|11| chiacchierate e paura

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Waldeinsamkeit
(n.) la sensazione di essere soli nei boschi.

Irwin

Sorpassai il quarto albero, finendo accasciata con la schiena contro la ruvida corteccia del quinto albero incontrato.
Ormai il viso era bagnato dalle lacrime, ed ero sicura di avere gli occhi rossi e gonfi.
Ero altrettanto consapevole della presenza di Newt a pochi metri da me, nascosto dietro un cespuglio di more.
Lasciai correre: la sua presenza mi era indifferente in quel momento.
Tutti i miei pensieri giravano attorno a Minho, alle sue parole.
Lasciai cadere la faccia sui palmi delle mani, i gomiti poggiati sulle ginocchia piegate al petto.
Sentii un ramo spezzarsi, e la figura di Newt oscurò il sole, facendomi da ombra.
Mossa dal mio orgoglio che mi ordinava di non farmi vedere in quelle condizioni dal ragazzo biondo, mi affrettai ad asciugarmi le lacrime, tirando su con il naso e ricacciando dentro le altre lacrime salate.
Newt si sedette accanto a me, ma io rimasi ferma sul posto, senza muovermi di un centimetro: sarebbe stato inutile allontanarmi da lui se ad ogni mio passo indietro lui ne faceva uno in avanti verso di me.
《Non devi vergognarti di piangere》disse senza guardarmi.
《Non mi vergogno》ribattei automaticamente, sapendo benissimo che quella non fosse la verità.
《Buon per te, no? Io mi vergogno di piangere davanti a qualcuno. Anzi, mi vergogno di piangere e basta》il suo tono di voce era stranamente calmo, e di nuovo sembrò che io fossi una bomba pronta ad esplodere, alla quale ci si doveva avvicinare con massima cautela.
《Non sembri il tipo che piange》
《Tutti piangono, perché tutti hanno paura di qualcosa》rispose scuotendo le spalle.
Mi girai a guardarlo, aspettandomi di incontrare i suoi occhi marroni scuro, ma il suo sguardo era fermo sul terreno davanti a lui.
《Di cosa hai paura?》chiesi curiosa, sorprendendomi della calma da parte di tutti e due.
《E tu?》alzò il volto, e finalmente ebbi un contatto visivo con lui.
《Non rispondermi con un'altra domanda》sbottai, facendo sorridere lievemente Newt, che scosse la testa più volte prima di ritornare a guardarmi.
《Mi dispiace per Minho》
《Dispiace anche a me》abbassai lo sguardo, trattenendo le lacrime che erano appena tornate al pronunciare di quel nome.
《Mi dispiace anche per la mela》aggiunse con un fil di voce, e per un attimo pensai di essermi immaginata le sue parole.
《Mi sto trattenendo dall' urlarti contro, potresti non tirare in ballo quell'argomento?》roteai gli occhi: ero comunque arrabbiata con lui per tutto ciò che era successo, ma in quel momento il nostro litigio era l'ultimo dei miei problemi. E poi ero veramente dispiaciuta per come lo avevo trattata la sera precedente.
《Scusami》alzò le mani in segno di difesa, lasciandosi scappare una piccola risata.
Sorrisi, sorrisi perché la sua risata era bellissima e non lo si poteva negare.
《Tu e Thomas.....insomma.....voi due.....》Newt balbettò parole a caso, ma arrivai subito al punto.
《No, stupido. Ti pare?》
《State sempre insieme, e lui sembra essere molto protettivo con te》
《A quanto mi risulta, anche tu sei protettivo nei miei confronti》risposi quando lo vidi abbassare lo sguardo.
《Ma non mi lasci esserlo, mentre a Thomas sì》mormorò, ormai il suo tono di voce andava sempre di più a diminuire.
《Perché mi fido di Thomas, ma non di te》affermai schietta: non sono mai stata una persona con le maschere, quello che ho da dire lo dico, e molto spesso senza peli sulla lingua.
《Perché non ti fidi di me?》chiese guardandomi, e come la prima volta che incrociai il suo sguardo, i suoi occhi tornarono a mettermi soggezione.
《La domanda giusta è perché dovrei farlo》
《Per lo stesso motivo per cui ti fidi di Thomas》sbuffai, abbassando la testa.
Perché doveva sempre tornare sull'argomento?
《Con Thomas è diverso》ammisi, e Newt si spostò con il corpo totalmente nella mia direzione.
《Che vuol dire "con Thomas è diverso?"》chiese esasperato: stava ricominciando ad urlare.
《Vuol dire quel che vuol dire, Newt. Non devo darti spiegazioni!》alzai la voce anche io, e sembrava stessimo facendo una gara di urli.
《Sì che devi darmele se la cosa mi riguarda!》
《Sei tu che ti ci sei immaschiato, sei tu che vuoi a tutti i costi starmi accanto!》
《E dovresti chiederti anche il perché, Irwin! Secondo te perché voglio starti accanto, huh? Apri sempre e solo un occhio, vedi le cose a metà. Mi tratti di merda, ma a quanto pare sono ancora qui a parlarti, disposto a sentirmi sputare merda in faccia pur di stare nei tuoi paraggi! Ci tengo a te Irwin, e vaffancaspio al tuo non capirlo!》si alzò di scatto, e senza proferire parola se ne andò.
Stavolta ero io quella sola nel bosco, e sapevo di essermelo meritato.
Aveva ragione, vedo sempre le cose a metà perché mi rifiuto di scoprire la vera realtà, per paura di come essa possa essere.
Ho un carattere che fa schifo, allontani continuamente tutti da me perché non so neanche tenere stretta me stessa. Perdo il senno facilmente, sono troppo orgogliosa ma allo stesso tempo odio me stessa per come mi pongo con gli altri. Ho bisogno di qualcuno che mi apra entrambi gli occhi, che mi costringa ad accettare tutte le realtà, di qualcuno che mi stia accanto nonostante il mio carattere di merda. Di qualcuno che mi impedisca di mettere costantemente la mia vita in pericolo, e di conseguenza anche quella di chi mi circonda.
Ma il problema è che la maggior parte del tempo sono sola, con me stessa, con la mia coscienza, Con le mie paure e tutta la mia rabbia.
Perché sono costantemente arrabbiata, sempre arrabbiata con tutto. Anche se non c'è un motivo apparente, anche se non dovrei esserlo, sono arrabbiata ogni secondo, perché ogni secondo ripenso alla situazione di merda nella quale mi trovo.
Perché ogni secondo ho paura di non uscire da questo cacchio di Labirinto, di non trovare una via d'uscita, di non far uscire Chuck, o Gally, o Jeff e tutti gli altri.
Ho paura di fallire, di far morire gli altri per mano mia.
Mi ero ripromessa di tirare fuori di qui Chuck, di fargli vedere la sua famiglia, di fargli vivere una vita decente e degna di essere chiamata vita, perché quella qui dentro non era vita.
Non si può vivere nella paura, e tutti noi avevamo paura qui dentro. Ed era tutta questa paura a rendermi arrabbiata, con i Creatori, con il nostro destino incerto, con il Labirinto, con i Dolenti del cacchio, con tutto.
Con me stessa, per non aver ancora trovato una via d'uscita, per essere sull'orlo della resa quando non avevo neanche cominciato.
Sarei entrata a qualsiasi costo nel Labirinto, avrei passato tutti i giorni necessari a trovare una via d'uscita, anche a costo di essere punta da un Dolente, a costo di perdere un braccio, una gamba, di morire.
Sarò morta per davvero solamente quando rimarrò intrappolata per sempre qui dentro, con Chuck, Gally e tutti gli altri. Fino a quel momento, fino alla fine, non sarei morta davvero.
Giurai sulla mia stessa vita, giurai su tutto ciò che più di prezioso avevo, che avrei tirato fuori dal Labirinto Chuck, Gally, Thomas, Frypan, Minho, Jeff, Newt e tutti gli altri.
Li avrei portati fuori di qui, anche a costa di rimanere nel Labirinto.
Avrei sacrificato me stessa per loro, perché loro più di me meritavano di andarsene.
Loro più di tutti meritavano di vivere, perché il loro combattimento avrebbe avuto fine prima o poi.

Forelsket // Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora