"Se si pensa solamente al passato, non si avrà la possibilità di sperimentare il futuro...lo stesso vale per l'amore, ama la persona che è diventata e che diventerà, non soltanto quella che era"
copertina by: GaiaJeonJH
Mi svegliai nel mio letto che era mattina, il sole trapassava gli spazi che lasciava la serranda leggermente scostata dalla finestra. Portai una mano sul volto, non volevo alzarmi, non volevo affrontare nessuno quel giorno, sarei voluta rimanere chiusa in me stessa e non uscire. Ma come ogni persona distrutta, decisi di indossare una maschera e farmi coraggio, una maschera invisibile, che nessuno poteva notare. Un sorriso.
Alzai il mio fragile corpo dal letto, dirigendomi verso la cucina per mettere qualcosa sotto i denti, nonostante il mio stomaco fosse chiuso. Dopo aver preso due biscotti decisi di lavarmi e prepararmi, per poi buttarmi sul divano a fissare il vuoto, cercando di non scoppiare un ennesima volta in un pianto isterico.
La mia mente cominciava ad elaborare e il mio cuore non faceva che battere all'impazzata, ripensando a Jimin, ripensando a tutto ciò che ormai era passato, ma che faceva comunque parte di me, un pezzo del mio cuore che se abbandonato, avrebbe lasciato al suo posto solo tristezza e un vuoto totale.
Suonarono al campanello, svogliata decisi di andare ad aprire, aspettandomi una visita di Jin oppure di Tae , ma la visione di quella persona mi fece solo venire un profondo ribrezzo, nulla di più. Era la ragazza che il giorno prima attirava l'attenzione di Jimin, oggi aveva dei calzoncini così corti da sembrare mozzati, una maglia attillata e più trucco in faccia che in un negozio di cosmetici.
<si? >chiesi piuttosto scioccata, mostrandomi cordiale. La ragazza fece subito una smorfia disgustata, squadrandomi da capo a coda con una faccia alterata. <stai lontana da Jiminie o ti spezzo, razza di strega>insinuò girando i tacchi. Le presi immediatamente il polso per poi farla ruotare verso di me.
<ascoltami bene, non so chi ti credi di essere, ma non osare rivolgerti in quel modo a me, barbie> Dette quelle parole le chiusi la porta in faccia. Avevo visto la sua espressione abbastanza sconvolta che aveva sul volto.
Di una cosa ero certa, se a Jimin piacevano quel tipo di ragazze, io ero altamente fuori dai suoi standard. Seppure mi volessi convincere del contrario, a me quel ragazzo mancava. Mi mancava il modo in cui mi prendeva per mano, come mi baciava, ricordo ancora l'ultimo bacio che mi aveva dato. Ricordavo quando mi prendeva le guance e le pizzicava con le sue piccole dita, e mi chiudevo in me stessa quando ripensavo a tutte le volte che avevo rinunciato ad un ragazzo per lui in questi anni.
Portai le ginocchia al petto stendendomi a terra, toccavo la superficie liscia e fredda del legno, che faceva rabbrividire la mia pelle al solo contatto. Nel mentre la sua risata mi frastornava in testa, facendomi diventare pazza. Un ragazzo, che non vedevo da tanti anni, riusciva a farmi questo effetto. Iniziai a chiedermi come sarebbe finita la nostra storia se lui non si fosse trasferito.
Avevo nostalgia dei vecchi tempi e non riuscivo a superarli per andare avanti, per farmi una vita normale, per essere me stessa senza dover fingere di stare bene. Misi le cuffiette e il volume della musica al massimo, sperando di non sentire nulla attorno a me, per isolarmi dal mondo ed immergermi in un universo parallelo, così lontano, ma anche vicino.
Le lacrime ricominciarono a sgorgare incessanti sul mio volto, rigando le mie guance e raggiungendo il suolo, dove si schiantavano e si dissolvevano da sole, dopo un breve tratto di vita.
Riuscii a riprendermi solo qualche ora dopo, ma non completamente, infatti nella mia testa risuonava la sua voce e nel mio cuore si faceva spazio il mio amore per lui.
Iniziai ad abbuffarmi di cibo per soffocare la mia tristezza, fin quando la sveglia del pomeriggio non mi riportò alla realtà, dovevo andare a lavorare.
Risistemai il mio trucco e mi cambiai, portandomi un cambio ed uscendo di casa dopo aver chiuso la porta. Mi diressi spedita verso il piccolo bar, non curandomi delle persone attorno a me , spintonando la gente, a volte. Appena vi entrai, Namjoon e Misun mi sorpresero abbastanza. Stavano parlando, ma Namjoon non era serio come si dovrebbe essere con il proprio capo.
<Hey! >li chiamai per farmi sentire. Li raggiunsi e lo sguardo dei due sembrò soddisfatto, nel mentre giungevano lamentele dai numerosi clienti. <dov'è Yoongi? >chiesi confusa non vedendo il ragazzo. <ora arriva tranquilla>dette quelle parole la sagoma del ragazzo si intravide dalla porta dello spoiatoio. La visione fu alquanto strana, infatti, era vestito come una maid...
<Y-Yoongi? >gli domandai abbastanza confusa. I capelli neri gli battevano sul volto, le due fessure che erano i suoi occhi esprimevano rabbia e il sorriso forzato mi fece rabbrividire. <ha perso una sfida! >esclamò contento il più piccolo. <vai ti chiamano! >dette quelle parole, Misun, incitò Yoongi a dirigersi dai clienti con i vassoi in mano. Dopo aver servito tutto, abbastanza imbarazzato, si rifugiò dietro di noi.
<Namjoon te la faccio pagare>disse a denti stretti per poi correre a cambiarsi. Io sorrisi, finalmente. Avevo dimenticato per un attimo i miei pensieri negativi grazie a loro. Passai un bel pomeriggio e poi, come tutti i giorni, tornai a casa. Ero esausta, sia fisicamante che psicologicamente. Non riuscivo a tenermi in piedi. Addentai qualcosa da mangiare e poi mi addormentai sul letto, sperando di sognare qualcosa di felice, qualcosa che mi avrebbe fatto sognare.
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HAYYY COME VA? spero tutto bene...
I'll hope che il capitolo vi sia piaciuto... Byeee!!!!!!!!
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