Capitolo diciassette

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«Ccino?! CCINO?!» sbraitò Nightmare fra i corridoi, cercando disperato il ragazzo.
Sembrava veramente preoccupato, tanto che la servitù provava a chiedergli cosa avesse, senza successo dato che il dio degli incubi fuggiva da ogni minima conversazione.
Alla fine tentò a calmarsi, iniziando a focalizzarsi sulle emozioni del prigioniero che gli era sfuggito. Il respiro era tremolante e non capiva il perché si stesse agitando tanto.
Alla fine si teletrasportò, fiondandosi su qualcosa di caldo e soffice, sperando di non sbagliarsi.

«N-Nightmare...?» chiese il ragazzo dai capelli violacei, guardando il moro stringerlo a sé. Sentiva il respiro affannato sul collo, ma stranamente non gli dispiaceva. Ccino avvolse le mani attorno al collo dell'amico, chiudendo gli occhi «Che ci fai qui...?» domandò, infine.

«Che ci fai tu qui.» ribatté il più grande, staccandosi dal compagno e guardando il precipizio in cui erano seduti. Le onde sbattevano contro la roccia a meno di due metri sotto di loro, il ché non lo rassicurava. «Che cazzo di intenzioni avevi?!» chiese, afferrando dei ciuffi del più piccolo, che subito si irrigidì.

«I-io... non volevo darti fastidio...» mormorò, sentendo la presa allentarsi. Già aveva paura, ma provò a nascondere il tremolio che lo stava assalendo. I brividi ricoprivano il suo corpo, finché a rompere il silenzio fu il maggiore.

«Muoviti, torniamo al castello.» disse, aiutando il più piccino a rizzarsi in piedi. Un semplice secondo e l'entrata era dietro ai due, ormai dentro i corridoi della reggia.
Ccino si rigirò i pollici, seguendo il più grande in fra i tunnel che collegavano le stanze di quel posto.
Nightmare fece sedere il prigioniero sul solito divano, dandogli un libro fra le mani e uscendo per pochi minuti. Il più piccolo sentiva una voce stranamente familiare, ma non riusciva a ricollegare quella tonalità di suono ad un viso.
A quel punto, il libro non sembrava più molto interessante. Era curioso, e non gli andava di fare il bravo bambino.

«O lo mandi via, o sei fuori.» impose una voce roca, certo, non più di quella del ragazzo. «Ti pare che ti lasciamo girare con un neutro?» chiese.

«Ma a voi che fastidio dà? Se ne sta sempre buono!» esclamò la solita voce del signore degli incubi. «Insomma, l'avrete visto... due volte?»

«Sì. E siamo venuti qua due volte. Da fastidio, sai, avere un ragazzino tra i piedi. E poi c'è il rischio che voi stiate assieme.» spiegò, mentre i rumore di qualcosa di metallico che veniva calciato riempì il corridoio.

«Te lo devo ridire anche a te? Non stiamo assieme e non mi piace!» esclamò il più grande. Ccino esitò, quella frase non gli era piaciuta, ma non sapeva neanche lui il perché. «E poi non mi potete buttare fuori così, sono il vostro capo, caro.» impose. La piccola spia, però, sentiva che quelle parole non avevano fatto né caldo né freddo all'uomo misterioso.

«E allora? Siamo tutti d'accordo, quindi smamma dal team.» il prigioniero si sporse di più, stando attendo a non farsi scoprire, scoprendo degli strani abiti da marinaio «Prenderò io il controllo del gruppo.»

«Tu? Non dire stronzate.» rispose con finezza il ragazzo moro, guardando il biondo davanti a sé «Non sai neanche controllare i tuoi pesci nell'acquario, figurarsi delle persone.» lo schernì.

«Basta. Sei fuori, hai capito?» domandò, sbattendo il pugno contro un muro, facendo cadere una torcia posata sull'apposito posto.

«Aw, avete fatto un errore a mettervi contro di me.» sospirò il maggiore. «E va bene, sono fuori e voi dentro... la mia ampia scelta di universi da far suicidare.» sorrise sadicamente, toccando la spalla dell'ex compagno e teletrasportandolo non si sa dove, non lasciandogli il tempo di parlare.
Ccino corse a risedersi, fingendo di leggere. Nightmare lo affiancò.

«Dove sei arrivato, piccoletto?» chiese. Il ragazzo indicò un punto a casaccio, sorridendo. «Devi diventare un po' più veloce, sai?» ridacchiò il maggiore. «Ti andrebbe di cucinare la cena? Sai... non sono tutto questo granché.» domandò.

«Certo!» esclamò il minore, balzando in piedi e venendo accompagnato in cucina dal ragazzo.



Zucchero // Fluffymare (Human)Where stories live. Discover now