When Everything Is Possible [One Direction Fanfic]

Capitolo 16

Rebel pov's

Lo avevo perdonato?

«Harry...io ecco... Non so se sia il caso... Forse è meglio se la finiamo e basta.» dissi, con le lacrime agli occhi.

«Non puoi averlo detto sul serio.» disse lui con la voce rotta.

«Io ti amo, come te lo devo dire?» stava cominciando a singhiozzare.

Mi si spezzava il cuore, il mio ricciolino che piangeva...

Ma dovevo rimanere lucida, e non farmi prendere dalla compassione.

«Harry. Ascoltami un attimo. In tour sarai circondato da un milione di ragazze, dopo qualche giorno nemmeno ci penserai più a me. Okay?» sospirai.

«No! Non c'è proprio niente di okay!» disse lui, poi uscì dalla stanza sbattendo rumorosamente la porta.

Lo avevo perso.

Il migliore ragazzo che avessi mai incontrato.

E stavolta, lo avevo perso per sempre.

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Il giorno dopo, eravamo in viaggio per Holmes Chapel.

Io e Harry non ci eravamo detti una parola per tutto il giorno.

«Se non vieni tu, in tour non ci vado nemmeno io.» mi disse a un certo punto.

«Styles non dire cazzate.» dissi.

«Sono serissimo.» esclamò.

«Sei un coglione se speri che in questo modo ti dica di sì.»

«Bene. Non venire. Be' arrangiati. Ma quando sarò in cima alle classifiche mondiali, non prenderti la briga di venire da me a scusarti.»

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Harry pov's

~ il giorno della partenza per il tour ~

«Hazza se non partiamo subito non arriviamo in tempo in aereoporto.» mi disse Louis.

«Ancora qualche minuto.» lo pregai.

«Solo 5 minuti Harry. Non di più.» disse, poi andò a finire di caricare i bagagli sul pulmino.

Speravo ancora che arrivasse. Ma non c'era traccia di lei.

Avevo esagerato l'ultima volta che ci eravamo visti.

Decisi di bussare a casa sua, che distava solo qualche minuto.

Mi aprii la porta suo fratello Jake.

Stavo per parlare ma lui mi precedette.

«É in camera sua che piange. Continuava a ripetere "Non l'ho nemmeno salutato!" Parlava di te vero?» io annuii.

Entrai nella stanza di Rachel senza nemmeno chiederle il permesso, come immaginavo era nascosta sotto le coperte.

Mi sedetti sul bordo del suo letto.

Una mano spuntava fuori dalla coperta, e io gliela strinsi.

«Jake?» sussurrò.

«No, mi dispiace.» dissi io.

«Harry?» praticamente mi buttò le braccia al collo.

«Credevo fossi già partito...» disse.

«Non posso partire senza di te.» spiegai.