|6| odio e rimorsi

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Arcane
(agg.) segreto, misterioso, capito da pochi.

Irwin

Passarono diversi mesi, tutti uguali: la mattina correvo per il bosco cercando di ammazzare il tempo e aspettando l'arrivo di Minho, che ogni mattina passava a salutarmi prima di entrare nel Labirinto; poi accendevo il piccolo falò per cuocere i rimasugli della carne che Gally rubava da Frypan, e che poi mi portava; il pomeriggio mi limitavo ad aggiungere dettagli alla casetta sull'albero, che adesso aveva ben tre piani ed era alta quasi quanto la torre della Radura; la sera non andavo a mangiare con gli altri, ma aspettavo l'arrivo di Minho con due piatti pieni di cibo, e mangiavamo lì nel bosco, davanti al falò. Qualche volta veniva Gally al posto di Minho, ma cominciai a parlare con entrambi, gli dissi il mio nome e loro diventarono i miei unici due amici che avevo.
Non avevo più parlato con Newt, ovvero lui cercava di parlare con me, ma io lo evitavo alla grande.
C'era un dettaglio: ogni mattina, sotto la casa sull'albero c'era sempre una mela, appoggiata sull'erba non curata.
Nessun bigliettino accanto, era solo una mela che continuava ad apparire ogni mattina, senza mai saltare un solo giorno.
Rimase celato il nome di chi la mettesse lì, era una specie di regalo anonimato.
Gally e Minho non ne sapevano nulla, il che suggeriva al fatto che loro non ce l'avessero messa.
Ogni tanto, nelle Faccemorte, mi ritrovavo qualche Raduraio che cercava fertilizzante per Zart, oppure erbe mediche per Jeff, ma pochi si avvicinavano alla mia piccola abitazione: Minho diceva che li intimorivo a tal punto di non voler avanzare di neanche un metro verso il mio accampamento.
Tra quelli che, invece, si avvicinavano, c'era il ragazzino paffuttello, Chuck.
Eravamo diventati una sorta di amici, lui mi riferiva i meglio gossip sulla Radura e io gli davo nascondiglio quando l'intendente degli Spalatori lo cercava infuriato.

Poi arrivò quella mattina.
Quando mi alzai, scesi dalla torretta, trovando la solita mela a terra.
La presi e cominciai a mangiarla, poi mi legai i capelli con un elastico fatto malamente con dello spago che si riuscita a prendere dalla cucina di Frypan.
Cominciai a correre, continuando a mangiare la mela e addenteandomi tra il bosco: lo conoscevo come le mie tasche, ormai ogni ramo mi era famigliare.
Era quasi l'ora che Minho venisse a salutarmi, così mi diressi verso l'inizio del bosco, andando in contro al ragazzo.
《Buongiorno Fagio》nonostante le numerose volte durante le quali avevo rimproverato Minho sul fatto che mi chiamasse Fagio, o Fagiolina, lui si ostinava a chiamarmi in quel modo, ma ormai ci avevo fatto l'abitudine.
《Buongiorno mandorlino》avevo cominciato a chiamarlo "mandorlino" per via dei suoi occhi a mandorla, ma sopratutto perché in questo modo avevamo tutti e due un nomignolo da riservarci a vicenda.
Si avvicinò e mi scompigliò i capelli, mentre la sua altezza sovrastava la mia.
Andò verso il cumulo di legna e ceneri che la sera prima aveva le sembianze di un falò e si sedette sul tronco davanti.
《Oggi è il grande giorno, dovrebbe arrivare un pive nuovo》sputò fuori, lasciandosi cadere all'indietro e chiudendo gli occhi.
《Non fai tardi se ti addormenti?》chiesi guardandolo con un sorriso sghembo, mi piaceva prenderlo in giro.
Aprì solo un occhio, mentre un bellissimo sorriso si faceva strada tra le sue labbra.
《Vieni a fare colazione da Frypan? C'è il bacon》il tono di supplica che usò mi fece ridere leggermente, ma la verità era che stava usando il mio punto debole, ovvero il bacon, per farmi stare con lui e gli altri.
《Lo sai che non voglio fare colazione con gli altri》mormorai tendendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi.
La afferrò, ma invece di venire su lui, mi fece cadere sopra di lui, mentre non la smetteva di ridere.
Risi anche io, poi scivolai a destra e mi rialzai.
《Va bene, va bene》mi arresi, facendo sorridere Minho.

A quest'ora non c'era quasi nessuno ai tavoli, dato che era ancora molto presto.
Solo i Velocisti e qualche Scavatore stavano già mangiando: i Velocisti dovevano entrare nel Labirinto non appena questo si sarebbe aperto, e sarebbe successo da lì ad una ventina di minuti, mentre gli Scavatori erano i secondi, dopo i Velocisti, a lavorare, sfruttando da subito i primi raggi del sole per le loro piante.
Scorsi qualche viso famigliare tra i Velocisti, Zart e Newt tra gli Scavatori e Frypan all'entrata della cucina.
Mi avvicinai al cuoco, che non appena mi vide non perse tempo a sorridermi.
《A cosa dobbiamo l'onore di averti qui con noi, Madama Irwin?》scherzò Fry, mettendo in un piatto un po' di bacon e delle uova, facendo lo stesso con il piatto di Minho.
《A questo》indicai il bacon appena cotto nel mio piatto, che emanava un profumo invitante.
Frypan rise e mi ringraziò, io lo saluta e mi diressi a uno dei tavoli vuoti con Minho.
Cominciammo a mangiare, e dalle capanne adibite a dormitori vidi uscire Gally, che non appena mi vide lì rimase un attimo spiazzato, ma poi ci raggiunse, provocando una smorfia da parte di Minho, che proprio non lo sopportava.
《Irwin?》chiese squadrandomi dai piedi alla testa, e la cosa non fece altro se non divertirmi《stai davvero facendo colazione con noi?》
Annuii ridendo, mentre Gally prendeva posto accanto a me.
I Velocisti al tavolo vicino al nostro cominciarono ad alzarsi, andando verso le Porte del Labirinto.
Capii che anche Minho sarebbe dovuto andare, infatti si alzò poco dopo, lasciò un piccolo bacio sulla mia fronte e raggiunse gli altri compagni.
Non lo persi di vista un secondo, fino a quando le Porte non si aprirono e lui dovette entrarci dentro, scomparendo dalla mia visuale.
《Da quando il biondo fastidioso ti mangia con gli occhi?》Gally mi fece sobbalzare, riportando la mia attenzione su di lui.
Lo guardai confusa, poi seguii il suo sguardo fino ad arrivare la tavolo davanti al nostro, dove sedevano alcuni Scavatori. Incrociai gli occhi di Newt, che fino a poco fa dovevano essere posati su di me.
Non appena il ragazzo abbassò lo sguardo, facendo finta di nulla, guardai di nuovo Gally, che sorrideva sornione.
Gli diedi una leggera spinta sulla spalla prima di alzarmi e tornare alle Faccemorte.
《Aspetta!》mi chiamò Gally, prendendomi per il polso e facendomi voltare verso di lui.
Sentivo gli occhi degli altri presenti su di noi, ed odiavo essere il centro dell'attenzione.
《Ti vedrò qui, a pranzo?》chiese speranzoso, ma non avevo alcuna voglia di ritornare qui.
Scossi la testa dispiaciuta e, non appena allentò la presa sul mio polso, me ne andai.
Percepii due paia di occhi su di me, ma sapevo benissimo a chi appartenessero.
Mi voltai verso il proprietario di quegl'occhi che continuavano insistentemente a fissarmi, ma stavolta Newt non abbassò lo sguardo: rimase a fissarmi aspettandosi qualcosa da parte mia, magari un saluto, ma sapeva benissimo che non avevo motivo di salutarlo.
I suoi occhi non mi mettevano più a disagio come quando arrivai nella Radura, semplicemente perché non erano gli stessi: erano più spenti, forse tristi, ma non come prima.
Quando lo vidi alzarsi dal posto senza smetterla di fissarmi, e quando avanzò verso di me in modo quasi inquietante, scattai in avanti a passo svelto, dirigendomi verso il bosco.
Mi voltai per vedere se mi stesse ancora seguendo, ma lo vidi fermo a qualche metro di distanza da me, senza smetterla un secondo di fissarmi, e la cosa era molto inquietante.

Forelsket // Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora