|4| adunanza e isolamento

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Caravan
(n.) un gruppo di persone che viaggiano insieme.

Irwin

Non appena mi svegliai, la tonda faccia di Chuck mi si mise davanti, sorridendomi in un modo quasi inquietante.
《Alby vuole vederti》disse solamente, prima di correre via verso i tavoli dove alcuni ragazzi stavano mangiando la loro colazione.
Mi stropicciai gli occhi, lasciando cadere la testa all'indietro e cercando di riprendere conoscenza.
Sbuffai sonoramente, non ero abituata a svegliarmi così presto la mattina.
Mi alzai svogliatamente, raccimolando il sacco a pelo e lasciandolo attaccato al busto della quercia.
Ero sicura che i miei capelli fossero impresentabili, tutti arrufati e spettinati, ed ero altrettanto sicura di avere due occhiaie grandi quanto l'intera Radura.

Arrivai ai tavoli, cercando con lo sguardo qualche volto famigliare.
Trovai Frypan e un altro ragazzo piazzati davanti una porta di una casetta di legno: davanti a loro c'era una fila di ragazzi che aspettavano il loro turno per prendere la colazione.
Mi aggregai alla fila di destra, continuando a guardarmi intorno.
Scorsi non molto lontano il tavolo dove erano seduti Alby, Newt e Chuck, tutti e tre intenti a chiacchierare e finire la loro porzione di cibo.
Arrivato il mio turno, Frypan mi sorrise cordialmente, prendono poi un piatto vuoto e mettendoci dentro un uovo, della pancetta e metà toast.
《Buongiorno, Fagio》disse il ragazzo davanti a me, ed io gli risposi con un sorriso.
Raggiunti il tavolo che avevo prima indivuato, e mi sedetti accanto a Chuck, davanti ad Alby.
《Ciao Senza Lingua》ridacchiò Alby, mandando giù un pezzo di bacon.
Lo guardai storto, ma tanto, tanto storto che se uno sguardo avesse potuto uccidere, lui sarebbe bello che morto e sepolto.
Alzò le mani, fingendosi dispiaciuto, e ciò non fece altro se non aumentare le risate di Chuck.
Sconsolata, cominciai a mangiare l'uovo, e poi il bacon, lasciando il toast nel piatto.
《Lo mangi quello?》mi chiese Chuck guardando con occhi famelici la fetta di pane tostata.
Scossi la testa, e subito dopo la fetta di pane era già bella bocca di Chuck.
Vidi i due ragazzi davanti a me scuotere la testa divertiti, poi riportarono entrambi la loro attenzione su di me.
《Ti aspetta una giornata impegnativa, oggi. Faremo un' Adunanza tra pochi minuti, e tu sarai partecipe. Poi Newt ti farà fare il Tour della Radura》annunciò Alby, bevendo l'ultimo goccio d'acqua rimasta nel suo bicchiere.
Poi si alzò, fece un cenno della testa a Newt e si avviò nella struttura grande che avevo visto il giorno prima.
Finii di bere anche io, con la testa china sul tavolo di legno.
Cos'è un Adunanza?
《Se hai finito di mangiare, possiamo cominciare ad andare》disse Newt, guardandomi in cerca di una risposta.
Mi alzai, scavalcando la panca e raggiungendo il ragazzo biondo che stava camminando verso la grande casetta.
Il suo zoppicare si notava ancora di più, adesso che lo vedevo da dietro.
Entrammo nella grande casa, dove trovai una sedia al centro di un semicerchio composto da altre sedie, tutte occupate tranne una posta accanto ad Alby.
Newt mi fece segno di sedermi sulla sedia al centro, mentre lui prese posto a quella accanto ad Alby.
Attorno a me, riconobbi Gally, Jeff e Minho, ed altri ragazzi che avevo visto di sfuggita nella Radura.
《Dichiaro aperta questa Adunanza》la vice di Alby tuonò, squarciando il silenzio che si era creato a seguito del mio arrivo.
《Siamo qui per discutere della Fagiolina davanti a noi. Come sapete, la Fagio è stata trovata nel Labirinto, e non nella scatola. In più, e la prima ragazza arrivata qui nella Radura. Terza cosa, deve aver perso la lingua, dato che non parla》continuò Alby, facendo alzare un mormorio di voci che subito venne placato da uno sguardo torvo del ragazzo.
《Io non mi fido di lei》parlò un ragazzo seduto accanto a Gally. Quest'ultimo gli tirò una gomitata, provocando una smorfia sa parte del ragazzo, che si ammutolì.
《Forse dovremmo prima farle delle domande, no?》chiese Jeff, catturando la totale attenzione su di lui.
《Sempre se decide di parlare. Comunque, Fagio, ti ricordi il tuo nome?》Alby posò il suo sguardo su di me, cercando risposte alle domande che probabilmente gli passavano per la testa.
Mi ricordavo il mio nome?
Scavai tra quei pochi ricordi, mi imposi di ricordarmi almeno il mio nome.
Ir....
Ir....
Chiusi gli occhi, li strinsi riducendoli ad una linea dritta, così come la bocca.
Forza, ricorda, ricorda!
Era frustrante, incredibilmente brutto e imbarazzante tutto ciò.

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