Capitolo 9.

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Mi buttai piangendo sul letto. Sentivo dei passi e la sua voce che chiamava il mio nome. Intanto tirava calci alla porta. Dopo un po', decisi di aprire.

Era seduto a terra, gli occhi di chi aveva appena pianto,lo sguardo triste. Rimasi a fissarlo per trenta secondi poi chiusi la porta, ma la sua mano mi fermò.

-Che cosa vuoi?-gli sputai velenosa. -Fottiti!-

-Lucy...io...mi dispiace.-disse, la voce rotta dal pianto.

-Ecco perché mi hai continuamente tenuta distante! Stavi seguendo lei!- urlai mettendo enfasi sull'ultima parola.

-L'ho trovata solamente una settimana fa.-

-Non importa! Tanto tu ti senti già attratto e lei...lei è più potente di me! Ammettilo.-sorrisi amaramente.

Abbassò lo sguardo. Aprii l'armadio e presi il borsone con i miei vestiti che ero andata a recuperare al mio appartamento il giorno dopo della sua 'dichiarazione'.

-C-che stai facendo? -chiese.

-Sto togliendo il disturbo.-dissi seria. 

-Perché? -

-Tanto ormai io non servo più qui. Non è vero?-

-Almeno aspetta domani mattina, ora è buio. Può essere pericoloso là fuori...i Ritch sono dappertutto. Ti uccideranno.- Tentò di toccarmi la mano ma io mi scostai,come se mi avesse bruciato la pelle.

-Preferirei morire invece di doverti lasciare.-dissi.-Ma lo devo fare,Jason. E' la cosa più giusta.-

 Lui mi guardò dritto negli occhi e capii cosa provava. Dispiacere. Amore. Il suo cuore era spezzato,forse non completamente. Il mio cuore invece si era frantumato in mille pezzi. Era irraparabile.

-E dove...dove andrai adesso?-

-A casa mia.-e per  casa mia non intendevo di certo Parigi.

Detto questo mi avviai verso la porta con il borsone in spalla quando la sua mano afferrò la mia e lui mi sussurrò all'orecchio:-Mi dispiace.-

Io non dissi nulla. Mi scansai da lui e scesi le scale per poi varcare la porta d'ingresso e sentire un vuoto dentro di me.

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