"Remember what you must do when they undervalue you,
when they think your softness is your weakness,
when they treat your kindness like it is their advantage"
- Fire, Nikita Gill
Sono in ritardo. Ancora. Sto correndo per arrivare in orario alla lezione di diplomatica. Uno sguardo fugace all'orologio e dannazione sono in ritardo. Ero convinta di essere in perfetto orario quando mi sono alzata. Avevo addirittura preparato la borsa ieri sera. Non so come ho fatto a finire così.
Arrivata davanti al portone d'ingresso cerco di ricompormi. Per quanto possibile. Ad aspettare all'entrata, Charles. Sta parlando con uno dei portinai. Con un cenno della mano mi saluta e fa cenno di andare. Sono in ritardo e il mio capo lo ha notato. Alla prima lezione. L'aula predisposta è piena di computer. In realtà dovrebbe essere utilizzata per i corsi di comunicazione ma nessuno lo fa. In pratica, i responsabili delle aule la affidano solo ai professori di Archivio e Paleografia.
Gli studenti sono già tutti in aula. Un ultimo guardo all'orologio. 8.45. Sono giusta. Entro in aula per lasciare la borsa sul tavolo. I ragazzi, nel vedermi si siedono in silenzio.
"Ragazzi, tranquilli. Manca ancora un quarto d'ora." - sistemo i fogli e accendo l'unico pc che mi serve. - "Preferite cominciare all'ora spaccata o alle nove e un quarto?" - mi prendo lo scrupolo di chiedere. I ragazzi si consultano un attimo e poi dichiarano di voler cominciare rispettando il quarto d'ora accademico. Faccio un respiro profondo e li lascio soli.
Ho abbastanza tempo per andare a prendere un caffè alle macchinette. Il chiostro è affollato. Mi faccio largo tra i ragazzi lasciando qualche spintone involontario e una serie di scuse infinite. Quel chiostro era pieno di studenti anche quando frequentavo lezioni io. Non riesco ad alterarmi con loro.
Davanti alla macchinetta, una fila di ragazzi che aspettano il proprio turno. Spazientita, alterno lo sguardo tra l'orologio e la fila. Ho la sensazione che uscirò sconfitta da questa situazione. Abbandono la speranza del mio santo caffè e torno verso l'aula. Davanti alla porta, mentre i ragazzi entrano per prendere posto, Will sta aspettando con dei bicchieri di carta tra le mani. Mi fermo sui miei stessi passi. Stupita. D'altra parte, la tregua del non parlare era solo per la colazione. Si avvicina ed io vorrei solo scappare dall'altra parte.
"Buongiorno" - si ferma a pochi centimetri da me e l'effetto che mi fa è quello dell'altra sera. Sento caldo.- "Caffè?"
"Com...sì...grazie" - mi porge un bicchiere e il freddo della sua mano mi sbatte in faccia la realtà dei fatti. È morto.
"Allora...ho saputo che oggi terrai tu la lezione." - immersa nel liquido bollente, faccio fatica ad accennare un movimento della testa. - "Bene...pronta?"
"Onestà?" - Will annuisce prima di immergere persino il naso dentro il caffè. - "Terrorizzata. Non l'ho mai fatto. Io sono quella dietro i volumi che non parla. Non sono portata per tenere lezioni."
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Flowers, sweets and secrets
Любовные романыElizabeth White, 26 anni, è pronta ad affrontare una nuova parentesi della sua vita. Dottoranda di archivistica, romantica, gentile, goffa. Profuma di lavanda e rosa, una passione per la pasticceria e le erbe che conserva fin da bambina. Vive tranq...