"Puoi spiegarmi come riesci a toglierti sempre le interrogazioni in così poco tempo?" Quasi urla stressato Giorgio al suono dell'ultima campanella del pomeriggio
"Giorgio ci vuole solo intelligenza, quella che ti manca" rido io di buon gusto spingendolo lievemente
"Ma quanto sei simpatica? Come un dito insabbiato su per il culo" ride lui sarcasticamente e apre la porta antincendio
"Scherzo ovviamente, beh invece di uscire ogni santo giorno con Lorenzo, bastano anche due interi pomeriggi con pochissime pause e guarda come recuperi tutte le materie arretrate a poco a poco" spiego io stringendomi nel giubbotto, per via del vento, e mettendo le mani nelle tasche dei jeans neri
"Ma non riesco a stare neanche mezzo minuto senza di lui, Marghe" dice lui facendo il labbruccio
"Ma smettila, dai, allora perché non studi insieme a lui? Così non sei neanche solo" propongo continuando ad attraversare il vialetto della scuola per uscire definitivamente
"Beh si, potrebbe essere una buona idea, vedrò, ma in ogni caso, scappo a prendere il bus, ci vediamo domani? Cosa farai ora?" Domanda lui più veloce di un fulmine
"Calma, Dio santo, mi confondi, si tranquillo ci vediamo domani! Ho ancora del tempo libero e poi allenamento come ogni giovedì, tu corri a studiare vah!" Ridacchio spingendo un piccolo pugno contro la sua spalla
"Tempo libero? Vai dalla morosa?" Ride lui prendendomi in giro
"Esatto,Mi conosci troppo bene tu, a domani, scemo!" Rido anche io, salutandolo subito dopo con i due baci nelle guance
"Gne gne, scema ci sarai tu! A domani" mi saluta con la mano e poi corre verso il bus che a quanto pare aspettava solo lui, come sempreSorrido guardando la scena e mi dirigo verso il motorino quando una voce abbastanza familiare urla il mio nome
"Oh Elena, ma qual buon vento?" Esclamo io senza girarmi dalla sua parte mentre prendo il casco dal piccolo baglio del motorino
"Non si saluta più?" Domanda lei sospirando e sento i suoi occhi bruciare su di me
"Vai dritta al sodo Ele, cosa succede? Hai bisogno di qualcosa?" Sospiro anche io domandando questo e allacciandomi subito dopo il casco
"Guardami in faccia, almeno questo!" continua lei senza rispondere a nessuna domanda
Mi giro, accontentandola, senza proferire parola e i miei occhi passano velocemente da capo a piedi
"Se sei venuta di nuovo a chiedere scusa puoi anche girare i tacchi e andare via" esclamo alzando gli occhi al cielo, appoggiandomi al sellino, con lo zaino ancora in spalle.
"Okay non mi scuserò più, anche perché contando oggi sono già 4 giorni che lo faccio, ma almeno è possibile evitare questo distacco? Insomma è capitato, basta, sono stata una cretina, ma almeno non evitarmi" spiega lei iniziando a spostare i capelli ricci da una parte all'altra
"Tu non ti rendi conto della responsabilità che ci siamo presi quella sera, per non parlare di Francesca, cazzo!" Sbotto io dopo qualche secondo di silenzio
Lei scrolla le spalle sospirando a testa basta e risistema lo zaino nelle spalle
"Cosa posso fare se appena mi avvicino per chiedere scusa tu non le accetti neanche? Non so più che fare, come posso fartelo capire? Perché lasci pesare questa cosa su di me da ormai 4 giorni? Francesca non sta reagendo così come te!" Sbotta ora lei rialzando il viso leggermente arrossato
"Se chiedo scusa non va bene, se cerco di avvicinarmi non va bene, se provo a riaprire l'argomento mi mangi già viva con solo uno sguardo, cazzo Margherita, dimmi tu cosa fare!" Continua incazzata subito dopo alzando le braccia in aria
"Nulla, assolutamente nulla, non credere che io sia incazzata con te, ci sono solo rimasta perché io in primis mi sono spaventata, e non sai quanto, ciò non significa che ti evito o altro, lo so benissimo che può succedere ma ora come ora non ne voglio sapere nulla" cerco di rispondere io mantenendo la calma
"E a me tutto questo tempo che ti serve mi fa solo del male, mettilo bene in testa!" Urla definitivamente lei
Le mie labbra si schiudono a quelle parole e i suoi occhi iniziano a luccicare e ad inumidirsi
"Cosa intendi dire, Elena?" Sussurro quasi io alzandomi dal sellino
"Lo so che sei impegnata con Anna, non pensare male, ma questo non significa che io non posso affezionarmi a nessuno, non dopo quello che hai fatto per conoscermi, per fare nascere una nuova persona in me. In quel liceo ti etichettano e basta, lesbica e anche da "evitare" solo perché non ho la fila di amici falsi dietro, giusto no? Pensiero ottimo per una città di merda come questa! Ma tu hai almeno avuto la bontà di avvicinarti e capire chi si nascondo dietro tutta questa figura, senza farti problemi, come faccio a non affezionarmi dopo questo? Spiegamelo tu!" Continua ad urlare lei con le prime lacrime che iniziano a rigare le sue guance ormai rosso fuoco per il vento e la rabbia
"Elena, a me non me ne fotte proprio un cazzo di questa scuola e questa città, ne di cosa pensano ne di cosa dicono, se ti ho voluto conoscere vuol dire che il mio sesto senso la pensava giusta su di te, ed è ancora così, smettila di essere così legata a certi pensieri! Cambia per te stessa, non per gli altri, ma solo se lo vuoi. E se vuoi un consiglio da parte mia, non fare nulla, perché sei già perfetta così! Ele, io ti voglio bene anche se non ti conosco ancora come si deve!" Commento io uscendo un fazzoletto dal pacchetto per poi porgerlo a lei
"Hai ragione Marghe" sussurra quasi lei asciugandosi le lacrimeSospiro io guardandola e scrollo le spalle dopo questo sfogo appena avuto
"Come stai ora?" Domando io dopo qualche minuto di puro silenzio
"Sto e basta, ma non ne voglio parlare, anzi, vado che ho da studiare" tira su il naso con gli occhi ancora lucidi e fa per andarsene
"Elena, ti prego.." lascio la frase in sospeso e lei resta ferma dandomi le spalle con la testa abbassata verso il marciapiede
"Hai ragione anche tu, mi sono comportata da schifo, non è stato corretto nei tuoi confronti" parlo io aspettando che si gira
"Tranquilla, può capitare anche questo" Lei annuisce voltandosi e poco dopo sistema meglio la borsa a tracollo
Mi avvicino e la stringo forte a me per la prima volta involontariamente, sento i suoi muscoli rilassarsi al mio tocco e si abbandona anche lei in questo abbraccio in silenzio ma particolare."Vai da Anna?" Mi domanda poco dopo esserci staccate ed io sorrido annuendo al pensiero
"Allora salutamela, io credo di uscire dopo lo studio con Francesca!" Sorride anche lei con le gote lievemente arrossate
"Beh dai, allora qualcosa di positivo è successa quella sera" commento io inserendo la chiave per mettere in moto
"Beh staremo a vedere, a domani Mar" ridacchia salutandomi con la mano e stessa cosa faccio io sorridendole per poi prendere la via giusta per raggiungere Anna, nella speranza di trovarla in sala.Parcheggio velocemente il motorino davanti alla sala e suono il campanello.
I vetri essendo oscurati non mi permettono di vedere gli interni quindi aspetto fino a quando la porta nera si apre leggermente dopo il bip.
"Aveva un appuntamen- Oddio Margherita, ma che ci fai qua?" Domanda Anna appena si accorge di me con la bocca socchiusa e gli occhi quasi spalancati
"Ti ho fatto una piccola sorpresa, non è tanto, ma ho del tempo libero" alzo le spalle dopo aver chiuso la porta e mi dirigo verso di lei che è seduta dietro la scrivania enorme
"Non è tanto?" Alza lei le sopracciglia e fa il giro del bancone per raggiungermi
"Sono sorpresa, hai centrato in pieno il tuo intento ed ora sono felicissima" mormora lei prendendomi il viso per poi lasciarmi un lungo bacio sulle labbra che mi fa sorridere e arrossire di botto
"Mi piace farti arrossire, sei un'altra persona che solo io posso ammirare" ridacchia spostandomi delle ciocche e mi stringe a lei lasciandomi piccoli bacini su tutto il viso
"Tu sei sempre troppo dolce con me" sussuro sulle sue labbra per poi riprendere a baciarla ma più intensamente portando le mani tra i suoi capelli, cosa che le piace parecchio.
"Sbaglio o dovevo farti vedere la camera oscura?" Sussurra lei con un ghigno sulla faccia dopo che mi sfila la giacca da dosso buttandola sul divano in pelle della sala di ingresso
"Sbaglio o questa proposta posso solo accettarla?" Ridacchio io e la riprendo a baciare mentre dirige entrambe verso un'altra stanza.