Capitolo dodici

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Nightmare aprì la porta. Non vedeva il minore seduto da qualche parte a frugare nei suoi abiti, o ancora in accappatoio, o nel balcone. In compenso si accorse di un bizzarro rialzamento sotto le coperte, come se qualcuno avesse accatastato dei cuscini.
Riluttante si avvicinò al letto, guardando il viso del minore sbucare dalle lenzuola, posato sul cuscino. Il respiro pesante e calmo fece un po' di stupore al più grande: com'era possibile che dopo tutto quello che era successo si era accomodato in tal modo in camera sua e si fosse assopito in una maniera così veloce?

«Svegliati.» gli impose, ricevendo un mugolio in risposta. Ccino si girò, ignorando del tutto il dio degli incubi e tornando a dormire pacificamente.
Ormai si era fatta sera, e a Nightmare non andava a genio di dormire assieme a dei sudditi, o in quella stanza che lui considerava "sporca e da barboni" in cui aveva ospitato il ragazzo prigioniero.
Provò a trascinare il ragazzo giù dal letto più volte, ma al solo contatto il più piccolo finiva con avere incubi dopo incubi, facendo sprigionare tali emozioni negative che neanche il il maggiore riusciva a sopportare.
Il carceriere aggirò il letto, finendo dall'altro lato, stendendosi sotto le coperte e trascinandosele su di sé, fregandosene del prigioniero, togliendogli le lenzuola di dosso.
Poco dopo sentì un'incessante movimento avvicinarsi a lui. Si voltò, incuriosito, appena in tempo per lasciar che Ccino accoccolasse la sua testa sulla felpa del maggiore, forse scambiandola per un cuscino, rimanendo sotto quelle coperte.
Il proprietario della stanza provò a scollarselo, ma i brutti sogni che l'altro faceva lo colpivano come frecce ardenti.
Decise di lasciar perdere, forse si sarebbe staccato da solo.


La mattina seguente Nightmare si era svegliato, senza sentire nessuno stargli avvinghiato sopra. Trasse un sospiro di sollievo, per dopo realizzare che se il prigioniero non era lì era da qualche altra parte, forse anche scappato.
Quel pensiero lo fece balzare giù dal letto, e la prima cosa che fece fu correre per il palazzo cercando il minore.

«Ehi, tu! Hai visto il ragazzo?! Quello basso, coi capelli viola...!» riassunse velocemente l'aspetto di Ccino ad un suddito, che annuì come se nulla fosse, indicando un lungo corridoio.

«E' andato in giardino, mi aveva detto di essere un nuovo cameriere, perché?» domandò, corrugando la fronte.

«COGLIONE L'HAI LASCIATO ANDAR VIA!» urlò, scattando in quel tunnel che si ramificava in altri. I passi veloci, lunghi, scivolavano sul tappeto, creandone delle pieghe che, in quel momento, a Nightmare non importava.
Spalancò la porta che dava sul cortile, scorgendo il prigioniero seduto all'ombra di un'albero, con ancora i vestiti del maggiore addosso.
Il dio corse verso da lui, inginocchiandosi accanto al più piccino.

«Idiota! Dovevi avvertirmi che venivi qua, mi sono spaventato!» lo rimproverò il signore degli incubi, schiattandogli una mano in faccia.

«O-Ouch!... Stavi dormendo, figurarsi se ti svegliavo!» controbatté il carcerato, insicuro se quello gli sarebbe costato la vita oppure no

«Muoviti.» gli impose il maggiore, alzandosi e obbligando Ccino a far lo stesso, trascinandolo di nuovo dentro «Ora tu fai il bravo e mi aspetti in salotto, va bene? E niente più scherzetti come l'ultima volta.» disse, chiudendo la porta che faceva filtrare quel poco di luce nel corridoio.


Angolo autrice:
I'M ALIVE
IMMORTALIZE
YOU'RE CREATER, YOU'RE TRAI- ok, no. Sono viva :D e non riuscivo più a scrivere "sollievo"... ho scritto "solievo", "soglievo"... Gesù...
BEH (e anche MUH) mi dileguo :D
CIAU :D

Post scriptum: sì, capitolo corto :D

Zucchero // Fluffymare (Human)Where stories live. Discover now