Capitolo 14.

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Mi infilai un paio di leggins,una felpona e le scarpe da ginnastica. Uscii di casa e cominciai a correre. Stavo per fare una cosa stupida. Volevo farlo soffrire. Volevo mettere fine a un impiccio nella sua vita:io.

Raggiunsi in fretta il ponte dove di solito passavo quando andavo al supermercato.

Non c'era nessuno. "Meglio" pensai.

Mi fermai un momento.

 Che stavo facendo? La cosa giusta. Disse una voce nella mia testa. 

Stai sbagliando. Ne disse un'altra.

Tanto avrei sofferto comunque:avrei sofferto buttandomi nell'acqua gelata e avrei sofferto pensando a lui. 

Mi aveva detto:"Io sono convinto che sia tu la persona che aspetto da tanto."  

Evidentemente mentiva. 

Cominciai a piangere ripensando alle sue parole. 

Mi aveva straziata doverlo lasciare ma doveva andare così:lui con un'altra e io da sola,condividendo la vita con il mio cuore spezzato. 

Scossi la testa. Basta Lucy.

Scavalcai il parapetto del ponte così da trovarmi sul rialzo di pietra e da appoggiarci i piedi. Strinsi le mani alla ringhiera di ferro.

Stavo facendo una pazzia. 

Non stavo facendo la cosa giusta. 

Sentii delle urla dietro di me. 

Mi voltai.

 Il cuore perse un colpo e insieme a lui io l'equilibrio. L'ultima cosa che vidi era un'angelo volare verso di me poi tutto nero.

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