I ragazzi sembravano un muro davanti a quel piccoletto, che, sotto la loro ombra, sembrava ancora più piccino.
Ccino emise un versetto, iniziando a tremare, il ché non lo faceva sembrare tanto minaccioso. Fece qualche passo indietro, mentre quelle persone a lui sconosciute avanzavano divertite verso il suo piccolo corpicino.
Riconobbe i vestiti da marinaio di un ragazzo biondo, il ché non lo rassicurò affatto.
C'erano anche i ragazzi che li spiavano, il moro dagli occhi nero pece e il ragazzo coi punti in testa, accompagnati da due ragazzi dai capelli rossi, uno dal dente d'oro e l'altro bassottino, con tre cicatrici su un occhio, ed uno dai capelli biondi nascosti in un cappuccio a dir poco rassicurante.
Sentì la fredda parete tenerlo in trappola, voleva fondersi con essa e scappare, ma non aveva certe capacità. Il cuore gli galoppava nel petto, e sentiva il sudore scenderli lungo il collo.«Raga, aspettate un attimo.» interruppe il ragazzo incappucciato, ricevendo occhiate seccate dai compagni. «Ma perché dobbiamo ucciderlo?» domandò.
Il piccolo ragazzo dai capelli leggermente violacei parve più agitato, mentre i versetti spaventati aumentavano in piccoli singhiozzi che provava a strozzare.«Ma sei coglione o cosa?!» lo aggredì il marinaio. «Almeno se ce lo togliamo dalle palle Nightmare sarà più debole, no?!»
«Perché lui è la sua guardia?» domandò di nuovo il ragazzo con il viso per metà nascosto.
«Boh, non lo so.» rispose il compare, squadrando Ccino. «SEI ARMATO!?» gli chiese, puntando un osso alla gola del minore, che si limitò a strizzare gli occhi e tremare. «No, non pare.»
«Allora lo uccidiamo o no?» disse impaziente il ragazzo dal dente d'oro. La voce si levò dalla piccola figura circondata da quei individui con un urlo stridulo e decisamente forte.
«CI FARA' SCOPRIRE, RAGA, TAPPATEGLI QUELLA FOTTUTA BOCCA!!» urlò il ragazzo dalle tre cicatrici, cercando di farsi sentire in quelle urla. Il ragazzo dai capelli mori strinse la mano sulla bocca della piccola vittima, mentre passi veloci riecheggiavano nei corridoi.
Nightmare fece irruzione in quel tunnel, guardando i ragazzi che, in un attimo, si teletrasportarono con il piccoletto, sorridendo fieri.
Il ragazzo rimase lì, ad osservare il posto in cui prima i suoi ex compagni erano, assieme al suo prigioniero. Stette immobile, guardava attonito quel punto.
Sentì le gambe cedergli di punto in bianco, mentre le ginocchia toccavano il tappeto che assorbiva ogni sua lacrima.Ccino guardava il pavimento grigio su cui era stato obbligato ad inginocchiarsi. Tremava in un modo che nessuno dei ragazzi aveva mai visto, gli occhi erano spenti e mormorava qualcosa che, probabilmente, non capiva neanche lui.
Lacrime su lacrime si riversavano sulle sue guance, la testa girava e la nausea si faceva più intensa ad ogni secondo.«Allora? Lo uccidiamo ora?!» chiese impaziente il ragazzo dalla giacca nero-rossiccia, infilandosi le mani in tasca.
«Ho un'idea migliore.» disse malizioso il ragazzo moro, accucciandosi quanto bastava per riuscire a toccare il viso del prigioniero. Gli alzò la testa con due dita, toccando la guancia bagnata, per dopo lasciare il segno della mano sulla guancia del poverino.
Il carcerato rimase immobile, con la testa girata di lato. Continuava a tremare ma, appena si girò, le iridi completamente nere e grandi guardarono il ragazzo che l'aveva appena colpito.«Killer, stagli lontano.» disse il ragazzo coi punti in testa. «Magari è più pericoloso di quanto pensiamo.»
Ccino li guardò, gli stessi occhi, rimanendo a terra, guardando la cella venir chiusa.
