« Derek... Derek svegliati» lo scuoto leggermente ed infine si alza da me.
« Ciao!» mi saluta e si passa una mano sulla faccia.
« Credo sia l'ora di dirsi addio e non ciao» dico scherzosa, infondo io non ho voglia di andare, ma l'alba è arrivata.
«Ah giusto, devo accompagnarti fino a casa?» chiede lui infilando le scarpe.
«No, ma grazie» lui annuisce e sospira, vedo che non dice nulla così mi giro per andarmene e inizio a camminare, con il mio zaino in spalla.
«Jamila, aspetta!» Derek arriva davanti a me dopo una corsetta, prende la mia mano e mi attira a se'.
Il suo labbro sfiora il mio orecchio, il mio cuore batte fortissimo, sento che potrei cadere da un minuto all'altro.
« Grazie mille...addio» mi bacia la guancia e se ne va. Veloce com'è arrivato, è scappato.
Resto ferma a guardarlo correre via verso una meta a me sconosciuta, la mano sulla guancia, e il cervello in Asia.
Corro verso casa, con il ricordo di questa notte.Entro in camera,dalla finestra, salendo sull'albero che uso anche per andare sul tetto.
Non so se ne ho parlato, ma questo albero contiene ricordi, bei ricordi, quanto brutti.
Decido di farmi una doccia prima di svegliare mio fratello.
Tolgo la maglietta e mi rendo conto ch'è quella di Derek,ispiro il suo profumo che mi riempie i polmoni,non so che mi prende.
Mi spoglio, i tagli mi ricordano che il sogno è tornato incubo, e che non accadrà mai più. Li accarezzo leggermente e rimpiazzo quel bel sorriso sincero in un sorriso ipocrito pieno di bugie,che nasconde il mostro che sono.
Mi faccio una lunga doccia, ripenso a quel viso pieno di dolore di Derek, ai suoi occhi pieni di rabbia contro se stesso,penso a chi è veramente questo ragazzo.Basta pensare a lui, tanto non lo vedrai più!
Sono d'accordo con te questa volta.
Basta pensarci.
Era solo un sogno.
Mi preparo per andare a scuola e nascondo la sua maglietta sotto il mio materasso.
Preparo la colazione per poi svegliare mio fratello,il bigliettino di Sophie non c'è, strano.
Come al solito sveglio mio fratello che appena apre gli occhi mi abbraccia.
Abbiamo fatto colazione e siamo andati alla fermata del bus, e Derek è ancora nei miei pensieri.Mi blocco a fissare la classe all'entrata della porta, le pareti bianchi, le piastrelle anch'esse bianche, una lavagna bianca appesa al muro, una cattedra a sinistra, venticinque banchi sistemati in tre file da due.
Delle finestre abbastanza grandi, con una vista sulla strada e infondo un'altra lavagna con scritti gli avvisi.
Odio già questa classe.
«Hai l'intenzione di entrare o no?» che voce stridula e odiosa.
Mi giro e vedo una ragazza, la solita perfettina, ce ne sono sempre, sono quella razza di ragazze odiose che se la prendono sempre con quelle come me, per attirare l'attenzione e credersi superiori.
Idiota.La guardo, i capelli biondi platino, le labbra carnose, la pelle candida e chiara.
Il rumore fastidioso della sua gomma da masticare è irritante, mi sposto dall'entrata e metto il mio zaino sopra il tavolo infondo alla classe dove mi sono seduta ieri.
La classe si riempie sempre di più di alunni. Tra un gruppetto di ragazzi vedo il biondino di ieri. Come si chiamava ancora? Ah! Si.. Andrew giusto?
Si avvicina a me, il sorriso sulle labbra, le mani nelle tasche della felpa e lo zaino sulle spalle.
« Buongiorno » mi saluta lui dopo essersi seduto sulla sedia.
« Ciao» rispondo fredda, lui mi squadra per un po' di tempo e poi inizia a parlare di una cosa che ha letto all'entrata della scuola, cosa che non m'interessa minimamente, faccio finta di ascoltarlo annuendo, o fingendo un sorriso, ma io sto pensando a lui, a quel ragazzo misterioso del mio sogno. Perché quello era solo un sogno, devo mettermi in testa che non esiste più Derek Pattinson.
Infine la campanella suona e Andrew smette di parlare.
La professoressa entra e con lei un "καλημέρα" (Buongiorno) ... Oddio! Il greco no!La professoressa entra e inizia a parlare greco ovviamente io a parte "Come state" e "anno scolastico" non ci capisco niente.
Faccio la finta interessata mentre questa donna sulla quarantina parla. I suoi capelli sono quasi neri, raccolti in una coda alta, ha due occhiali rettangolari e porta una gonna a tubo grigia che copre i suoi fianchi ampi, un paio di ballerine anch'esse grigie e una camicia rosa carne. Le labbra sono fini e ha un neo sulla guancia sinistra.
Sembra severa, perché la sua espressione è molto seria.Inizio a scarabocchiare un po' aspettando che le cinque ore finiscano.
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THE MOST BE∆UTIFUL OCE∆N
RomanceJamila, una ragazza come tante, almeno é quello che sembra. Invasa da un demone che divora lentamente la sua anima, dalla responsabilità di aver un fratello di cui prendere cura, dal senso di colpevolezza che la soffoca, da migliaia di problemi che...