Il giorno seguente, la famiglia Potter si alzò di buon ora e salì in macchina. Quello che Ginny però non sapeva, era che Harry aveva modificato leggermente il sistema 'babbano' ed era così riuscito a permettere al mezzo di trasporto di prendere il volo, proprio come Artur aveva fatto con la ford anglia volante.
"Sicuro di voler andare fino in fondo, caro?" chiese lei, osservando i tre ragazzi che prendevano posto a sedere di dietro.
Harry sudava freddo da qualche minuto e non faceva altro che deglutire. Il pensiero di incontrare Draco dopo tutto quel tempo lo metteva a disagio. Avrà finalmente capito di non dover più fare pazzie? Oppure, si sarà finalmente deciso a non trovare un modo per mandare a socquadro le leggi del mondo magico? Tante icone e nessuna risposta, ma l'ormai adulto Potter sperava vivamente in un cambiamento da parte del serpeverde.
Dopo un paio d'ore di viaggio 'via terra', la famiglia raggiunse casa Malfoy, l'abitazione in cui Harry, Ron ed Hermione si erano ritrovati prigionieri e successivamente tratti in salvo da un elfo domestico di nome Dobby, che aveva sacrificato la propria vita per la loro.
Harry non era ancora riuscito a dimenticarsi di quella creaturina, ma d'altro canto, come avrebbe potuto? In particolar modo dopo la fondazione del C.R.E.P.A. da parte della sua amica Hermione, anche se quella era una fondazione creata al suo quinto anno a hogwarts, ancora non riusciva a pensare che fosse del tutto acqua passata.
"Sto aspettando ancora la mia risposta" disse Ginny imbronciata. Harry parve accorgersi di lei solo dopo tutto quel tempo passato in macchina e allora le rivolse un rapido sguardo, rispondendo "Certo, mai stato così tranquillo".
"A me sembri un po' pallido. Forse sarebbe il caso di tornare indietro" insistette la moglie dai capelli rossi.
Il bambino sopravvissuto sospirò, uscendo dalla macchina e facendo cenno ai propri figli di fare lo stesso e, ovviamente, anche a Ginny.
La Weasley si chiuse la portiera della macchina alle spalle e, affiancata dal marito, cominciò a calpestare i gradini per raggiungere il portone della villa. Una volta bussato, quest'ultimo si aprì di scatto verso l'interno, permettendo così alla famiglia di entrare nel salone, grande quanto quello del castello di hogwarts.
"Eh. Come spendere soldi" ci scherzò sopra Harry.
"Ti ho sentito, Potter. Invidioso?" chiese Draco, un ragazzo ormai sulla trentina dai capelli biondi e corti, alto tanto quanto Harry. Indossava una giacca nera e dei pantaloni neri, con una cravatta intorno al collo e in pugno un bastone da passeggio, che doveva essere quello di suo padre.
"Salve, Malfoy" lo salutò Ginny, stringendo la mano al vecchio nemico di scuola.
"Ah, Weasley. Vedo che sei parecchio cresciuta. Effettivamente, Potter non ha fatto per nulla una scelta sbagliata a sceglierti come moglie, anche se c'è di meglio".
"Sempre quella punta di acidità sulla lingua. Eh, Draco?" ridacchiò Harry, porgendo a sua volta la mano destra che venne stretta da quella del compagno di lezioni.
"Già. A quanto pare i nostri figli sono diventati amici. Quindi, mi pare stupido contagiare questo loro sentimento per una nostra vecchia rivalità".
"Sai, stavo appunto pensando la stessa cosa" gli fece eco il ragazzo, annuendo. Già, il figlio di Lucius Malfoy era proprio maturato. Cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato, i Potter e i Weasley compresi.
"Venite pure, lasciamo i vostri figli davanti alla camera del mio mentre vi mostro l'abitazione" li invitò cordialmente Draco.
"Non le celle, per piacere" disse Harry, facendo riaffiorare uno spiacevole ricordo dalla mente. Draco si lasciò sfuggire un curioso sorrisetto sulle labbra e disse "Certo che no. Sono pentito delle mie scelte, cosa credi? Ho fatto tutte le scuse del mondo e ho pagato ogni mio singolo errore"
***
"Al! James! Lilly!" li salutò Scorpius, andando di corsa ad abbracciare i suoi vecchi amici. "Sono conento che siate riusciti a venire!".
"Anche noi" assicurò Albus, arruffando i capelli del suo compagnio di casa ad hogwarts. "Anche se avevamo dei dubbi".
"Io in particolare" si scusò Lilly.
"Non c'è alcun problema" disse il figlio dei Malfoy, esibendosi in un simpatico sorriso a trentadue denti.
"Allora, avete già fatto colazione? Se volete potete rimanere qui per il pranzo e per la cena" propose Draco, con un fare un po' troppo cordiale.
"Tua moglie è d'accordo?" chiese Ginny, incuriosita dal comportamento del biondo.
"Purtroppo no. Lavora praticamente ventiquattro ore su ventiquattro e non ci sentiamo o vediamo quasi mai" disse lui. abbassando per un istante lo sguardo. "Comunque, non importa. Ora, dovrei parlarvi di una cosa molto importante che ho scoperto recentemente. Soprattutto con te, Potter. Essendo tu un auror, dovrai successivamente riferire le mie informazioni al ministero della magia. Sempre se avrai intenzione di ascoltarmi".
"Naturalmente" acconsentì Harry.
"Molto bene. Andiamo pure in sala mentre i notri figli si divertono. Non sarebbe giusto contagiare la loro infanzia con dei problemi riguardanti la magia oscura".
Se solo sapesse quello che hanno già passato, pensò l'auror. A quanto pareva, Scorpius non aveva ancora parlato al padre degli eventi accaduti ad hogwarts: dei due mangiamorte e della piccola battaglia avvenuta nel suddetto castello.