Ormai sono passati un paio di giorni dal mio ricovero in ospedale. I medici mi hanno tenuta in osservazione per capire se avessi riportato danni. Mia madre e Sally sono venute a trovarmi ogni pomeriggio, nell'orario di visita, ma non abbiamo più parlato di cosa hanno detto. Cercavano, piuttosto, di capire cosa fosse successo quella sera. Avrei voluto dare loro una risposta completa ma, la verità, è che nemmeno io so cosa sia accaduto dopo la caduta. Dopo due giorni di accertamenti, il medico ha deciso che mi avrebbe dimessa raccomandandomi un periodo di convalescenza in un posto tranquillo.
Ed ora eccomi qui, in piedi davanti al mio letto a ritirare le mie cose nella borsa. Forse lasciare Oxford per un mese potrebbe aiutarmi a capire come risolvere i miei problemi. Non ho bisogno di molto perché Sally ha ancora molti dei miei vestiti. Prima di lasciare l'appartamento, ho scritto una mail a Crane, con referto medico annesso, spiegando il motivo per cui non sarò presente al lavoro per un mese. Fisicamente non mi sento di dover aspettare così tanto prima di tornare in biblioteca ma, mentalmente ed emotivamente, è quello che mi serve. Mentre ritiro il computer nella valigia sento il campanello suonare. Dietro la porta compare Roger con un grosso mazzo di rose bianche tra le mani. Lo faccio accomodare e sistemo i fiori in un vaso, anche se so che, per quando sarò tornata, loro saranno morte.
"Come ti senti Liz?" -Roger non si siede sul divano, anzi, resta in piedi con le mai dentro le tasche dei jeans.
"Io mi sento bene ma il medico mi ha ordinato riposo assoluto"
"Ha fatto bene. Resterai qui o parti?"
"Parto. Vado da mia nonna a Bath, per un mese" -non risponde. Accenna un assenso con la testa e comincia a guardarsi in torno, spaesato. Apprezzo che sia venuto a trovarmi ma non capisco il suo atteggiamento. "Roger, cosa ci fai qui?"
"Sono venuto a scusarmi" -ecco perché.
"Va bene." – rimaniamo a fissarci per alcuni secondi. Poi, in un lampo, mi viene in mente una cosa. "Senti, tu sai cosa è successo dopo la mia caduta?"
"Sì, ma forse è meglio se ti siedi" -mi prende la mano e mi accompagna sul divano affianco a lui. "Allora, sono arrivati i paramedici e ti hanno caricata sull'ambulanza per portarti in ospedale...Will è salito con loro. Non ha lasciato la tua mano un attimo. Era preoccupato. Jessica ed io vi abbiamo seguito in macchina. Il medico aveva detto che avevi preso una brutta botta, ti ha portata in terapia intensiva subito. Pensava potessi avere dei danni gravi."
"Per fortuna non è stato così"
"Già, ma non ho finito. Will è rimasto in ospedale finché il medico, esasperato dalle sue continue domande, non gli ha detto che eri fuori pericolo. All'improvviso sono arrivate tua madre e tua nona, così, ce ne siamo andati tutti."
"Oh"
"Liz, mi dispiace. Non avrei dovuto colpirti!"
"Vero, ma non puoi tornare indietro nel tempo e, visto che sto bene, smettila di scusarti perché risulta fuori dal tuo personaggio" -cerco di sdrammatizzare ma non so se mi è riuscito. Sentirsi dire che Will era preoccupato per me e che non mi ha lasciata è strano. Non so come reagire a questa informazione.
"C'è un'altra cosa"
"Ancora?!"
"Sì, ma non c'entra nulla con la cena...io mi trasferisco a Londra."
"Cosa?"
"Sì, te lo avrei detto a cena. Mi hanno ingaggiato per una grossa campagna promozionale e, questo, implica un trasferimento. Non sarei riuscito a fare la spola."
"E Jessica?" -il suo sguardo viene coperto da un'ombra scura. Le sue mani si contorcono con forza. "Credo sia un argomento taboo...beh, allora, buon lavoro"
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Flowers, sweets and secrets
RomanceElizabeth White, 26 anni, è pronta ad affrontare una nuova parentesi della sua vita. Dottoranda di archivistica, romantica, gentile, goffa. Profuma di lavanda e rosa, una passione per la pasticceria e le erbe che conserva fin da bambina. Vive tranq...