|18| sentimenti e occhi

1.1K 41 24
                                    

Eesome
(agg.) piacevole per gli occhi.

Irwin
《Non voglio che tu vada.》disse di nuovo la me del mio sogno-ricordo.
Stavolta ero in una stanza insieme ad altri ragazzi, nessuna ragazza. Avevo le manette come di consuetudine, e due guardie alla porta per sorvegliarmi.
Il ragazzo davanti a me scosse la testa, doveva avere più o meno quattordici anni.
《Ma devo farlo, o loro verranno da te.》ribadì, sistemandosi i biondi capelli.
《Loro verranno comunque!》alzai il tono della voce, e subito dopo mi guardai attorno per vedere se qualcuno avesse sentito qualcosa.
Un ragazzo seduto ad un tavolo con altri ragazzi ci stava fissando. Aveva i capelli marroni e i tratti asiatici, sembrava.....
....Minho. Ero certa fosse Minho.
《No, se io farò come loro vogliono poi non verranno da te.》disse il ragazzo biondo che ero sicura di aver già visto da qualche parte.
《Non capisci, sono troppo importante per essere abbandonata nel bel mezzo dei loro stupidi test. Li ho sentiti parlare più volte, dicono che manca poco ed io non sono ancora pronta, dicono che devono continuare per prepararmi alla Fase Uno. Non possono semplicemente lasciarmi stare.》cercai di mantenere un tono di voce basso, ma ero preoccupata per non so cosa.
《Soggetto B1, è ora.》un dottore dal camice bianco si avvicinò al ragazzo biondo, prendendolo da sotto il braccio.
《No!》urlai cercando di prendere la mano del ragazzo, ma la guardia lo aveva già portato al di fuori della porta.
《Ci rivedremo, te lo prometto!》disse prima di scomparire dalla mia visuale.
《Dove lo state portando? Dove state portando Aris?!》chiesi urlando ad una delle due guardie sulla porta, sbattendo i pugni sul suo petto fasciato dal giubbotto antiproiettile.
《Tranquillizzati, A13. È un ordine.》disse con voce ferma la guardia, tirando fuori un aggeggio che usavano per dare scosse così potenti che alla fine svenivi a terra.
《Ti ho fatto una domanda stupida guardia! Dove lo stanno portando?!》chiesi di nuovo, e stavolta l'altra guardia mi prese da dietro, sotto lo sguardo di tutti gli altri ragazzi che nel frattempo si erano alzati in piedi.
Scalciai più volte, scossi la testa e mi dimenai, ma la guardia mi teneva saldamente e le manette ai polsi non facilitavano la cosa.
L'altra guardia si avvicinò, e prima che io potessi fare qualcosa mi puntò lo strano arnese al fianco, subito una scossa di dolore attraversò tutto il mio corpo.
Urlai, e quando una seconda scossa pervase il mio fianco persi definitivamente le forze, abbandonandomi alle braccia della guardia che mi teneva da dietro.
L'ultima cosa che vidi prima di perdere i sensi, o meglio L'ultima persona, fu il ragazzo dai tratti asiatici che guardava sconvolto prima le guardie, poi il mio corpo disteso a terra.
E per la seconda volta ebbe la conferma di chi lui fosse.
Era Minho, lo sapevo di per certo.

Mi svegliai di soprassalto, facendo respiri profondi tentando di tranquillizzare il battito del mio cuore.
Avevo la pelle imperlata di sudore e i vestiti attaccati al corpo.
Mi misi lentamente a sedere, constatando che ormai fosse ora di pranzo, anche se probabilmente ero in ritardo.
Mi alzai in piedi, chiusi più volte gli occhi e quando finalmenti riacquisii il pieno controllo del mio corpo cominciai a camminare verso i tavoli.
Ero abbastanza scombussolata per via del sogno-ricordo, e sapevo che dovevo raccontarlo a Minho, ma data la situazione del nostro rapporto diciamo che non era proprio una delle mie opzioni preferite.
Prima o poi ci sarebbe dovuto essere un confronto definitivo tra me e il ragazzo, ma avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere e per questo motivo speravo che il suddetto confronto capitasse il più lontano possibile.
I tavoli erano tutti occupati, ma c'era comunque qualche Raduraio in fila per la propria porzione di cibo.
Mi accodai, e quando arrivò il mio turno Frypan mi porse una scodella con del minestrone fumante al suo interno.
Lo ringraziai, poi cercai con lo sguardo Thomas e lo trovai al tavolo con Newt, Minho e Chuck.
Perfetto.
Mi avvicinai al loro tavolo, e non appena lo raggiunsi i loro sguardi si alzarono su di me.
Newt mi guardava con il suo solito sguardo triste, Minho era palesemente arrabbiato, Thomas era sorridente e Chuck era.....Chuck.
Dovevo assolutamente parlare con lui, non ne avevo avuto modo da quando uscii dal Labirinto.
Presi posto vicino a Thomas, disponendomi di conseguenza davanti a Minho, che aveva alla sua sinistra Newt, e alla sua destra Chuck.
Nessuno proferì parola, e forse era meglio così.
Presi il cucchiaio e cominciai a mangiare un po' di quella pietanza che da sempre trovavo disgustosa, ma se volevo avere un po' di forze avrei dovuto mangiarla.
《Sembri pensierosa.》Thomas ruppe il silenzio.
《Lo sono.》risposi continuando a guardare il piatto con la poltiglia verdastra.
《Posso chiederti perché?》chiese il ragazzo moro accanto a me, mentre sentivo l'oppressione degli sguardi degli altri tre presenti su di me.
《Non ti risponderei.》scossi le spalle, non avevo voglia di intraprendere una possibile discussione con gli altri due radurai.
Calò nuovamente il silenzio, ed io alzai stupidamente lo sguardo su Newt, che trovai a guardarmi con gli occhi marroni lucidi.
Mantenne il contatto visivo, ed ero veramente tentata di interromperlo io, ma non volevo cedere.
Era lui che mi aveva tratta male questa mattina, ed era lui il primo a doversi scusare.
Dopo qualche secondo Newt abbassò lo sguardo, ed io mi voltai dalla parte opposta ad osservare la torre di legno.
Era da molto che non ci facevo un salto, ma prima volevo vedere la ragazza dai Medicali.
Così, non appena finito di mangiare mi alzai dalla panca, e di nuovo i quattro presenti al tavolo seguirono ogni mio movimento, fino a quando entrai nella struttura dei Medicali.
Non c'era nessuno, solamente Alby che si dimenava sul letto con i polsi e le caviglie bloccate da stringhe di cuoio.
Stava passando la Mutazione, d era terrificante quanto male stesse.
Mi venne in mente il ricordo di me sulla barella che mi dimenavo come una pazza, nella stessa posizione di Alby e con le cinghie di cuoio a bloccare ogni mio pericoloso movimento.
Sudava, drighignava i denti e ruggiva come un animale, come la me del sogno-ricordo.
La cosa mi spaventava, perché se nel ricordo mi ero comportata proprio come Alby, c'era una sola spiegazione.
Le persone che facevano su di me quei test non iniettavano normali liquidi nel mio corpo, ma mi facevano contrarre la Mutazione.
Ma il numero dei test che avevo sentito dire dalla donna era un numero alto, il che voleva dire che mi avevano iniettato la Mutazione più e più volte, senza che io ci lasciassi la vita.
Ero sopravvissuta a tutte quelle Mutazioni, quando in realtà per sopravvivere anche ad una sola bisognava avere tutta la fortuna del mondo.
Non mi accorsi di star piangendo se non quando fu una voce a farmelo notare.
《Perché stai piangendo?》era Newt, fermo sulla soglia della struttura di legno.
《Che ci fai qui?》domandai asciugando una lacrima fugace dalla mia guancia.
Non rispose, e sapevo perché. Voleva che io rispondessi alla sua domanda, ma in realtà non sapevo nemmeno io come rispondergli.
《Puoi lasciarmi sola?》mormorai, tirando su con il naso.
《No.》rispose contro ogni previsione.
Insomma, poche ore prima mi aveva praticamente allontanato da lui, e adesso era lui a non voler allontanarsi da me.
《Allora cosa vuoi?》chiesi esasperata, voltandomi nella sua direzione.
《Sapere perché stavi piangendo.》era così tremendamente serio, che quasi mi infastidiva.
《Per le condizioni di Alby, ecco perché.》dissi cercando di mascherare la verità, ma Newt non ci cascò.
《No, non è vero. Stai mentendo.》si staccò dallo stipite della porta, avanzando di qualche passo verso di me, che rimasi immobile sul posto.
《Voglio sapere tutto ciò che ti sei ricordata, Irwin.》continuò una volta arrivato a meno di cinquanta centimetri di distanza da me.
《Perché?》
《Lo voglio sapere e basta.》
《Non è una motivazione.》scossi la testa.
《Perché ha Thomas lo hai detto, ma a me no?》domandò.
《Ti prego Newt, non di nuovo.》sospirai stanca di questa continua incognita.
《No, nessun "ti prego". Dimmelo e basta.》ribatté.
《Non so cosa tu ti sia messo in testa, ma tra me e Thomas non c'è nulla. Te lo dirò una volta per tutte, Newt, almeno poi mi lascerai in pace. Mi ricordo di Thomas, ricordo di averlo conosciuto da prima del Labirinto ma non so come, o quando. So solo che io conosco lui e lui conosce me, e abbiamo questa specie di legame che non so bene da dove provenga, ma lo abbiamo punto e basta. Ti vanno bene le spiegazioni? Sono soddisfacenti?》dissi, e lui sembrò essersi fermato a pensare alle mie parole per qualche secondo, poi riportò i suoi occhi nei miei, e giuro che l'intensità di essi era superiore.
Una scossa percosse tutto il mio corpo, ma non seppi motivarla.
Semplicemente, affondai nelle sue iridi scure, e non riuscii a tornare in superficie. Era come stare in un oceano gigante, ed io non sapevo nuotare.
《Quando sei entrata nel Labirinto ho sentito il mondo crollarmi addosso. Pensavo che fossi morta, e sapevo che non sarei mai riuscito a perdonarmelo. Quando le Porte si sono chiuse rinchiudendoti in quella macchina mortale, ho sentito qualcosa dentro rompersi e farmi male. Avrei potuto superare la morte di Thomas, o di Minho, o anche Alby, ma non la tua. Ho passato tutta la notte a cercare di consolare Chuck, piangeva come un bambino ed io con lui. Non ho mai pianto per qualcuno, e quella notte mi ritrovai persino a pregare per la tua vita. Poi le Porte si sono aperte, ma tu non eri ancora uscita. Non c'eri, ed io avevo paura. Quando ti ho vista arrivare, con Minho che ti aiutava a camminare, con il tuo corpo coperto di ferite e la maglietta sporca di sangue, ho capito che non ti avrei mai più lasciata andare. E quando senza esitazione mi hai abbracciato, ho capito che io tengo a te più di quanto possa tenere a chiunque altro qui dentro. Non so cosa sia, non so cosa mi sia preso, ma so che ti cerco costantemente, so che non posso vederti star male, so che non posso vederti in pessime condizioni e so che non ti farò mai più entrare in quel Labirinto da sola. Non ho mai provato ciò che provo quando sono con te, o anche quando solamente i tuoi occhi cercano i miei, ma mi piace ciò che provo e allo stesso tempo ne sono spaventato.》disse d'un tratto, quasi senza fermarsi per respirare.
Era inaspettato, di sicuro le sue parole mi avevano colpito davvero.
La cosa che più mi colpiva era che avrei voluto dirgli le stesse cose, ma avevo paura della sua reazione, e ne avevo tutt'ora.
Ma ciò che più mi terrorizzava era la consapevolezza di provare qualcosa verso Newt che andava oltre ad una semplice amicizia.
Continuai a guardarlo anche mentre si avvicinava di più a me, arrivando ad un palmo di distanza dal mio corpo.
《Mi dispiace per prima, Irwin.》mormorò così vicino al mio viso che le sue parole si posarono dolcemente sulle mie labbra.
Non riuscivo a formulare una frase, e nemmeno a far uscire una qualsiasi parola dalla mia bocca, fino a quando Minho e Thomas entrarono nella capanna, ed io sobbalzai e sospirai per lo spavento, indietreggiando da Newt.
I due ragazzi rimasero immobili davanti a noi, facendo scattare gli occhi da me a Newt.
《Noi.....volevamo vedere la ragazza...》balbettò Thomas forse troppo stupito dalla situazione.
《Io devo andare da Chuck.》dissi, dirigendomi verso l'uscita della capanna, ma Minho mi prese per il braccio facendo bloccare sul posto.
《Dobbiamo parlare.》disse solamente a denti stretti, ed io annuii in risposta.
Guardai la sua mano stretta sul mio polso, in attesa che la togliesse, ma non lo fece.
Rimase ad osservarmi, fino a quando un colpo di tosse non lo destò dal suo momento di trance.
Ci voltammo verso il mittente, ovvero Newt, e dopo che Minho lo fulminò con lo sguardo finalmente mi lasciò andare, ed io uscii dall'infermeria alla ricerca di Chuck.

In quel momento, era l'unica persona con cui volessi stare, e sopratutto era l'unica persona che non mi avrebbe messo a disagio come quei tre pive avevano appena fatto nella capanna dei Medicali.

Forelsket // Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora