24. Good opinion once lost, is lost forever.

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"The saddest truth is realizing you have fallen madly in love

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"The saddest truth is realizing you have fallen madly in love

with what can never be"

The Saddest Truth

Dopo che Roger era andato via, ho passato il resto della giornata rannicchiata sul divano. Accanto a me, Cagliostro cercava di alleviare, come meglio poteva, il mio stato. Penso di aver pianto tutte le lacrime che non ho versato negli ultimi anni. Quando, forse, avrei dovuto. Le palpebre sono così pesanti che non riesco a impedirle di cadere e lasciarmi trasportare nel buio. E mi lascio andare.

La morbidezza del manto di Cagliostro mi sveglia qualche minuti prima che la sveglia, impostata una settimana prima, suoni. Ho ancora gli occhi pesanti e bruciano. Con fatica mi stiracchio e un sospiro esce dalle mie labbra al pensiero di quello che è successo ieri sera. Rivedo davanti a me, come se succedesse ancora e ancora, la stessa scena. Lui che prende la sua giacca e, con lo sguardo ferito e arrabbiato, se ne và. E l'unica cosa che rimane è il rumore della porta che sbatte con violenza. Un rumore che adesso rimbomba nella mia testa come se mi trovassi sotto una campana a mezzogiorno. Mi siedo e sono costretta a coprirmi le orecchie. Provo a respirare ma quando lo faccio, una fitta, simile a mille spilli, mi attraversa e mi spezza il respiro. Il gatto, con un balzo, si posiziona di fronte a me e cerca, con il suo piccolo muso, a farmi togliere le mani dalle orecchie. Ma non riesco ad accontentarlo. Fa troppo male respirare. Intorno a me, le candele sul tavolino si accendono e la fiamma è alta, gli sportelli della cucina cominciano a sbattere e le finestre si spalancano. L'unico suono che sento è il rumore della porta. La porta. Poi, come un flash, vedo Roger che si trasforma in un grosso cane e i miei occhi si spalancano come se mi fosse palesata davanti una risposta divina. Roger è un cane mannaro. Una volta realizzato questo, il dolore comincia a scemare, la fiammella si spegne, gli sportelli e le finestre si chiudono. Tutto torna alla normalità. Il rumore della porta è sparito. Rimane una lieve eco. Lontano nella mente si forma il pensiero che Roger mi abbia nascosto la sua natura. Che me lo abbia detto solo nel momento in cui io mi sono esposta. Se non lo avessi fatto, se avessi continuato come mia madre, forse lui avrebbe fatto lo stesso. Me lo avrebbe tenuto nascosto. Il pensiero che si sia mostrato solo ieri sera si trasforma in una concretezza e sale, dentro, rabbia. Rabbia perché, anche lui, mi ha nascosto una cosa di questo genere. In fondo, non è molto diverso da Sally e mia madre.

Mi alzo di scatto dal divano e mi chiudo la porta del bagno alle spalle. Con violenza. Lo specchio mi mostra un viso sconvolto dal pianto e rosso. Un volto che non è il mio. Io non mi riduco così. Mi sciacquo con l'acqua ghiacciata sperando che possa quantomeno alleviare un poco la situazione. Mi pizzico le guance per svegliarmi ulteriormente e copro il copribile con il trucco. Forse, più del necessario. Quei segni rossi non li voglio vedere.

Cerco il telefono per tutta casa e quando lo trovo mando un messaggio a Zoe. È a casa. Prendo dall'armadio i primi vestiti che trovo, e che abbiano un senso, e poi esco di casa. Mi blocco due passi dopo aver chiuso la porta.

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