La gamba di Nightmare sanguinava in modo pericoloso, tanto che il ragazzo fu obbligato a strappare un pezzo di pantalone per avvolgerlo attorno alla ferita, provando a placare l'emorragia. Si alzò a stento, provando a reggersi in piedi e zoppicare fin la casa più vicina.
La stoffa già rossa, le cui gocce scivolavano lungo il polpaccio.
Si avvicinò a quel che pareva una casa. Aveva bisogno di disperazione, di paura, di ansia, di qualche emozione negativa.
Il dolore fisico gli era inutile, in quel momento.
Si avvicinò a stento ad una delle abitazioni, bussando.
«Buong- oh, dio! E' ferito!» esclamò una ragazza, portandosi le mani alla bocca. L'aura di Nightmare si fece subito più intensa, iniziando ad assaporare le prime lacrime che sgorgavano dagli occhi verde smeraldo della donna, che, lentamente, si fecero più spenti e monotoni, l'anima vogliosa di distruggersi.
E dopo, la strana e gentile signora, richiuse la porta, sentendo solo le urla spaventate del marito, che si placarono di botto, assieme ad ogni rumore fra quelle pareti. Il ragazzo sogghignò, mentre il sangue rallentava la sua corsa, ostacolato da quel potere maligno che entrava in circolo.
Passò alla seconda casa, aveva bisogno di energie.
E, pian piano, quell'AU che sembrava a Nightmare era quasi irraggiungibile, data la discreta felicità, si fece sempre più cupo.
Case imbrattate di polvere, sangue e quant'altro, che allo sconfitto andava più che bene. Finì di camminare lungo la stradina di quella Snowdin', così diversa dalle altre, ripetendosi come mai alcune persone, già viste nei vari AU, fossero irriconoscibili alla sua mente contorta e malata.
Un piccolo bar-caffè prendeva largo dove una volta lavorava Grillby, ora arredato e verniciato come se fosse una casetta delle bambole di una ragazzina viziata.
Gli venne il vomito, al solo pensiero di entrare in quel posto, ma si fece coraggio, varcando la soglia variopinta.
Un piccolo ragazzo dai capelli leggermente violacei era rizzo in piedi, a dare un vassoio di pasticcini rosei ad un uomo, che, appena finì di pagare, si girò, intravvedendo Nightmare, passandogli accanto come una scheggia. Invece il ragazzo dai capelli bizzarri lo scorse e lo salutò con un allegro - o così pareva - gesto della mano. «Buongiorno! Come posso aiutarla?» chiese, probabilmente cercando di fingendo il più credibilmente possibile di essere positivo, ignaro del fatto che il maggiore potesse percepire le reali emozioni.
Quel ragazzo già gli stava "simpatico", e fin da subito inizia a programmare le varie torture a cui sottoporlo.
Sogghignò di nuovo, avvicinandosi e salutandolo in modo educato, ed ordinando un semplice cappuccino. Il barista sorrise, annuendo e lasciando libero congedo al cliente, mentre si girava di spalle e inizia a preparare la bevanda.
Nightmare si sedette ad un tavolo vicino alla vetrata, sfogliando un semplice giornale trovato sul luogo."Chara, così si chiamava la farabutta, o farabutto, che si addentrò nell'Underground compiendo uno sterminio di massa.
Unico sopravvissuto di questa generazione, Sans, rifiutò più volte un'intervista, definendo quest'esperienza troppo delicata per parlarne apertamente. Tutti attendono che, un giorno, possa raccontarlo.
Ha affermato con piacere di star bene, ora, anche se il suo fratello, Papyrus, gli manchi terribilmente.
Mormorò qualcosa riguardo una cerca Alphys, riuscita a far evacuare i pochi sopravvissuti delle Hotland ma, secondo un povero ferito ritrovato sempre da Sans, la piccola ragazza dai capelli biondi non riuscì a compiere l'impresa, ritrovandosi polvere.
Chara negò la colpa quando si ritrovò davanti Sans, disse che Frisk l'aveva fatto vedere come bisognasse comportarsi davvero, iniziando un combattimento. Stremato, l'abitante di Snowdin' si teletrasportò a casa, barricandosi ed attendendo che i la popolazione ritornasse."Nightmare rimase abbastanza stupito da certe parole, come mai non conosceva già quell'AU? Ora, a pensarci meglio, nemmeno sapeva il nome di quell'universo.
E come si chiamava il Sans del posto?
Chissà quanta energia gli avrebbe potuto dare.
E se fosse stato troppo forte per essere battuto?
Il ragazzo dai capelli dai coloriti bizzarri si avvicinò, posando solare la tazza di cappuccino davanti al maggiore. Notando il giornale, però, si placò e per qualche istante il suo sorriso si volatilizzò. «Scusa, è un vecchio articolo... ancora non pubblicano giornali recenti.» disse, togliendo delicatamente i fogli da sotto le dita del maggiore, che riuscì a leggere la data per un pelo.
"Beh... non mi sembra tanto vecchio come accaduto..." pensò il Signore degli Incubi, bevendo il cappuccino ordinato, mentre il barista fu costretto a tornare dietro il bancone, dati gli arrivi di altri due clienti, forse una coppia.
«Buongiorno!» li salutò, come aveva fatto con lui. Nightmare finì ciò che aveva ordinato, riportando la tazza Sans, infilandosi le mani in tasca ed estraendo alcuni G, dandoli al piccoletto.
«Grazie, e arrivederci.» mormorò il ragazzo del posto, mentre il maggiore accennò un gesto meccanico col palmo della mano, rinfilandoselo subito in tasca.
"Perfetto... vedi come questo posto prenderà fuoco." pensò, uscendo da quel posto e teletrasportandosi alla sede della MOB, non ché il suo castello.
Angolo autrice:
Partiamo bene con 'sto libro. Ventidue letture dopo manco un giorno... sugoi!
Ho smesso di sclerare,
See ya!
