• C∆PITOLO 14 •

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Corro nel boschetto seguendolo, quando l'ho visto scendere dalla macchina ho sorriso.
Mi ha fatto piacere rivederlo.
Ha un cappello che gli copre la testa e una giacca verde, cammina tra il bosco con la sua solita camminata, veloce ma piena di pigrizia.
Tiene tra le labbra una sigaretta, le mani nelle tasche.
All'improvviso inizia a correre, lo seguo, ma lo perdo di vista, mi guardo attorno, per cercarlo, devo trovarlo...

«Che fai qui?» sussulto per lo spavento, mi giro e incrocio di nuovo i suoi occhi.
« Vattene, non dovevi seguirmi» il suo tono... Quell'acidità, quella freddezza della sua voce mi ha fatto... Male.
« Non vado da nessuna parte» incrocio le braccia al petto.
« Ti ho detto di andare.. Ora!» grida così forte che ho l'impressione di tremare, no aspetta sto tremando.
« Non me ne vado, tu puoi andare se vuoi ma io resto qui» aspettando una sua risposta cerco di restare più ferma possibile per sembrare sicura di me stessa.
« voglio stare solo, vai via» scuoto la testa «Ma mi prendi per una cogliona? Credi davvero che se ti lascio solo non so che farai? Ti perderai nei tuoi pensieri e potresti fare una cazzata» ; « Tu non sai nulla di me» dice lui acido.
« Come vuoi, sta di fatto che so che hai bisogno di qualcuno, che hai bisogno di una persona che possa dirti quel "ci sono", ed io voglio essere quella persona» lui ride e mi spinge contro un'albero.
« Se stai cercando un ragazzo, non sono quello che fa per te» sussurra sulle mie labbra.
« Sto cercando di esserti d'aiuto,  idiota» ; « Non ho bisogno del tuo aiuto» lo abbraccio, lo stringo forte a me.
« Io so che ne hai bisogno» sussurro sul suo petto.
Ora nessuna parola serve, solo io e lui persi in emozioni troppo complicate da decifrare, persi in un'oceano troppo grande e buio da cui uscire.
Si separa dal mio abbraccio.
« non voglio farti del male, io faccio solo male Jamila» lo sapevo, alcune volte basta solo un piccolo gesto per calmare un demone ed ecco di nuovo ha pronunciato il mio nome, con la sua bellissima voce.
« Non preoccuparti, io ci sono, non mi farai del male, promesso» faccio un sorriso e una promessa che non potrò mantenere e lui mi abbraccia di nuovo, mi prende la mano e intreccia le sue dita con le mie.
Iniziamo a camminare verso l'uscita del bosco.
Arriviamo alla macchina e mi ritrovo in trappola, tra lui e l'auto grigia dietro me, confusa, sorpresa...
« Posso?» chiede lui avvicinandosi a me, okay come al solito ho perso le mie capacità mentali, annuisco semplicemente e le sue labbra si posano sulle mie.
Dire che mi è mancato? Sarebbe mentire, io ne avevo bisogno, è come quando hai male alla testa e prendi una medicina, il dolore passa, il dolore al mio cuore diminuisce, gli poso la mia mano sul collo e lui stringe i miei fianchi.
Mi sento... Mi sento... Non lo so nemmeno.
É così strano, non ho mai provato questo in vita mia.
All'istante in cui si separa da me, gli accarezzo una guancia.
La mia fronte contro la sua, il mio cuore batte fortissimo sul suo petto.
Il calore del suo corpo sul mio.
É possibile provare ciò, per una persona che non si conosce nemmeno? O peggio che si conosce ma non si conosce veramente.
Che mi sta succedendo? Perché lo sto aiutando? Perché mi lascio baciare, questa non sono io.
Mi bacia la guancia, e poi mi apre la portiera, ci sediamo, e allacciamo le cinture pronti per partire.
« Senti, lo so che può sembrare strano, ma voglio invitarti a cena, ti va di farmi compagnia anche oggi?» gli​ accarezzo la guancia con un sorriso.
« Se mi fai vedere il tuo sorriso vengo dove vuoi» ... L'ho detto io? Davvero?

Mi sto preoccupando...

Mi sorride e poi mette in moto la macchina.
Guardo fuori dal finestrino la strada e poco dopo ci fermiamo davanti a un piccolo ristorante in città.
Lo seguo in silenzio la mia testa che gli arriva alla spalla, sento qualcosa sfiorare la mia mano, sono le sue dita che voglio intrecciarsi con le mie.
Lo guardo e lui mi offre un sorriso.

Ci sediamo in un tavolo vicino alla finestra.
Ognuno di noi ordina qualcosa e poi decido di rompere il silenzio.
« Eravamo d'accordo per mai più» il suo sorriso sparisce, ma non dice nulla così continuo a parlare.
« Io è da quella sera che non faccio altro che pensare a te, e vorrei veramente smettere ho già troppi problemi» la sua mano su posa sulla mia.
« Non pensarci, quando sei con me dimenticati di tutto okay» vorrei veramente dimenticare tutto.
« Comunque, non te l'ho detto ma... Sei bellissima» sento le guance scaldarsi, il cameriere arriva e iniziamo a mangiare.

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