cominciò a sollevarsi, puntò la bacchetta contro il gigante e pronunciò il nome dell'incantesimo "Concentrus avada kedavra!".
La magia potenziata colpì il gigante e lo abbatté con un sol colpo, stendendolo a terra proprio quado si stava per rialzare.
La mangiamorte osservò il ragazzo a occhi sgranati. "Hai...hai usato una maledizione senza perdono! Sei un mostro!".
Scorpius ridacchiò e guardò la sua bacchetta. Intorno a quest'ultima avevano cominciato a danzare dei fulmini verdi, poi rivolse nuovamente la sua attenzione a Dayan per ribattere "Io un mostro? Perché, tu cosa dovresti essere?! Hai fatto entrare una creatura del genere in una scuola! Hai cercato di uccidere me e i miei amici! Tra noi due, l'unico essere che merita di essere fatto fuori sei tu!".
Dayan si tolse la maschera un momento e abbassò il volto verso il terreno, sistemandosi alla veloce i capelli e indossandola ancora una volta un istante più tardi.
"Ma sentilo...lo spirito di Salazard serpeverde scorre più nel tuo sangue che in quello di un qualunque altro ragazzo che io abbia mai incontrato a hogwarts. Be', infondo la tua famiglia ha parecchie generazioni alle spalle...non dico siano proprio malvagi ma, sicuramente, avranno lasciato una parte di quella che possiamo chiamare cattiveria".
"Cattivo?" ripeté Scorpius, battendo le palpebre e disattivando il potere ereditario. "No, io non sono cattivo...sono stati i membri del passato della mia famiglia a comportarsi come tali! Ma sono sicuro che, dentro di loro, ci sarebbe sicuramente stata una parte buona. Tutti ne abbiamo una, i serpeverde compresi! Infatti, non siamo tutti malvagi!".
"Guarda me" si indicò Albus.
Dayan osservò il figlio dei Potter con tanto di disgusto negli occhi. "Tu...dici? A me non sembra. Sei venuto in contro al gigante senza tenere conto delle regole che avresti potuto violare, come quella del bagno delle ragazze. Ora, se dovesse entrare per caso un insegnante, vi ritrovereste decisamente nei guai".
La ragazza si esibì in un perfetto expelliarmus e la magia stese nuovamente la mangiamorte. "Avanti, muoviamoci!" disse lei, tirando i due per la manica e cominciando a correre per i vari corridoi, riuscendo così ad arrivare alla sala di ritrovo dei serpeverde.
Albus realizzò solo dopo poco tempo essere ancora le tre e mezza del pomeriggio. "Wow...chissà perché, ero convinto fosse sera...".
"Hmhm...forse perché tuo padre ha vissuto un esperienza simile durante la cena di halloween anziché durante il pranzo?" ipotizzò Scorpius. Al alzò le spalle e disse "Molto probabile. A proposito, tu come ti chiami? Ancora devi dirci chi sei e il tuo nome".
"Ah, scusatemi" disse la ragazza del terzo anno, spostando i capelli dietro le orecchie e sorridendo ai due. "Il mio nome è Serpe Silente e...sono la nipote di Aberforth...".
"Ahahahah!" cominciarono a ridersela i due, non sapendo che altri pesci pigliare. "E' assurdo!" disse poi Scorpius, attirando l'attenzione di alcuni alunni presenti nella sala di ritrovo. Così, si convinse finalmente che forse, era il caso di parlare di argomenti simili a bassa voce.
"Intendo..è assurdo" ripeté in un bisbiglio.
"Che io sappia, Aberforth non ha mai avuto nipoti" assicurò Albus. "Mio padre me l'avrebbe certamente detto o fatto capire in qualche modo...insomma, lui e Silente passavano un sacco di tempo insieme, soprattutto durante il sesto anno, per cercare di distruggere quanti più horcrux possibili".
"Horcrux" continuò Serpe, massaggiandosi il polso. "Che brutto oggetto magico. Forse lo sbaglio più grande che il mondo magico abbia mai concepito".
"Tra l'altro, nessuno mi ha mai spiegato chi gli abbia inventati per primo" continuò Scorpius. "O forse, me lo sono semplicemente dimenticato...".
"Un giorno vi dirò tutto quello che c'è da sapere" disse Serpe. "E' un peccato non andare allo stesso anno. Avremmo avuto più possibilità di incontrarci a lezione".
"Albus alzò le spalle e disse "Ci sono sempre quei dieci minuti di pausa tra una lezione e l'altra. Potremmo approfittare di quelli".
"Certo, perché no?" approvò Serpe, porgendo la mano ai due. "Allora, amici?".
"Amici" risposero i ragazzi all'unisono, stringendo quella di lei in modo amichevole.